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13 Ottobre 2016 - 08:42
Adesso il vino ottenuto dalla vendemmia 2016 è tutto nelle botti a maturare, ma quante preoccupazioni e quanto lavoro quest’anno da parte dei vignaioli, per portare a casa l’uva. Il 2016 sarà ricordato per essere un’ottima annata come conferma Gianluigi Orsolani presidente del Consorzio di Tutela Vini del Canavese e stimato produttore.
“Certo per l’Erbaluce sarà sicuramente un anno da ricordare - spiega -, infatti noi quest’anno abbiamo vinificato esclusivamente il bianco fermo, perché sia il passito che lo spumante possono essere vinificati anche in anni non eccezionali. Approfittiamo quindi di questo momento favorevole per avere un’Erbaluce sicuramente ottima in primavera, anche perché purtroppo, se la qualità è buona, la quantità ha avuto un bel calo stimato tra il 25 ed il 30 per cento in meno rispetto al normale”.
Alla Cooperativa Produttori Erbaluce di Caluso, un indubbio punto di riferimento per chiunque voglia tastare il polso alla vitivicoltura locale, il presidente Bartolomeo Merlo snocciola i dati del 2016 che sono: 2.752 quintali di Erbaluce doc, 984 quintali di rosso da tavola, 573 quintali di Canavese rosso e 359 quintali di bianco da tavola.Una quantità considerevole per il calusiese. “Sì, è vero, siamo soddisfatti perché la qualità e la gradazione sono notevoli, basti pensare che i gradi babo, quelli che misurano la zuccherina, quest’anno vanno da un minimo di 17,5 a un massimo di 21 - spiega -. Ci sono stati anni nel passato che si faticava ad arrivare a 17 gradi. Anche noi accusiamo un calo rispetto allo scorso anno, però per quel che riguarda la nostra struttura siamo favoriti da una ampia diffusione territoriale dei soci, ciò permette di avere ogni anno grosso modo lo stesso standard sia in termini quantitativi che qualitativi perché se una zona subisce grandinate o malattie, le altre aree compensano il deficit”.
E proprio perché è stato un anno difficile in vigna, sentiamo il commento di un vignaiolo appassionato e conosciuto per il suo talento nel vigneto, il calusiese Sergio Apparigliato che coltiva diverse vigne sulla collina di Caluso. “Accidenti che fatica, giugno a causa delle piogge torrenziali che si succedevano ogni settimana ha messo a dura prova tutti - commenta -. Da metà giugno a metà luglio occorreva andare tutti i giorni in vigna perché sia la peronospera che il black rot erano sempre latenti. Il numero dei trattamenti fatti in quel periodo è stato notevole, a volte anche uno ogni 5 o 6 giorni se le piogge erano frequenti. Chi ha potuto essere vigile ha salvato il raccolto, chi non ha potuto farlo, in alcuni casi ha avuto la vigna decimata, però adesso che si raccolgono questi bei grappoli la fatica fatta allora non si sente più”.
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