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11 Luglio 2017 - 16:42
Chiedersi che fine ha fatto la pomposa “Unione dell’Eporediese” che in sostanza coinvolgeva poi solo cinque dei ben 58 Comuni che fanno parte dell’Area Omogenea dell’Eporediese, quando nell’aria c’è ancora profumo di santità con le recenti manifestazioni religiose per il Santo Patrono Savino e odore poco piacevole per la consistente presenza di equini impegnati in esibizioni equestri per la via della Città ed alla sontuosa “Arena di San Savino”, sbocciata come un fungo, potrebbe risultare un puro esercizio di sollecitazione della memoria.
Cosa ci si può attendere dall’intraprendenza dalle Istituzioni locali quando, tanto per fare un esempio, l’Amministrazione di Ivrea non trova motivo per convocare un Consiglio Comunale da oltre due mesi? Sta di fatto che dopo le solite manfrine con le quali mesi fa si è annunciata la costituzione dell’Unione tra i Comuni di Ivrea, Banchette, Montalto Dora, Fiorano e Cascinette d’Ivrea, quasi più per dovere che per convinzione, non ci sono più stati segni di vita della medesima che peraltro unificava, nella fase iniziale, servizi marginali come quello del coordinamento dei servizi di Polizia Comunale. Gli Amministratori del nostro Territorio sembrano al momento presi da altre tematiche rispetto a quella che potrebbe portare ad un nuovo processo di associazionismo in grado di offrire una maggiore capacità ed autorevolezza gestionale, l’accesso diretto ad un miglior sfruttamento delle risorse messe a disposizione dall’Europa. In Ivrea evidentemente già prevalgono le esigenze di una Elezione Amministrativa del 2018 che, se non è già alle porte, richiede però sin da ora agli attuali Amministratori un grande sforzo per tentare di invertire una tendenza negativa che cinque anni ( ma si può contare anche i cinque precedenti per un totale di dieci anni sprecati) di inerzia progettuale hanno inevitabilmente determinato. Altri Sindaci, di Comuni in realtà contigui ad Ivrea, di lunga esperienza amministrativa, comunale e sovracomunale, che forse una sbirciatina alle candidature PD di Ivrea gliela stanno dando, piuttosto che al rinnovamento istituzionale, ritengono sia propositivo dedicarsi magari alla richiesta di una Tappa del Giro d’Italia ciclistico, oppure si battono per l’autonomia di quei Piccoli Comuni che poi, con il proprio Bilancio annuale, riescono a malapena a coprire le spese del proprio personale e vedono svanire anche i servizi. Ogni tanto poi sbucano temi ricorrenti, come quello dell’identificazione di un Nuovo Ospedale di area e anche in quel caso si avanzano candidature prescindendo da analisi puramente scientifiche del problema, come è indispensabile fare. Infine non mancano Comuni che si stanno persino stufando della gestione consorziata dei rifiuti e pensano di mettersi in proprio per avere una migliore qualità. Si suole dire, è proprio il caso, che non tutti i gusti sono alla menta!
Pochi giorni fa, il 15 Giugno, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani ha indetto presso il Castello di Masino un Convegno indirizzato ai Piccoli Comuni, quelli sotto i 5.000 abitanti, che in Piemonte sono 1.066 su 1200 complessivi. Tema del convegno quello di contribuire allo sviluppo economico e sociale di un territorio che si presenta esageratamente frazionato, con tutte le conseguenze del caso. E’ stata l’occasione per tornare a parlare delle fusioni, l’unico percorso organico per affrontare le sfide del futuro in una logica di semplificazione dei rapporti fra i vari livelli istituzionali. In questa direzione è andato l’intervento del Governatore Regionale Sergio Chiamparino, che affrontando il tema delle unioni/fusioni ha sottolineato come esse avranno realizzazione solo su base volontaria. Mi pare che questo necessario chiarimento tolga, a tutti coloro che in questi anni ne hanno fatto uso strumentale, il pretesto di quella temuta imposizione dall’alto che ha anche portato molti amministratori a non condividere, se non addirittura ad avversare la consistente attività svolta dal Comitato di AMIunaCittà con la sua apprezzabile proposta, anche per certi versi provocatoria, della fusione aperta ai 58 Comuni dell’Anfiteatro Morenico. Oggi la posizione dell’ANCI sulle fusioni è chiara. L’ANCI come afferma il suo Presidente Decaro, non spinge per le Fusioni o le Unioni obbligatorie tra i Comuni. L’associazionismo deve essere volontario, non rigidamente imposto per legge con criteri immaginati uguali per tutti e senza tener conto delle diverse realtà locali.
La fase più complessa del procedimento di fusione è quella dell’informazione alle Comunità locali e la creazione del consenso necessario che accompagna la fase di referendum. L’ANCI, e qui ci sta il vero stimolo verso un nuovo sviluppo, si propone di colmare questa necessità, mettendo a disposizione una o più risorse specializzate che possano così accompagnare i processi di fusione attivati su base volontaria. Mi sembra un bel “balzo in avanti” per addivenire a quel “salto di qualità” di un Territorio, che ho sempre immaginato più condiviso proprio dal buonsenso dei Cittadini che non dal conservatorismo di una classe di Amministratori che non riescono a ragionare staccandosi da quella passione per la fascia tricolore che tende a paralizzarne l’intraprendenza e la visione del futuro. Ad entrare ancora di più nel merito della importante questione contribuirà involontariamente la campagna elettorale per le Elezioni Amministrative di Ivrea, prevista per i primi mesi del 2018. Se ci sono voluti 11 anni per addivenire ad un embrione di Unione, per di più limitata a cinque soli comuni, le idee e le energie, in merito a unione e fusione, delle forze che si schiereranno ai nastri di partenza per la competizione elettorale dovranno essere chiare in proposito. L’inerzia di tanti anni dovrà lasciare spazio ad una nuova volontà di lavorare sul tema ed avviare un serio confronto nel Territorio, per il quale Ivrea deve svolgere un compito di capofila trainante ma lungimirante.
Staremo a vedere se l’Amministrazione uscente, sostenuta in sostanza dal solo PD, farà ancora “finta” di non sapere che in Consiglio Comunale è stato accolto all’unanimità un emendamento presentato dalla LISTA DEI CITTADINI, indirizzato proprio nella direzione di un concreto sondaggio sulle possibilità di addivenire ad una fusione di Comuni che consentirebbe di pianificare interventi rilevanti per i prossimi anni. Scelte di sviluppo, come quelle relative alla nuova Biblioteca di area, al reintegro del Castello nella Comunità dell’Anfiteatro Morenico, l’esigenza di nuove visioni nella Variante ad un Piano Regolatore che non può limitarsi ad una visione ristretta al solo territorio di Ivrea, assieme ad altri tanti temi che richiedono un’adeguata pianificazione, offrono l’occasione per dimostrare una capacità di cambiamento e di innovazione che divengono inderogabili per il nostro futuro. Sarà una bella sfida, nella quale credo che le idee torneranno ad avere ancora un valore. Speriamo di non essere i soli a pensarla così.
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