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Venaria: Mamma e papà non si danno pace

In mano a girare quei fogli. E’ un  tema in classe. Poi il telefonino. Poi un giro su facebook. “Qui nella foto sta mangiando un hambuerger. Qui era quest’estate. Eravamo andati  in vacanza in Cornovaglia. E’ un ricordo bellissimo”. Restano i suoi graffiti appesi alla parete, tutti firmati “fake” e poi i disegni, i bozzetti che trasformava in murales, la sua play station di cui era gelosissimo. In casa, Alessandro è ancora dappertutto. Sulle pareti. Nella camera da letto condivisa con il fratello Lorenzo. Ovunque. “Com’era bravo. Sempre sorridente...”. Piangono i genitori. Piangono e non riescono a farsene una ragione. Una tragedia? “No! Vogliamo giustizia. Non  si può morire così a soli 15 anni. Aveva ancora una vita davanti a sè. No! Non si può morire così. Mio figlio è stato investito dall’ennesimo pirata della strada ... Non proviamo odio ma abbiamo sete di giustizia e ci fa stare male l’idea che venga tutto liquidato come una tragica fatalità. Sul luogo dell’incidente non ci sono nemmeno segni di frenata. La strada è illuminata. Come ha fatto a non accorgersi di quei tre ragazzini...”, quasi urla Marianna Ardizzola, la mamma, con un groppo in gola che non riesce più a salire e a scendere e la voce di tanto in tanto rotta dal pianto. Un po’ più forte, ma neanche tanto, il papà Davide. “Non voglio fare il giustizialista con chi non si è nemmeno fermato per capire come stava. Dentro di me ho troppa rabbia. Dico solo che, se quel signore ha sbagliato, è giusto che paghi. Io non provo odio, a cosa serve? Nessuno mi ridarà indietro mio figlio. Se è colpevole deve prendersi le sue responsabilità e pagare. Chiedo solo giustizia, per il mio Alessandro che aveva ancora tutta una vita davanti e oggi non c’è più. Giustizia, solo questo”. Studente all’Istituto  Bodoni, al terzo anno di Arti Grafiche, Alessandro era un ragazzo dolcissimo e aveva tanti amici.  “Ci aveva appena inviato un sms dicendoci che stava rientrato a casa”,  sussurra Davide. E invece l’altra notte non è più rientrato. “Ti amo piccolo grande uomo, continua i tuoi graffiti in qualsiasi parte ti trovi...” scrive Marianna su facebook e piange tutta la città
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