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BRUSASCO. Non hanno la forza per governare altri quattro anni

BRUSASCO. Non hanno la forza per governare altri quattro anni

Carlo Giacometto

Sorseggiando un caffè, al tavolino del bar, in un sabato mattina di fine luglio e di piena estate. Le vacanze sono alle porte. Ed è tempo di bilanci.

Di quello che verrà discusso in Consiglio comunale, venerdì prossimo.

E di quello che si discute qui, in un dehor, tra il via vai di clienti e di pensieri.

Faccio un ragionamento molto banale - spiega, inforca, si scalda, Carlo Giacometto, consigliere comunale a Brusasco da un anno a questa parte -. Con le dimissioni di Mario Murer, la maggioranza ha perso 28 voti. Erano 325: sono adesso 297. Rappresentano meno del 20 per cento dell’elettorato brusaschese. Un po’ poco per decidere in autonomia e a colpi di maggioranza il futuro del paese, no?”.

Il ragionamento che il consigliere comunale di opposizione fa, l’ha ripetuto la sera prima al sindaco Luciana Trombadore e alla sua maggioranza.

Buttandogliela lì, la soluzione per uscire da un impasse che a lungo andare potrebbe paralizzare la vita amministrativa del paese.

Vuole togliersi dai guai e avere la certezza di amministrare il Comune fino alla scadenza naturale del mandato - domanda, provocatoriamente, Giacometto -? Allora nomini come assessori due rappresentanti delle liste di opposizione. Glieli propongo io: Agusta e Marolo. Così avrebbe la garanzia di poter continuare a lavorare e di riuscire a farlo anche bene”.

E’ passato più di un anno da quando è stato eletto nell’amministrazione brusaschese. Da allora ne sono successe di cose...

E sono state quasi tutte figuracce - va dritto al punto, il consigliere comunale di minoranza -. Prendiamo il bilancio comunale: non c’è nessuno che lo sta gestendo. Idem il servizio di tesoreria. L’asta per l’affidamento del servizio è andata deserta cinque volte e il Comune che fa? Continua a concedere proroghe ogni mese all’Unicredit, che ci costano la bellezza di mille euro l’una. Per non parlare di quello che è successo con la vicenda della Casa del Riccio, o delle occasioni di finanziamento che abbiamo perso dopo il lavoro che abbiamo fatto noi dell’opposizione, o della gestione del personale comunale, con gli uffici chiusi il sabato mattina. Tutte situazioni emblematiche della precarietà e dell’approssimazione con cui viene gestito il Comune...”.

“E’ passato un solo anno dalle ultime elezioni - conclude Giacometto - e sembra un’eternità, perchè di argomenti ed occasioni per discutere ce ne sono stati parecchi. Così è dura arrivare alla conclusione del mandato: l’amministrazione dovrebbe capire che la proposta che ho fatto non è una provocazione, ma un consiglio più che serio...”.

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