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01 Febbraio 2017 - 17:17
Coppo Paolo, ex-sindaco di Pont Canavese
Nuova puntata della sfida ingaggiata tra il sindaco di Pont Paolo Coppo ed il consigliere di minoranza Claudio Barinotto per la demolizione di un muro . Meglio, della guerra che il sindaco ha dichiarato unilateralmente.
Sabato 28 gennaio, alle 11 di mattina, si è riunito il consiglio comunale con un solo punto all’ordine del giorno: “Contestazione causa di incompatibilità del sig, Barinotto Claudio con il ruolo di consigliere comunale. Esame osservazioni pervenute e deliberazione definitiva in ordine alla contestazione di incompatibilità”.
Per chi non fosse al corrente della vicenda si tratta di questo: nel corso degli accertamenti sull’evasione dei tributi locali, gli uffici si erano accorti che sul terreno del consigliere Barinotto esisteva una tettoia abusiva e, da lì, si era arrivati a scoprire un altro abuso più grave, riguardante la presenza di un “muro di contenimento”, pure esso abusivo, che delimita la sua proprietà verso il Torrente Soana e che sorge su terreno demaniale. Di fronte all’ordinanza di abbattimento, l’interessato ricorreva al TAR. Avere una causa pendente contro l’ente in cui si ricoprono cariche elettive è illegittimo per cui il ricorrente deve ritirare il ricorso altrimenti decade da consigliere. Da qui l’inserimento della relativa delibera all’ordine del giorno del consiglio dello scorso 6 dicembre.
Questa la versione del sindaco. Quella dell’accusato è alquanto diversa: l’aveva già fornita verbalmente al consiglio in quella seduta e l’ha ripetuto successivamente in una memoria scritta, che ha letto sabato scorso. Queste le sue argomentazioni: “Non è il sottoscritto che ha creato un contrasto od opposizione contro il Comune bensì è stato creato appositamente da un’ordinanza sbagliata”.
Demolire il manufatto è “impossibile” perché non si tratta di “un muro a pietra di contenimento terra” bensì di “una scogliera per la difesa dalle piene del torrente Soana, in una zona che la Carta Geomorfologica e dei Dissesti definisce <a Rischio Molto Elevato>”. Tanto che è censita come Opera di Difesa Spondale nel Piano Regolatore di Pont e nel Sistema Informativo del Catasto Opere di Difesa della Regione Piemonte. Nella nota Barinotto faceva anche notare che “questa Carta delle Opere Idrauliche è stata modificata nel 2008, quando già era responsabile dell’edilizia lo stresso Paolo Coppo allora vicesindaco, quindi è impossibile che lo stesso non ne fosse informato”.
Quanto all’ordinanza – aggiungeva – “lasciava aperte solo due possibilità: la demolizione o il ricorso al TAR. A voce dici che dovevo chiedere la sanatoria ma questa possibilità è stata esclusa da tanti tecnici tra cui il tecnico comunale”. Vista la situazione, Barinotto sottolineava che “ricorrere al TAR è stata una scelta obbligata e che non è stata fatta in contrasto od opposizione con il Comune di Pont”.
Chiedeva pertanto al consiglio di soprassedere sulla decisione, almeno fino alla pronuncia del Tribunale Amministrativo.
Com’era non prevedibile ma certo, la sua richiesta è stata respinta e, nella prossima seduta di consiglio, si voterà in modo definitivo per la decadenza.
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