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Settimo. Il dottor Silverio Benedetto va in pensione dopo 41 anni

Settimo. Il dottor Silverio Benedetto va in pensione dopo 41 anni

Aldo Corgiat e Silverio Benedetto, già colonne del Pd Settimese

Il dottor Silverio Benedetto, medico di famiglia e specialista in ostetricia e ginecologia, va in pensione dopo oltre quarant’anni di servizio. Son 41, per la precisione. Il 15 settembre compirà 70 anni, raggiungendo l’età limite prevista dalla convenzione con il sistema sanitario. Ha chiesto ed ottenuto dall’Asl TO4 la possibilità di scrivere un messaggio sul retro della lettera informativa spedita ai suoi pazienti, circa 1500, praticamente tutti settimesi. E’ la prima volta che accade nella storia della città. Poche parole scritte di proprio pugno con il consueto stile, un modo con denziale per concludere il suo impegno quotidiano come medico di riferimento per decine di nuclei familiari. Un gesto di vicinanza che potrà essere riproposto anche da altri medici in prossimità della pensione, una frase da lasciare ai pazienti che per l’Asl To4 non comporta costi aggiuntivi. “Desidero ringraziarvi di cuore per la ducia, la simpatia e l’amicizia di cui mi avete onorato in questi anni. Non lo potrò mai dimenticare. Vogliate scusare le mie mancanze e sappiate che non erano volute. Ricordo con nostalgia anche le persone decedute e sono vicino al dolore dei familiari. Auguro a tutti voi ogni bene e se potrò essere ancora utile con qualche consiglio, sono a disposizione”. Così, come farebbe una persona cara. Di famiglia. Silverio Benedetto, classe 1947, lo stesso anno di fondazione della società calcistica Eureka per cui ha rivestito il ruolo di medico sociale e vicepresidente per tantissimi anni, non resterà comunque fermo: continuerà il suo percorso professionale come specialista nel suo studio di via Roma 3.
Il suo primo giorno da medico il 1° gennaio 1976, ma in realtà aveva iniziato due anni prima a lavorare presso l’Ospedale di Chivasso, nel reparto di ginecologia. A quei tempi, le città della cintura torinese crescevano in fretta e i medici erano delle gure di riferimento rassicuranti per centinaia di persone provenienti da tante regioni d’Italia. Erano chiamati medici di base, ma oggi vengono più correttamente de niti medici di famiglia. Non c’erano limiti, perciò era normale che il “dottore” impegnato in una città come Settimo potesse raggiungere anche 2500 o 3000 pazienti. Questo è accaduto no al 1987, quando la riforma sanitaria impose un tetto per il numero di pazienti da seguire e ai medici di scegliere tra le corsie d’ospedale e l’ambulatorio cittadino. Il dottor Benedetto, che nel frattempo era diventato un dirigente del reparto di ostetricia e ginecologia e docente per la scuola infermieri professionali, ha scelto di esercitare il ruolo di medico di medicina generale nella propria città.
La sua giornata di lavoro comincia sempre presto, intorno alle 7. “Ma è una mia abitudine, non è obbligatorio”, dice sorridendo. Ma è quello il momento in cui si risveglia Settimo Torinese, la città a cui ha dedicato parecchio tempo e impegno anche come ammi- nistratore comunale, contribuendo con la sua opera diplomatica a mettere in funzione un Ospedale cittadino. Il dottor Benedetto, quindi, ci sarà ancora. E per i settimesi, la presenza appassionata e quotidiana di un medico farà sentire ancora di più “casa” la propria città.
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