Cerca

BRUSASCO. Casa del Riccio: il Comune la vende, la minoranza vuole il referendum

BRUSASCO. Casa del Riccio: il Comune la vende, la minoranza vuole il referendum

La Casa del Riccio al Luogo

Vendere o non vendere la “Casa del Riccio”? Di questo s’è ampiamente discusso nella seduta consiliare di giovedì scorso a Brusasco. Cinque ore di dibattito - s’approvava anche il bilancio di previsione 2017 - che per buona parte sono state dedicate alla principale scelta della Giunta Trombadore dal suo insediamento ad oggi: la decisione di mettere sul mercato una delle proprietà comunali rimaste, la storica “Casa del Ricetto del Luogo”, edificio settecentesco che s’affaccia sulla piazzetta del borgo medievale. L’ultimo “avamposto” comunale in una zona finita quasi tutta ai privati. Ma non è qui il punto. Almeno, non è il solo. Vendere o non vendere a 30 mila euro un immobile che conta qualche decina di metri quadri e che oggi è in stato di totale abbandono? Per la maggioranza del sindaco Luciana Trombadore, la “Casa del Riccio”, com’è storicamente ribattezzato l’immobile, va venduto. E in fretta. Per le due opposizioni di “Progettiamo per Crescere” e “Per Brusasco e Marcorengo”, assolutamente no. Sul punto sono volati gli stracci, le accuse e pure qualche minaccia di rivolgersi alle autorità competenti tanto che il segretario comunale ha suggerito e poi interrotto per qualche minuto la seduta. Per riportare gli animi alla calma, ma anche per riallacciare il filo di un discorso che s’era inceppato in più d’una circostanza. Sulla “Casa del Riccio” i tre gruppi consiliari la pensano diversamente. C’è chi, come Carlo Giacometto e Anna Marolo, lancerà un referendum tra la popolazione. “Con 700 mila euro di avanzo di amministrazione è ridicolo mettere in vendita i propri gioielli di famiglia, per di più ad una cifra di appena 30 mila euro com’è stato scritto nello schema degli indirizzi di bilancio, approvato il 28 febbraio scorso - ha inforcato, incalzato, soffiato sul fuoco della polemica Giacometto -. In questi giorni mi sono arrivati diversi sms da parte di brusaschesi che, avuta la notizia, mi hanno manifestato tutto il loro dispiacere per la decisione che state per prendere. La Casa del Riccio ha un valore affettivo che non va dimenticato: chiederemo ai cittadini di esprimersi in un referendum sulla vostra scelta. Anziché venderla, ad esempio, la si poteva concedere in comodato d’uso gratuito...”. “Svendiamo i beni storici per far cosa - gli ha fatto eco Anna Marolo -? Per poi investire tutti quei trenta mila euro in una tensostruttura negli impianti sportivi? E’ una scelta sbagliata, che non condivido!”. Ma non è solo per la questione “affettiva” che la vendita della “Casa del Riccio” è stata al centro del dibattito consiliare. Ci sarebbe qualcosa che non torna, secondo l’opposizione, ed è l’iter che Trombadore & c. avrebbero iniziato a seguire per privarsi di quella proprietà. Porta la data del 28 febbraio lo schema di bilancio in cui figurano i 30 mila euro che il Comune incasserebbe dall’operazione, mentre è del 28 marzo la perizia, allegata alla delibera di Consiglio, timbrata dall’ufficio tecnico comunale, con cui si stima il valore dell’edificio proprio in 30 mila euro. Per farla breve: prima si stima il valore, poi si fa la perizia? Sul punto s’è scatenata Isabella Agusta. “La relazione redatta dall’ufficio tecnico, che tra l’altro non è firmata - ha sbottato la capogruppo di Progettiamo per Crescere - sottostima del 33% il valore catastale dell’immobile. Senza entrare nel merito del documento che non ha alcun valore, noto che il parere non è stato asseverato da tecnico abilitato e i criteri di deprezzamento sono ampiamente discutibili. A questo punto dopo personali verifiche e qualora dovessero riscontrarsi mancati introiti per la relazione eccessivamente sottostimata, mi avvarrò di trasmettere tutta la documentazione  senza indugio alle autorità competenti in quanto potrebbe configurarsi l’ipotesi di danno erariale”. Sull’argomento la maggioranza ha fatto quadrato, nonostante gli appelli di Giacometto, Marolo e Agusta a non votare la delibera. “Pensateci bene, pensateci bene, pensateci bene!”. E niente. “Non capisco tutte queste critiche e tutte queste preoccupazioni - ha replicato, a più riprese, Luciana Trombadore -.  Venderemo la Casa del Riccio perché abbiamo ricevuto alcune manifestazioni di interesse. La perizia è stata fatta per avere un’idea, per permetterci di fare dei ragionamenti. Non ha avuto alcun costo per il nostro Comune. Ho preferito indicare un introito, possibile e reale, di 30 mila euro nel bilancio piuttosto che tenermi larga e poi dover fare i conti con un mancato incasso. Non c’è nulla di scandaloso in ciò che s’è fatto. Mi parlate di valore affettivo, ma forse non vi rendete conto che l’edificio è abbandonato da anni e necessita, urgentemente, di lavori di messa in sicurezza”. La delibera con cui il Comune di Brusasco ha messo in vendita la “Casa del Riccio” è stata votata dalla sola maggioranza. Le opposizioni non hanno nè votato contro, nè si sono astenute: sul punto, hanno proprio abbandonato la seduta, evitando di partecipare al voto.
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori