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CHIVASSO. Da oltre 100 anni si tramandano la tabaccheria di padre in figlio

CHIVASSO. Da oltre 100 anni si tramandano la tabaccheria di padre in figlio
Ha visto nascere e poi morire le principali realtà industriali e non solo della città. Ha assistito al decollo ed alla caduta di aziende importanti come il lanificio Gallo, le officine Scacchi che producevano la famosa auto col marchio “Caesar”, e la Lancia. Dal 1913, anno della sua nascita, resiste a quella crisi, che nel corso degli anni è diventata sempre più forte. Oggi, a più di un secolo di distanza, la Tabaccheria “Sali e Tabacchi Graziano” è ancora là. Si trova in via Torino 71, alla fine dei portici, sul lato dei viali. Un gradino davanti alla porta d’entrata ed entri in un mondo in cui il tempo sembra essersi fermato. Oltre a sigari, sigarette e caramelle di ogni tipo, ci sono ancora le cartoline, i bottoni, il sale da cucina. Se glielo chiedi ti vendono anche le bambole e pure il bagnoschiuma. Una volta, quando si doveva combattere la malaria, trovavi pure il chinino. Una piccola bottega più che una tabaccheria, insomma, dove il profumo è ancora quello del cuoio misto a tabacco. Dove ancora adesso puoi trovare di tutto e anche di più. Tutto racchiuso in uno spazio di due metri per due. A gestirla, dal 2004, è Piero Graziano, conosciuto anche per essere stato, negli anni Settanta, la bandiera della squadra di calcio. Insieme a lui, la moglie, Jolanda Antonello. “Mio marito - racconta Jolanda, dietro al bancone - è diventato titolare della tabaccheria nel 2004. L’ha ereditata da suo padre, Carlo Graziano, subito dopo la morte. Però sia io che lui lavoriamo qui dagli anni ‘60”. Il negozio è proprietà della famiglia Graziano dal 1913. Se lo sono tramandato di generazione in generazione. “L’ha acquistata la zia di mio marito, Giuseppina Zaccone, sorella di sua nonna - continua -. E’ rimasta lì fino agli anni Venti, poi la tabaccheria è passata nelle mani del nonno, Celestino Graziano”. Che ha portato con sè anche i figli Giulia  e Carlo. Nel frattempo, la tabaccheria ha mantenuto sempre gli stessi arredi ma ha aggiunto un po’ di tecnologia: la macchina per il fax e quella per il gioco del lotto. “Dopo la morte di Celestino, avvenuta negli anni ‘60, Carlo, papà di mio marito, è diventato titolare. E con lui siamo arrivati noi, prima come coadiuvanti, poi come titolari”. Ma non finisce qui. La tradizione della famiglia Graziano è infatti destinata a continuare. “Dal 2013 si è aggiunta nostra figlia Silvia. Per il momento è coadiuvante”. Ma, fra cent’anni, chissà...
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