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21 Ottobre 2016 - 09:28
Una foto d'archivio della discarica di Chivasso
La gestione rifiuti del Gruppo Waste Italia è stata pesantemente bocciata dal punto di vista economico: anche per questo vanno fermati subito i progetti intrapresi dalla società per azioni sul nostro territorio, tra cui in primis l’ampliamento delle discariche che la controllata SMC vuole realizzare a Chivasso. I dati economici sono chiari: a stroncare in Borsa il gruppo che opera nel trattamento rifiuti sono stati i revisori del bilancio semestrale. I debiti finanziari accumulati a oggi sfiorano i 270 milioni di euro, a fronte di un patrimonio netto di soli 4,5 milioni. Inoltre pochi giorni fa proprio un ente locale, la Provincia di Savona, ha revocato alla stessa Waste Italia la gestione di una discarica a causa di tributi arretrati non versati. Anche alla luce di questi dati economici, siamo proprio sicuri a Chivasso di voler affidare un compito lungo e delicato (l’ampliamento delle discariche, la realizzazione di un impianto di riciclo, il monitoraggio per almeno trent’anni delle vasche esaurite) a un’azienda che appartiene a questo gruppo? Da tre anni la società SMC, controllata di Waste Italia, tenta di ottenere l’autorizzazione per un centro di recupero materiali conosciuto come Wastend. Domani, martedì 18 ottobre, in Città Metropolitana a Torino sarà esaminata una nuova versione del progetto, che - a fronte della costruzione di un impianto di recupero e riciclo materiali - prevede l’incredibile ampliamento delle discariche già esistenti per un milione di metri cubi di rifiuti. Se non bastassero gli ultimi rovinosi dati economici e il divieto di ampliamento della discarica Chivasso 3 già espresso dall’allora giunta provinciale nel 2008, pare evidente che si tratta in ogni caso di un’azienda che ha avuto ben poca cura del nostro territorio. Ricordiamo il conferimento irregolare del “nerofumo” di Pioltello nel 2011; gli incendi del 2002, 2003, 2008, 2014; la diffusione di metano nel sottosuolo; la contaminazione delle falde acquifere con ammoniaca, manganese e nichel, che dura da quindici anni, e la successiva bonifica, che è fallita ed è da rifare. Dal 2003 a oggi SMC ha subito dalla Provincia di Torino sette provvedimenti di diffida. Chiediamo che, alla luce di questo scenario indiscutibilmente preoccupante, gli enti locali coinvolti esprimano parere negativo al progetto, sia per i motivi ambientali ormai noti, sia per i più recenti dati economici.
A firma anche di: Mirko Busto, Deputato M5S
Giorgio Bertola, Consigliere regionale M5S Piemonte
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