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22 Dicembre 2016 - 08:07
E
’ un altro brutto pasticcio quello con cui dovrà vedersela il consiglio comunale di Pont dopo la sceneggiata andata in onda la sera di martedì 6 dicembre. Unica nota positiva è stata la durata della seduta: non mezz’oretta ma due ore più una ventina di minuti di interventi da parte del pubblico. Ed unico momento di concordia: gli applausi (chiesti rispettivamente dal sindaco e dall’ex-consigliere Motto) nei confronti di due concittadini da poco deceduti ovvero l’ex-vicesindaco Silvana Ferrero ed il vicario di Frassinetto don Fiorenzo Rastello. Tutto il resto è stato sgradevole e fastidioso.
Di cosa si è discusso, oltre che di Bilancio in senso stretto? Di edifici scolastici; di un abuso edilizio di incerta origine ma carico di implicazioni a livello istituzionale; dell’area ex-conceria. Temi in sé interessanti ed importanti, che avrebbero potuto dar luogo a discussioni accese e franche. Come al solito, invece, si è assistito a dei litigi, nei quali poca importanza si è data alla conoscenza delle norme ed alla correttezza delle procedure: quel che contava era lo scontro fra le parti, il dileggio degli avversari e delle loro proposte. Nervi a fior di pelle, maleducazione, persino la minaccia di espellere un cittadino dall’aula facendolo allontanare dalla forza pubblica: non è la prima volta che uno spettatore, ignorando le regole, commenta ad alta voce le decisioni del consiglio ma di solito si invitava l’interessato a stare zitto. Questa volta la segretaria comunale ha ventilato l’intervento della polizia municipale…
Rischia di decadere per il muro abusivo
Se il bisticcio fra sindaco e minoranze sul Polo Scolastico è stato rude ma chiaro, non così per l’altra questione su cui il consiglio di martedì 6 dicembre è stato chiamato ad esprimersi: quella dell’Incompatibilità di Claudio Barinotto con la carica di consigliere “per sopravvenuta lite pendente con il Comune”.
Tutto nasce – ha spiegato il sindaco Coppo – da un accertamento su una tettoia abusiva sul terreno adiacente all’abitazione di cui Barinotto è comproprietario. Poi gli uffici comunali si accorgono che di abusivo c’è ben di più: un muro di contenimento costruito su terreno demaniale, a lato del Torrente Soana: va demolito! Ma Barinotto fa orecchie da mercante, non chiede la Sanatoria e, invece di buttar giù il muro, ricorre al TAR. Inevitabile avviare la procedura per la sua decadenza dalla carica di consigliere: avere una causa aperta contro l’amministrazione comunale è infatti motivo di incompatibilità.
Diversa la versione dell’interessato: “Allora ero ricoverato in ospedale poi, il 5 agosto scorso, è arrivata l’ordinanza di demolizione e, nonostante la difficoltà a reperire dei tecnici in pieno periodo di ferie, ho presentato ricorso”.
A determinare l’Incompatibilità non è l’abuso in sé ma la decisione di resistere in giudizio contro il Comune: per sistemare la situazione basterebbe ritirare il ricorso e pagare, chiedendo la Sanatoria. Facile no? Non proprio, a quanto pare. Il muro in questione non è stato costruito da Barinotto o dagli attuali comproprietari (i figli di sua sorella) bensì era già esistente allorché nel 1971 suo padre (deceduto da anni e dal quale ha ereditato la proprietà) su quel terreno decise di costruirsi la casa. Evidentemente non saltò fuori alcuna irregolarità e, nel corso del tempo, quel muro ha assunto una funzione che prima non aveva…
Una scogliera
anti alluvione
“Il muro che mi si impone di demolire – ha spiegato Claudio Barinotto - costituisce un’opera di difesa spondale, una scogliera per contrastare le piene, e come tale è censita nella Carta delle Opere Idrauliche e nel Catasto Regionale delle Opere di Difesa. E’ per questo che ho fatto ricorso al TAR (e mi è costato già un sacco di soldi): per non dover commettere uno scempio scellerato contro la sicurezza dei miei concittadini e perché non posso demolire un’opera che la Regione ha censito. Forse ho sbagliato a fare ricorso: se non mi fossi mosso, avrebbe provveduto il Comune. Oltretutto l’Ordinanza Sindacale parla di opera costruita su terreno demaniale. Come si può demolire qualcosa che sorge su una proprietà altrui? Per questo chiedo ai consiglieri di soprassedere e di rinviare la decisone per approfondire l’argomento”.
Da parte del gruppo di “Unione e Progresso” si è avanzata l’ipotesi che gli accertamenti vengano effettuati in modo non casuale: “Quante tettoie ci sono nel territorio di Pont? - ha chiesto Rolando - Sono tutte in regola?”.
La risposta del sindaco è stata che “All’Ufficio Tecnico era stata data indicazione di controllare per prime le proprietà del sindaco e dei suoi famigliari, poi quelle dei consiglieri di allora. Per scovare le opere abusive si ricorre a “Google Map”.
E rivolto a Barinotto: “Eri stato convocato e non ti eri presentato; sei stato riconvocato ed è successa la medesima cosa. E questo prima che tu venissi ricoverato in ospedale! Hai dieci giorni per presentare tutte le relazioni che vuoi prima di decadere!”.
Interessante il successivo scambio di battute fra i due contendenti. “Presenta un progetto di sanatoria!” – è stato l’invito del sindaco. “L’Ufficio Tecnico mi ha detto che non è sanabile” – ha ribattuto l’altro. “Presentalo!” – ha insistito il primo cittadino.
Si è votato e naturalmente la maggioranza si è schierata compatta a favore della decadenza dalla carica; il capogruppo di “Unione e Progresso” Walter Portacolone si è astenuto mentre gli altri tre hanno votato contro. Fra loro anche Barinotto che, essendo parte in causa, a rigor di logica non avrebbe dovuto partecipare al voto. A rigor di logica ma non di legge: tra la sorpresa dei più attenti fra i cittadini presenti, la segretaria comunale Antimina Mancino ha infatti spiegato che di solito in questi casi ci si astiene dal voto “per correttezza” ma che non vi sono prescrizioni.
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