Le parole d’ordine sono qualità, calore e tradizione. Con un pizzico di innovazione, che non guasta mai. Hanno a cuore le loro radici i ristoratori di Chivasso. Che arrivino dal tacco dello stivale o che siano nati qui, i loro piatti rivelano un profondo amore per la loro terra, i suoi sapori e la sua cultura. Sentimento che amano trasmettere anche, e soprattutto, ai loro clienti. Con passione, sacrificio e tanta forza di volontà. Lo sanno bene Claudio Panebianco, Daniela Buzio e Barbara Vaira, gestori, chi da una vita chi da qualche anno, dell’ “Osteria San Marco”, de “La locanda del Sole” e de “La Tola”. Claudio Panebianco ha aperto da poco. La sua “Osteria”, allestita in un vecchio convento, la gestisce da novembre. Qui nella città del Nocciolino ha portato i colori della sua amata terra, la Puglia. I suoi piatti, però, rispecchiano in tutto e per tutto, la cucina mediterranea. Nel suo locale, che conta 35 coperti, si punta alla qualità. “Prepariamo sia carne che pesce - racconta Claudio, ad uno dei tavoli del suo locale -. Ma è tutta roba ricercata”. L’idea dell’osteria è nata perchè “il nostro lavoro è quello dell’oste, ovvero intrattenere i clienti con il cibo”. Il vini? Ce ne sono di tutti un po’, ma l’oste Claudio preferisce abbinare ai piatti quelli piemontesi o anche toscani. Agnolotti e bolliti misti sono invece il must de “La locanda del sole” di via Roma, nata nel lontano 1988. Lì ad un passo dal centro, nelle pentole di Daniela Buzio sfrigolano i classici intingoli della tradizione canavesana. Ma qui, la tradizione va al passo coi tempi. “I nostri punti di forza sono la qualità e l’accoglienza dei clienti - dice nel salotto allestito fuori dal suo ristorante -. Ma sappiamo stare al passo coi tempi offrendo ai clienti sempre qualcosa di nuovo”. Non per niente, Daniela Buzio ha in serbo una grande novità, che coinvolgerà anche tutti i commercianti di via Roma. “Voglio trasformare questa via in uno Street Food - annuncia -. Stiamo lavorando per creare dei cartelloni di forte impatto visivo dove ogni negozio si sponsorizza a vicenda. Vuoi la pizza come una volta? vai Da Salvatore. Un brunch veloce? C’è la Golosa. Una cena piemontese? Vieni da noi...”. L’atmosfera accogliente ed i profumi dei piatti tipici locali sono di casa anche a “La Tola”. Un nome che da solo racconta la storia dell’intera città. “Gestire un ristorante in una bocciofila non è semplice - racconta Barbara Vaira, che è qui da tre anni -. Devi amare il tuo lavoro ma devi amare anche la gente che viene qui. Spesso si tratta di persone anziane, sole, che non hanno più nessuno”. Il locale di via Orti è un punto di ritrovo dove possono continuare a parlare, a raccontare le loro storie. “Noi li coccoliamo con il nostro cibo. Il cuoco è siciliano ma i piatti sono tipicamente piemontesi. Ci sbizzarriamo col fritto misto, con gli agnolotti e la polenta. Ma ogni tanto improvvisiamo anche il pesce”. Ed i clienti? Che tipo di clienti sono? Oltre ai chivassesi, che “accolgono bene i ristoranti”, dicono i 3, ci sono francesi, svizzeri, canadesi. “Si tratta di persone di passaggio, che arrivano a Chivasso e poi vanno via. Ma che quando ritornano, si ricordano di te e passano a trovarti”.
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