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CIRIÈ. Silvestro dà lezioni di democrazia a Devietti&co

Non si è capito bene se ci fa o ci è. E non l’ha capito ancora nessuno. La sensazione, però, è che ci faccia. Perché il pentastellato Franco Silvestro, durante la scorsa seduta della Commissione Bilancio, ha dato lezioni di stile a tutti. Anzi, più che di stile, di democrazia. E più che a tutti, alla maggioranza. E sono state cinque ore cinque, non un minuto di meno, passate ad esaminare punto per punto le cento e passa pagine del Documento Unico di Programmazione presentato dall’assessore Giada Caudera. Cinque ore cinque, non un minuto di meno, passate a mettere alle corde chi il documento l’ha presentato. Silvestro lo ha preannunciato, a inizio seduta, che probabilmente sarebbe andata per le lunghe. Perché i documenti il Comune glieli aveva inoltrati solo quattro giorni prima. E tutti sanno che in quattro giorni il Dup uno non riesce a studiarlo neanche se la mattina è solito fare colazione con latte e bilanci. “Dividiamo la commissione in due sedute” ha proposto il grillino. Niente da fare. E così alle 22.30 la palpebra è iniziata a calare e Caudera ha quasi perso la pazienza. A mezzanotte le palpebre sono definitivamente calate e il braccio destro della Devietti, la pazienza, l’ha persa completamente. Colpo di teatro quando Silvestro ha chiesto una pausa per fumarsi una sigaretta e l’assessore quasi non gliel’ha  voluta dare (che poi a concederla doveva essere Santina Salamone, presidente della commissione, e non Caudera, è ancora un discorso a parte…). “L’ultima volta che ho dovuto chiedere il permesso per fare qualcosa andavo a scuola…”, ha commentato sarcastico e a voce bassa il grillino. Gran finale alle 00.45 con l’abbandono della seduta da parte di Francesco Brizio e Mattia Masangui  in polemica con Caudera (non certo con Silvestro) colpevole di non aver voluto “rimandare la discussione”. Al fianco del grillino è rimasto solo il consigliere di centrodestra Davide D’Agostino, che praticamente ha passato tutto il tempo a ridere sotto i baffi. All’una di notte per le continue e dettagliate domande dell’avvocato grillino i nervi sono saltati. “Capisco la condivisione - ha cominciato a urlare l’assessore -. Ma stiamo facendo l’esegesi del testo parola per parola, mi sembra ci sia un intento polemico…”. E Silvestro, che come abbiamo detto forse non ci è ma ci fa, non s’è fatto attendere un secondo. “Quattro ore fa ho detto che avevo molti dubbi - ha alzato la voce -. Ho chiesto di avere più tempo per risolverli. Avete fatto la scelta di andare avanti. Io, con tutti i miei limiti, ho un ruolo che mi è stato dato dai cittadini. Lavoro come tutti e devo ricavarmi del tempo per studiare la documentazione. Avete scelto di non rinviare la commissione, allora che non mi si venga a dire cosa posso chiedere e cosa no. Il sottoscritto non ha idea del fatto che una voce del Dup sia finanziata in un modo o nell’altro, e non ne ha idea perché il Dup l’ha potuto aprire solo quattro giorni fa. Ho un incarico da esercitare e mi permetto di fare tutte le domande che mi vengono in mente, anche se stupide o scomode. Il contrario sarebbe non adempiere alla mia responsabilità di consigliere”. Per la mezz’ora successiva in pochi hanno osato fiatare. E ci mancherebbe.
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