Forse non tutti sanno che, sulla collina di San Sebastiano, si possono trovare animali rarissimi. Alcuni, dolcissimi come può essere un capriolo. Altri, simpaticissimi come un orsetto lavatore o un canguro. Altri, misteriosi come un gufo o un corvo albino. Ed altri ancora pericolosi come solo possono essere un tegu argentino ed una lince canadese. Tranquilli, questi esemplari molto difficili da trovare per le nostre latitudini, non sono liberi di circolare nei boschi sansebastianesi, ma sono tutti accuditi, nutriti e tenuti in gran forma, nel parco faunistico l’Oasi degli Animali, in via Nobiei 45. Il professor Dario Garabello, con i suoi collaboratori, gestisce il parco con passione e cura verso gli amici animali che sono stati salvati da situazioni complicate. Ognuno ha infatti una sua storia particolare, ma tutte, fortunatamente, con un lieto fine. E’ il caso degli ultimi ospiti arrivati nel parco. Parliamo del tegu argentino, recuperato nei giorni scorsi a Venaria, vicino all’ingresso del parco della Mandria, e finito su tutti i quotidiani. Il tegu, un grosso rettile onnivoro molto simile ad un varano, di una lunghezza di circa un metro e del peso di 5 chilogrammi, è stato consegnato prima al Centro Animali non Convezionali della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Torino, poi è stato affidato, in buone condizioni di salute, all’Oasi degli Animali di San Sebastiano. Qui, dove si possono trovare ampi recinti in mezzo ad un bosco di 160 mila metriquadrati, inseriti in un ambiente il più possibile simile a quello naturale, è visibile per quanti nutrono una forte passione per queste specie esotiche. “E’ un animale che probabilmente era già abituato a vivere in un ambiente domestico...”, ci spiega il professor Garabello. E che, dunque, deve essere stato abbandonato: per questo, in una nota stampa, il Servizio di Tutela della Fauna e della Flora della Provincia di Torino sconsiglia l'acquisto di specie esotiche come il tegu, che sono di difficile gestione e pongono notevoli problemi di sistemazione nel caso in cui subentri l’impossibilità di mantenimento. Ma il tegu non è il solo, ultimo arrivato, all’Oasi a suscitare le attenzioni dei visitatori. Circa un mese fa, una lince canadese di circa 17 anni, di nome “Ufo”, ha fatto il suo ingresso nel parco. Arriva da Borgofranco d’Ivrea, dov’era custodita in un’abitazione di un uomo con una grande passione per i felini, recentemente scomparso. “E’ un bellissimo animale, che si è ambientato benissimo qui”, aggiunge il professor Garabello. Insomma, per chi volesse entrare in contatto con queste specie bellissime di animali, è d’obbligo una visita al parco faunistico di via Nobiei, aperto tutti i giorni dalle 10 fino al tramonto.
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