Vietato morire. Non è solo il titolo della canzone di Meta, terzo classificato a Sanremo con giuste velleità di un gradino più alto nel podio, ma anche il nuovo paradossale editto non scritto, sotteso all'azione amministrativa del grillismo in salsa venariese. Il culto dei morti ed i relativi riti funebri sono pratiche antichissime, forse bisogni innati nell'uomo fin dalle suo origini. Purtroppo per l’Amministrazione comunale “la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” e non dal modo in cui tratta i suoi defunti. Poco più di anno fa è stato necessario scomodare Gandhi per vietare il Palio dei borghi ed impedire l’”utilizzo” poco idoneo di animali per le manifestazioni pubbliche (salvo le eccezioni che si sono verificate successivamente per gli eventi in Reggia); adesso non si sa bene quale poeta, santo o pensatore è possibile scomodare per sostenere le politiche dell’Amministrazione circa la situazione dei cimiteri. Nei mesi scorsi, in un comunicato stampa firmato dal sindaco si leggeva che “I cimiteri cittadini presentano ad oggi un numero limitato di loculi disponibili e non è intenzione dell'Amministrazione Comunale prevedere nuovi ampliamenti” e si chiedeva “ai familiari dei defunti tumulati da oltre trent'anni di rinunciare alla scadenza naturale della concessione del loculo, ottenendo alcuni incentivi”, pubblicando sul sito (quando la privacy non è tutto nella vita) l’elenco dei familiari potenzialmente interessati. La proposta (indecente) nella forma e nella sostanza è stata accolta con freddezza e vista come un’ingerenza indebita, soprattutto perché inerente un tema assai intimo e personale, derubricato a mero discorso di presunta convenienza economica. Ed infatti pochissime (una decina) sono state le adesioni. Nel frattempo, i loculi rimasti sono solo 36. Quindi siamo già in emergenza. Nonostante questa evidenza, nell'ultimo Consiglio comunale, abbiamo ascoltato imbarazzanti dichiarazioni da parte della maggioranza consiliare e della giunta che confermano la scellerata scelta adottata: il Comune non è obbligato a garantire loculi ai cittadini, anche perché la tendenza è quella della cremazione. Ci saremmo aspettati, nei giorni a seguire, un bel comunicato stampa (che tanto piacciano all'Amministrazione) con queste formidabili dichiarazioni per spiegarne la bontà ai cittadini, ma ancora non si è visto nulla. Forse perché si tratta di affermazioni che si commentano da sole, la cui mancanza di tatto e di aderenza alla realtà è macroscopica, senza contare la leva sulla “tendenza” del momento. La situazione dei cimiteri era ben conosciuta dall'Amministrazione e così dopo un anno e mezzo di inattività (ormai non ci sono più i tempi per costruirne di nuovi per tempo) il rischio è che i cittadini che non vogliono optare né per una fossa a terra né per la cremazione, non potranno scegliere un loculo, se non rivolgendosi ad un altro Comune. E così per correre ai ripari, il Comune ha dato corso a nuove restrizioni, circa la vendita dei pochi loculi rimasti, nella speranza, da qui al prossimo futuro, per chi ci precederà nella vita oltre la vita, che la scelta ricada sulla cremazione o per un posto a terra. O altrimenti, che almeno per un po’, si smetta di morire.
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