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CHIVASSO. Crisi Waste: la società risponde alla Consob sui debiti

CHIVASSO. Crisi Waste: la società risponde alla Consob sui debiti

La discarica di Chivasso

Ci siamo già occupati delle difficoltà finanziarie del Gruppo Waste Italia.  Il gruppo controlla Waste Italia che a sua volta controlla SMC, proprietaria delle quattro discariche chivassesi e dell’impianto di trattamento dei pneumatici e altri materiali, nonché proponente del progetto Wastend.

Sono difficoltà ammesse dallo stesso gruppo industriale, quando il 12 maggio non ha pagato le cedole delle proprie obbligazioni e quando ha approvato il bilancio 2015.

Oltre al documento dei revisori, del quale tratta l’articolo del Sole 24 Ore riportato in questa pagina, disponiamo della lunga risposta con cui il mese scorso il gruppo ha risposto alle domande di Consob, l’autorità di vigilanza sui mercati finanziari, sulle società e sulle borse.

Per fare una sintesi che ponga in rilievo le eventuali conseguenze sulla nostra città, possiamo elencare tre punti: 1. per evitare il fallimento, il gruppo sta cercando di rinegoziare i debiti e di fare cassa vendendo attività come il teleriscaldamento e la produzione di energia; 2) il gruppo intende concentrarsi sul business dei rifiuti, cioè su Waste Italia, ma nel 2015 proprio questo settore ha conseguito risultati inferiori a quelli previsti nel piano industriale. 3) per rilanciarsi, Waste punta molto sul progetto Wastend.

Il Gruppo Waste Italia ha debiti verso lo Stato (fisco, ecotassa, inps, previdenza), verso banche (Monte Paschi di Siena e Banca Marche), e verso i fornitori. Riguardo a questi ultimi, attraverso piani di rientro e accordi il gruppo cerca di evitare interruzioni di fornitura e/o di servizi indispensabili al normale svolgimento del business: “Non è tuttavia possibile escludere il rischio di “stop service” o pignoramenti sui conti correnti bancari o sui crediti vantati verso la clientela derivanti da iniziative dei fornitori volte al recupero dei crediti scaduti da questi ultimi vantati e/o per effetto di pronunciamenti avversi da parte degli enti giudiziari competenti”.

Fra le controllate del gruppo, ha debiti anche SEI Energia, che conduce il teleriscaldamento a Rivoli, Grugliasco e Collegno. Ma ha debiti anche Biancamano, attiva nella raccolta dei rifiuti. Waste aveva avviato la fusione con Biancamano, ma l’operazione sta subendo dei rallentamenti proprio a causa dei suoi debiti e della mancata conclusione della rinegoziazione.

Fra le cause di mancato profitto il gruppo indica anche l’abbandono dell’iniziativa KM Verde a Montanaro.

Per quanto riguarda il “business ambiente”, cioè quello dei rifiuti esercitato da Waste Italia, i risultati sono stati inferiori alle attese. Al riguardo il documento è esplicito: “l’esercizio appena trascorso è stato estremamente critico per la Waste Italia S.p.A. e sue controllate”. Fra le cause: “il perdurare di alcune problematiche giudiziarie - che hanno limitato la piena disponibilità di alcuni siti e di una discarica - i ritardi nell’ottenimento di autorizzazioni e nelle realizzazioni di nuove volumetrie autorizzate nonché i diversi avvicendamenti ai vertici direzionali... L’inasprirsi del contesto competitivo nel settore ambientale ha inoltre comportato una generale riduzione dei prezzi, fattore che è andato ulteriormente a pesare sulla redditività del gruppo”.

Circa le problematiche giudiziarie, il documento potrebbe riferirsi al sequestro, dissequestro e parziale risequestro della discarica di Cavenago d’Adda.

Tuttavia, rimane ferma l’intenzione del gruppo di concentrarsi sul business dei rifiuti, liberandosi di altri asset anche allo scopo di mettere soldi in cassa. Fra le controllate in vendita ci sono SEI Energia, i biodigestori dell’Agro pontino, il campo eolico di Cirò in Provincia di Crotone, Alice Ambiente, Ecoema, ecc.

L’intento di indirizzare le proprie risorse prevalentemente nel campo dei rifiuti ci porta a Chivasso. Le discariche operative sul territorio nazionale sono in continua diminuzione. Gli spazi residui sono diventati “un bene raro e quindi altamente valorizzabile”.  In Regione Pozzo le discariche sono quasi piene, ma il progetto Wastend, se autorizzato, consentirebbe a SMC di aprire una nuova discarica: da un milione di metri cubi secondo il primo progetto, da 800.000 mc nel secondo. Anche se nella imminente terza versione l’intervento fosse costituito dalla bonifica della Chivasso 2 o della Chivasso 1, la società otterrebbe comunque uno spazio disponibile per nuovi rifiuti. In ogni caso, Waste “valorizzerebbe” l’area discariche.

Il gruppo punta proprio su Wastend per uscire dalle difficoltà in cui versa. Almeno sono queste le intenzioni dichiarate. Il nuovo piano industriale 2016-2020 di Waste Italia prevede l’attuazione di una prima fase di consolidamento “per poi imprimere un più deciso incremento dei risultati in funzione dell’entrata in servizio dei nuovi impianti, fra cui primeggia il Progetto Wastend che, per quanto con tempistiche più lunghe rispetto al precedente Piano Industriale 2015-2017 produrrà un consistente incremento di ricavi e margini”. Al tempo stesso, la realizzazione di Wastend sarà possibile solo se andranno a buon fine le trattative per la rinegoziazione dei debiti.

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