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14 Settembre 2016 - 17:45
In città cresce l’attesa. Ormai mancano pochi giorni. L’amministrazione comunale patrocina un evento di alto valore culturale e morale: una mostra di canarini e pappagalli in gabbia. Organizzata dall’ACO, l’Associazione Chivassese Ornitologica. La mostra si svolgerà da giovedì 22 a domenica 25 settembre, ma sarà aperta al pubblico solo sabato e domenica.
Nella locandina scaricabile dalla rete il presidente dell’associazione ringrazia “in particolare il Comune di Chivasso nella persona del Sindaco e degli Assessori incaricati”.
Giovedì 22 settembre avverrà l’”ingabbio”. Saranno ingabbiati solo gli uccelli, non gli amministratori comunali. Del comitato organizzatore farebbe parte l’”ASL Chivasso”, ma deve essere una svista. Fra gli organizzatori troviamo il direttore della mostra, la segreteria, e inoltre i “canarini inglesi”, pure loro organizzatori della mostra. Il programma elenca i premi. Ad esempio, il vincitore di ogni singola categoria “stamm” riceverà “diploma + coccarda + 0.4 Kg di prosciutto crudo”, mentre il secondo solo mezzo chilo di speck privo di coccarda. Per incoraggiare gli adolescenti a incamminarsi su questo formativo sentiero della saggezza la FOI (Federazione Ornitologi Italiani) concede ai “soci allevatori minori di 16 anni” uno sconto: a loro iscriversi alla federazione costerà solo 20 euro. Dopo la mostra di argomento “sindonico” organizzata in occasione del Giubileo e il concorso internazionale di musica sacra, l’esposizione dei canarini in gabbia, benché non proprio ispirata alla carità cristiana, costituirà anch’essa un evento “probabilmente suscettibile di proiettare la nostra città in un’ottica europea”. Sono prontamente giunti i rallegramenti delle associazioni di volontariato che si dedicano alla tutela degli animali. La LIPU, la Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli, afferma che “gli uccelli e tutti gli animali selvatici devono poter condurre la propria esistenza in libertà e il giusto senso di interesse, affezione, amore verso di essi va praticato rispettando questo inderogabile principio”. Al contrario, ormai “si ritiene educativo portare i ragazzi ad assistere ai penosi spettacoli quali i ‘parchi-safari’ o le esibizioni di falconeria”. Purtroppo molti sono ancora prigionieri di una vecchia e arretrata cultura: “l’attività di detenzione, anche se legale, di fauna selvatica per motivi di affezione è da considerare retaggio di una pseudo-cultura ormai superata, che vedeva nei secoli scorsi la nascita di giardini zoologici e collezioni private”. Senza alcun riferimento all’esposizione chivassese il comunicato deplora anche la diffusione di pratiche illecite: “esiste purtroppo un enorme sommerso che spesso si fa difficoltà a distinguere, che sfrutta il commercio illegale dell'avifauna per fini di lucro sacrificando la vita di animali indifesi”. Il MAP, il Movimento Antispecista Piemontese, denuncia le sofferenze patite dagli animali tenuti in cattività: “a causa degli spazi ridotti e della prigionia, o di accoppiamenti sbagliati, spesso sviluppano comportamenti anomali: smettono di cantare, mangiano le proprie feci, compiono movimenti ripetitivi, aggrediscono i compagni, anche se di sesso opposto”. Ogni animale è bello “se osservato nel suo habitat naturale: se ne viene sradicato assume comportamenti che in natura non avrebbe” Questa “macabra passione umana di imprigionare ogni forma di vita per diletto è inaccettabile. Quale piacere ci possa dare vedere un animale in gabbia, come se fosse un altro soprammobile sulla credenza, non riusciamo a capirlo”. Quanto agli uccelli in particolare: “noi assimiliamo il gesto del volo all'idea di libertà per eccellenza. Quindi ridurre in cattività animali nati per essere liberi è segno di un mero atto di egoismo”.
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