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Tre tegole sul futuro di Bertot

Tre tegole sul futuro di Bertot

Bertot Fabrizio

L’ultima tegola per l’europarlamentare Fabrizio Bertot, in una settimana, rivelatasi un vero incubo, è stata lanciata, venerdì scorso, dai giudici del tribunale di Torino a conclusione del primo grado del processo Minotauro sulla presenza della ‘ndrangheta in Piemonte. Hanno infatti disposto la trasmissione degli atti alla Procura affinchè si valuti la sua posizione. Non è stato specificato il motivo per il quale si dovrà indagare anche sull’ex sindaco di Rivarolo, ma trattandosi di un comune sciolto per mafia, al cui ex segretario Antonino Battaglia solo in finale di processo si è tolto ogni collegamento con la mafia, non è difficile comprendere il ragionamento che si è fatto. Nello specifico secondo i giudici “occorrerebbe svolgere ulteriori accertamenti sulla condotta di Fabrizio Bertot in relazione alla violazione dell’art. 416 Ter, cioè il reato di voto di scambio politico mafioso, per aver promesso 20 mila euro a Giuseppe Catalano e Giovanni Iaria in cambio del sostegno elettorale”. Che è poi la stessa accusa su cui sono stati chiamati a rispondere Antonino Battaglia e Giovanni Macrì. All’indice una fattura di 29 mila euro emessa dalla ditta Fratelli Macrì e intestata alla Stamet, cioè inserita nella contabilità dell’azienda dell’ex sindaco oggi europarlamentare. Solo qualche giorno prima la notizia (seconda tegola) che al Ministero degli Interni, sulla base di una relazione del Prefetto di Torino Alberto Di Pace, risalente al marzo del 2012, sarebbe stato avviato un procedimento per l’incandidabilità di Bertot. In quella lettera peraltro, oltre a “suggerire” un percorso si elencano una serie di accertamenti su presunti legami tra l’Amministrazione Comunale e ditte legate direttamente o indirettamente alla ‘ndrangheta. Fosse vero (ma è quasi certo che lo è), presto potrebbe essere fissata un’idienza a Ivrea a cui presenzieranno un giudice togato, un procuratore della direzione distrettuale antimafia e un funzionario indicato dal Prefetto. In caso di condanna Bertot non potrebbe più (ma il condizionale è d’obbligo) ricandidarsi nella sua città alle prossime elezioni, idem per le regionali, qualche dubbio al massimo per le europee. Infine di tegole ce n’è ancora una, ma questa, se proprio vogliamo dirla tutta a Bertot gli farà il solletico. E’ la guerra scatenata da nemici e amici sulla pagina dedicata a Rivarolo di Wikipedia, enciclopedia su internet. Tutto è cominciato la scorsa settimana quando il quotidiano La Stampa di Torino ha dato notizia che c’era anche il nome dell’ex sindaco, oggi parlamentare europeo, nell’elenco dei personaggi illustri, insieme ad Adolfo Serafino (alpino e partigiano), Luigi Palma di Cesnola (archeologo), Alerino Palma di Cesnola (scrittore e rivoluzionario), Adalberto Mariano (ammiraglio ed esploratore) e Antonia Maria Verna, suora, beata. Si! Proprio lui,Fabrizio Bertot, deputato europeo. peraltro l’unico ancora in vita. Immediatamente si è scatenato l’inferno tra i sostenitori e chi non può accettare la definizione di “illustre” a chi ha portato Rivarolo al centro di un’indagine per ‘ndrangheta. Così da una parte c’è chi cancella, modifica e taglia il nome di Bertot sulla pagina web, dall’altra chi riscrive e incolla. Un lavoro complicato, considerando che su Wikipedia si devono seguire delle regole controllate da uno staff che arrivano fino alla squalifica, dopo tre ammonizioni, per coloro che apportano modifiche non giudicate corrette. Seriamente decisi ad andare fino in fondo, gli anti-Bertot, hanno dichiarato di volersi rivolgere alla direzione di Wikipedia. “Siamo sulle tracce di chi annulla la nostra modifica. Presto diremo a tutti il suo nome”, promettono.
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