In un paese come Pont, dove la crisi non è iniziata cinque anni fa ma esiste da decenni, ogni nuova tassa, ogni aumento d’imposta, rappresenta una mazzata che colpisce irreparabilmente i soggetti più deboli. Che non sono suddivisibili per categorie ma appartengono un po’ a tutti i settori. Qualche sacca di benessere resiste ma è sempre più ristretta. Con la TARES si paga l’imposta sui Rifiuti in base al numero di componenti del nucleo familiare anziché sui metri quadrati dell’abitazione. E’ un criterio sicuramente più corretto, lo si era detto per anni: un anziano con una pensione modesta che viva da solo in una grande casa costruita in tempi migliori produce sicuramente minori rifiuti rispetto a una famiglia numerosa concentrata in uno spazio più angusto. Il che non toglie che le famiglie numerosi siano in genere più povere delle altre e che il momento non appaia come il più adatto per colpirle… Allo stesso modo sarebbe giusto in teoria tassare un fruttivendolo più del proprietario di un autosalone (categoria peraltro non particolarmente rappresentata in paese): sono le cifre richieste a risultare insostenibili per molti. E veniamo alle Seconde Case, che comprendono di tutto: vere abitazioni di villeggiatura ma anche alloggi sfitti che i proprietari, non riuscendo a collocare sul mercato, utilizzano come magazzini per depositarvi vecchi mobili. Spesso non hanno più l’allacciamento alla corrente elettrica ed a volte nemmeno alle tubature dell’acqua per evitare problemi dovuti al gelo. Qui si è agito con mano davvero pesante. Basti un esempio: per un locale grande un trentina di metri, i proprietari – che lo scorso anno avevano pagato una cinquantina di euro - si sono visti recapitare un Modulo F24 di 108 euro, oltre ai 38 già pagati come acconto. Un aumento del 300 per cento a fronte di una produzione di rifiuti pari a zero. E dire che l’amministrazione preme sui cittadini perché tengano i vecchi appartamenti sfitti piuttosto che affittarli a prezzi troppo bassi… E’ probabile che ai contribuenti pontesi non basti, per sentirsi confortati, udire dal sindaco che “il passaggio dalla TARSU alla TARES risulta tanto pesante in quanto il Comune, negli ultimi sette anni, aveva scelto di non aumentare le tariffe per nessun servizio Se avessimo applicato l’Aumento ISTAT, ora lo scatto sarebbe meno forte”. Sul piano psicologico forse ma su quello economico sarebbe stato anche peggio…
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