“Io svolgo un’attività che non solo non produce rifiuti, ma che li ricicla anche. Nonostante questo, non ricevo alcun riconoscimento, anzi vengo tartassato dalle tasse”. Giuseppe Vetrano, titolare della Cheridan sas, tiene tra le mani un fascicolo alto così di carte bollate, scartoffie, lettere, comunicati stampa e chi più ne ha più ne metta. Lì, in quella cartellina grigia che porta con sè sottobraccio, c’è la storia degli ultimi anni della sua attività... Giuseppe Vetrano a Chivasso, città in cui vive, è conosciuto per essere, da 19 anni a questa parte, titolare del “Mercatino dell’Usato”, che prima era in via Gerbido, oggi è in via Baraggino. Dal 2010 a questa parte ha avviato una battaglia legale, e di principio, con la Soget spa, la società che si occupa della riscossione delle tasse nel nostro Comune. A onor di cronaca, nella sua battaglia ha già ricevuto due sconfitte: una in primo grado, di fronte alla Commissione Tributaria Provinciale di Torino, l’altra in appello, dinnanzi alla Commissione Tributaria Regionale del Piemonte. Oggi sta tentando l’ultima carta, quella del ricorso alla Cassazione. “Non mi arrendo, ci mancherebbe ancora”, dice, mentre inizia a spiegare perché secondo lui, e secondo il franchise che rappresenta a Chivasso, l’accertamento TIA che sta pagando per gli anni dal 2007 al 2011 è un’ingiustizia. Così come la tassa rifiuti che deve pagare oggi. “Mi arrivano cartelle da 3.800 euro - spiega Vetrano -, mi hanno fatto delle ingiunzioni di pagamento, pignoramenti. Insomma, mi stanno veramente mettendo in difficoltà”. Il motivo per cui questo commerciante chivassese ha fatto, della sua battaglia legale una questione di “resilienza”, è presto detto. “Il decreto legislativo del 3 dicembre 2010, numero 2005 - dice, leggendo tra le carte - accoglie le disposizioni della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008, dove vengono definiti i criteri di priorità nella gestione dei rifiuti. Secondo tale decreto, la gestione deve avvenire nel rispetto della prevenzione, della preparazione per il riutilizzo, del riciclaggio, del recupero di altro tipo e di smaltimento...”. Quindi, per questo commerciante chivassese, il valore “ambientale” della sua attività dovrebbe essere riconosciuto. Come? Semplicemente inserendo il “Mercatino”, registrato nel Comune di Chivasso come “agenzia di intermediazione nella vendita di oggetti usati per conto terzi”, nella categoria Tari degli autosaloni, non in quella delle mere attività commerciali. Come d’altronde è in tutte le città d’Italia, tranne qui. “Così dovrei pagare 1.500 euro di tassa rifiuti, contro i quasi 4.000 euro che invece mi chiedono Soget e Comune”, aggiunge. “In 19 anni d’attività nel nostro negozio sono passati 14 mila clienti chivassesi - dice Vetrano -. Solo nel 2015 abbiamo recuperato 1.699 tonnellate di oggetti, che equivalgono a 17 palazzi di 15 piani ciascuno, consentendo di risparmiare 7.665,89 tonnellate di anidride carbonica responsabile dell’aumento dell’effetto serra. Per l’attività che svolgono i Mercatini dell’Usato, abbiamo ricevuto riconoscimenti da Legambientee dall’ufficio di Presidenza della Repubblica. Nonostante questo, Soget ha mandato un suo ispettore nella mia attività e ci ha classificati nella categoria più alta per il pagamento della Tari...”. E il Comune? Se ne lava le mani... “Ho spiegato più volte la situazione al vice sindaco Massimo Corcione, però non si è mai interessato più di tanto - conclude -. Marco Marocco ha presentato un’interrogazione, ma non è cambiato granché. L’Ascom Torino s’è fatta carico del nostro problema, ma la mia situazione è questa. La mia speranza è che, con le elezioni, possa cambiare qualcosa per noi commercianti, che muoviamo l’economia nelle nostre città ma che quando devono essere difesi, si ritrovano da soli”.
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