Fra molti altri argomenti, nel Consiglio comunale di lunedì 23 gennaio è stato toccato quello riguardante Seta, la società che effettua la raccolta dei rifiuti in città e negli altri Comuni del Bacino 16. Seta è per il 51% di proprietà dei Comuni del Bacino e del Bacino stesso, e per il 49% di SMC, la società che possiede le discariche di Chivasso. La discussione è stata innescata dal consigliere di minoranza Matteo Doria: “Seta è uno dei tanti carrozzoni pubblici che non funzionano e creano buchi nei loro bilanci. Lasciamoli fallire: pagheremo, ma almeno lo faremo una sola volta. Quel lavoro lo sa fare meglio un privato”. Hanno preso la parola l’assessore all’ambiente Massimo Corcione, i consiglieri Gianni Pipino, Mimmo Scarano, Gianfranco Scoppettone e il sindaco Libero Ciuffreda. Tutti hanno accennato al buco, attribuendolo in genere agli “insoluti” e alle bollette non pagate. Ma non uno solo ha indicato una cifra, l’entità esatta del vero o presunto buco, le possibilità di colmarlo e i tempi per farlo. Eppure era presente il dottor Fontana, che di numeri si intende. Interessante l’intervento del sindaco. Dopo avere sottolineato che negli ultimi anni i conti di Seta sono nettamente migliorati, Ciuffreda ha comunicato: “Sapete che in Seta è entrato un socio privato (SMC nel 2013-2014, ndr) e verosimilmente entrerà a fare parte di questa società un socio privato molto particolare (Iren, che però è in maggioranza pubblico, ndr) più forte economicamente e come core business, che metterà in salvaguardia Seta e verosimilmente il Bacino”. In sostanza, Iren dovrebbe comprare da SMC il suo 49% di Seta. Ci poniamo una domanda: se Iren ha la forza di mettere Seta in salvaguardia, forse SMC non ce l’ha. Forse SMC non è “forte economicamente”. E infatti sappiamo che è in difficoltà. Lo abbiamo scritto la settimana scorsa. SMC ha chiuso in perdita gli esercizi 2014 e 2015. Ma soprattutto è garante dei 200 milioni di bond emessi dalla controllante Waste Italia SpA. Quei bond dei quali l’emittente non riesce da un anno a pagare le cedole. Ma c’è un’altra domanda interessante per i chivassesi: perché il sindaco non parla delle difficoltà di SMC anche quando si tratta delle discariche e del progetto Wastend? Perché non vi ha nemmeno accennato a Torino nella conferenza dei servizi del 18 ottobre? Perché non illustra le condizioni finanziare della società in Consiglio comunale? Conoscere le condizioni economiche nelle quali si trova una grande azienda che opera sul territorio comunale è sempre importante. Nel caso di SMC lo è ancora di più. Dobbiamo sapere se la società ha i soldi per eseguire le operazioni di post chiusura delle discariche. Dobbiamo sapere se Chivasso corre il rischio che le discariche vengano abbandonate e che al post chiusura e alle bonifiche debbano provvedere il Comune e altre amministrazioni. Dobbiamo sapere se SMC ha i soldi per bonificare la Chivasso 1 senza lasciare il lavoro a metà con la discarica scoperchiata. Vorremmo toglierci ancora una curiosità. Contrariamente a quanto detto dal sindaco, Iren non è privata. Il 60% delle azioni è dei Comuni di Torino, Genova, Reggio Emilia, Parma, Piacenza e di finanziarie dei Comuni stessi. Perché questi Comuni dovrebbero spendere denaro pubblico per comperare una quota rilevante di una società come Seta che ha dei “buchi”? Sarà contenta Iren, che gradualmente diventa il quasi monopolista dei rifiuti in una parte di due o tre regioni. Come A2A, Hera e Acea lo sono diventate nelle loro aree. Sarà contenta Seta: se SMC fallisce la sua quota in Seta potrebbe cadere nelle mani delle banche e degli investitori che hanno comprato i bond di Waste Italia. Per la società di Settimo è molto meglio diventare un pezzo della potente e solida Iren, che di mestiere si occupa di rifiuti e non di operazioni finanziarie. Ma saranno contenti anche i cittadini di Torino, Genova, Reggio Emilia, ecc... ecc...?
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