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CHIVASSO. Discarica, spuntano nuove irregolarità

CHIVASSO. Discarica, spuntano nuove irregolarità

Una foto d'archivio della discarica di Chivasso

Nel 2015 e nel 2016 i tecnici di Città Metropolitana hanno comminato due nuove “diffide” alla società SMC, proprietaria delle discariche di Chivasso, per irregolarità nella gestione del percolato e del biogas della “Chivasso 3”. Nuove per noi: le abbiamo scoperte sentendone parlare nella conferenza dei servizi di Torino. Inutile cercarle nel sito informatico del trasparentissimo Comune di Chivasso.  

Nell’ottobre del 2015 parte la prima diffida. Città Metropolitana rileva che SMC non rispetta le prescrizioni riguardanti la gestione del percolato, il liquido prodotto dai rifiuti in decomposizione che si deposita sul fondo della discarica. Se si lascia depositarne una grande quantità, a causa del peso e della capacità corrosiva il percolato può filtrare nel terreno e raggiungere le falde acquifere. Esattamente quel che già succede sotto la Chivasso 1 e la Chivasso 2, le cui acque sotterranee sono contaminate da quindici anni. Per evitare che ciò accada l’azienda è tenuta a “emungere” costantemente il percolato della Chivasso 3 e depositarlo nel sito di stoccaggio. Ma, secondo i tecnici di ARPA e di Città Metropolitana, l’azienda non lo fa a sufficienza. I tecnici avanzano l’ipotesi che in certi giorni l’azienda interrompa l’emungimento: “potrebbe essere stato inibito volontariamente il funzionamento dell’impianto, in particolare nei giorni di chiusura”. In conclusione, Città Metropolitana “diffida” SMC affinché garantisca il rispetto delle prescrizioni autorizzative relative al percolato.

L’azienda ha obbedito? Si direbbe di no. Infatti dieci mesi dopo, nell’agosto di quest’anno, Città Metropolitana manda a SMC una lettera di sollecito: citando la precedente diffida, l’ente “ribadisce la necessità inderogabile che codesta Spett.le Società garantisca il rispetto delle prescrizioni autorizzative in merito alla gestione del percolato”.

La seconda diffida è del giugno 2016, quattro mesi fa, e riguarda il biogas prodotto dai rifiuti contenuti nella discarica. Occorre evitare incendi, esplosioni, migrazioni del biogas nel sottosuolo del territorio circostante, dove si trovano abitazioni sparse e centri abitati. A questo scopo la società SMC è obbligata a collocare sui fianchi e sulla sommità della discarica dei pozzetti attraverso i quali il gas può uscire all’esterno, venire raccolto per recupero energetico, oppure bruciato sul posto dalle torce collocate sui pozzetti. Perché queste misure siano efficaci occorre che: dentro ai pozzetti e alla rete di estrazione sottostante venga mantenuto un valore minimo di depressione; i pozzetti restino sempre collegati alla rete tranne quando vengono conferiti rifiuti o si effettua la manutenzione; le torce garantiscano una temperatura di combustione superiore a 850 gradi. Ma ARPA e Città Metropolitana hanno accertato che l’azienda non sempre adempie gli obblighi: talvolta la depressione è inferiore alla norma, i pozzetti sono scollegati, la torcia brucia solo a 692 gradi. Ecco perché quattro mesi fa Città Metropolitana ha diffidato l’azienda affinché adempia le prescrizioni autorizzative. 

Non si tratta certo delle prime diffide. A nostra conoscenza dal 2003 al 2014 la società ne ha ricevute otto. Con le ultime due fanno dieci in 14 anni. Oltre al percolato e al biogas, alcune riguardano il nerofumo, gli incendi e gli odori, Se esistono, ci mancano quelle riguardanti la contaminazione delle falde acquifere. 

Non si può certo dire che SMC abbia dimostrato particolare cura del territorio e della salute dei chivassesi e dei montanaresi. Eppure l’amministrazione del sindaco Libero Ciuffreda e dell’assessore all’ambiente Massimo Corcione continua ad essere favorevole al progetto Wastend e all’ampliamento proprio della Chivasso 3. Il mese scorso la maggioranza consigliare guidata da Gianni Pipino ha ribaltato in favorevole all’ampliamento l’ordine del giorno contrario di Marco Marocco. Il segretario del Partito Democratico locale sembra mostrare una sorprendente fiducia nell’azienda. Nel suo documento si trova questa fantascientifica affermazione: “il progetto Wastend può essere una opportunità positiva per Chivasso non solo per le ricadute ambientali a lungo termine… ”. 

Pipino conosce sicuramente la sentenza di Keynes: “nel lungo periodo siamo tutti morti”. Molto adatta a Chivasso. Amen.

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