AGGIORNAMENTI
Cerca
19 Settembre 2016 - 12:05
Non c’è dubbio che lo sgombro sia un pesce per gourmet che ricercano, in ogni cibo, la sapidità propria del prodotto che consumano. Qualche anno fa è stata intrapresa un’intensa campagna promozionale per aumentare il consumo del prodotto trasformato, in particolare quello sott’olio. I risultati però, sono stati insoddisfacenti per svariati motivi, tra i quali, il più importante è che il “fresco” viene preferito perché è indubbiamente migliore. E’ ottimo anche preparato come indicato nella ricetta che segue, con i seguenti ingredienti per quattro persone:
- 4 filetti di sgombro (100 g l’uno)
-120 g di porro
-4 capperi salati
-una arancia
-maggiorana, timo, prezzemolo q.b.
-una noce di burro
-olio q.b.
-sale di Cervia
Preparazione: mettete i filetti in una pirofila dalla parte della pelle e cospargeteli di abbondante sale di Cervia. Poneteli in frigorifero coperti dalla pellicola e lasciateli marinare per almeno tre ore. Tagliate a rondelle il porro e fatelo stufare con la noce di burro, un pizzico di sale e tanta acqua da coprirlo a filo. Appena saranno morbide, frullatele con tre cucchiai di olio extravergine, i capperi lavati dal sale, il succo ci mezza arancia e un mazzettino di foglioline di timo, prezzemolo, e maggiorana. Otterrete così una salsina vellutata .
Togliete ora il sale dagli sgombri, privateli della pelle, quindi serviteli accompagnati dalla salsina, irrorati con olio crudo.
Abbinamento vino: questa ricetta è ricca di ingredienti con sapori contrastanti, dalla salinità dello sgombro, agli aromi delle erbette, dalla pungenza del porro…,ma una cosa in comune ce l’hanno: la succulenza. Infatti tutti questi ingredienti uniti creano un piatto succulento, per questo il vino da abbinare dovrà avere un buon grado alcolico in modo da asciugare il palato; inoltre dovrà essere un vino morbido, profumato e dal gusto persistente, in modo da smorzare la pungenza e non esserne sopraffatto. E’ consigliabile quindi un buon Fiano d’Avellino Docg, che è coltivato in provincia di Avellino e prende il nome dall’omonimo vitigno. Il Fiano è l’antico vitigno campano che i latini indicavano con il nome “Viti Apiana” per via della dolcezza delle sue uve che attiravano le api. Molto apprezzato da consoli e imperatori romani, ancora oggi gode la fama di essere catalogato tra i migliori bianchi italiani per la sua struttura e la straordinaria finezza. Ottimo come aperitivo, si abbina perfettamente ai più raffinati piatti a base di pesce. Si degusta ad una temperatura di 8-10°C.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.