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30 Giugno 2016 - 09:33
Il 28 settembre si terrà presso il Tribunale Amministrativo del Piemonte di Torino la prima udienza del ricorso presentato da Legambiente e da Pro Natura contro l’approvazione del progetto edilizio cosiddetto “del Mauriziano”.
Si tratta del ricorso depositato nel 2011 avverso la Regione Piemonte che quell’anno aveva approvato in via definitiva il progetto, e anche avverso gli atti del Comune di Chivasso. L’udienza è soltanto un primo passo: entro quella data Legambiente e Pro Natura dovranno dichiarare se hanno ancora interesse al ricorso. Se confermeranno la propria posizione, il TAR stabilirà la data della prima udienza vera e propria. L’interesse c’è ancora, perché l’approvazione del progetto edilizio vale per 10 anni: quindi la proprietà ha ancora 5 anni di tempo per cominciare i lavori.
Quello di cui parliamo è il secondo dei tre ricorsi depositati dagli ambientalisti. Il primo fu presentato al TAR contro l’approvazione del progetto definitivo votato a maggioranza dal Consiglio comunale di Chivasso nel dicembre 2009, durante il mandato di Bruno Matola. Gli ambientalisti ne chiesero l’annullamento perché nell’aprile di quell’anno il Consiglio aveva approvato il progetto preliminare privo della relazione idrogeologica. Il TAR riconobbe il “vizio” e dichiarò ammissibile il ricorso, ma non ritenne l’irregolarità abbastanza grave da richiedere l’annullamento dell’atto.
Contro questa decisione gli ambientalisti hanno presentato appello al Consiglio di Stato: è questo il loro terzo ricorso, la prima udienza del quale non è ancora stata fissata. Per la precisione il progetto edilizio del Mauriziano si chiama “Piano Particolareggiato Edilizio”. Prevede la costruzione di 200 appartamenti in edifici di sette piano in un’area confinante con il Parco Mauriziano (o “parco Robinson”) di via Foglizzo. Il progetto contempla anche la costruzione di una nuova strada che collegherebbe l’area all’ingresso del Parco con la rotonda di Stradale Torino all’uscita da Chivasso. La nuova strada permetterebbe agli automobilisti di evitare l’incrocio di via Foglizzo con Stradale Torino: prevedibilmente sarebbe percorsa da un traffico notevole. Gli ambientalisti, e a quel tempo anche Rifondazione Comunista, ritenevano che sia le abitazioni sia la strada avrebbero avuto un forte impatto sulla tranquillità del Parco. Per questa ragione raccolsero duemila firme contro il progetto e fecero ricorso al TAR.
L’anno scorso, in occasione del tè del sindaco in Stradale Torino, Ciuffreda dichiarò che erano in corso colloqui riservati con la proprietà per scongiurare la realizzazione del progetto. Il Comune proponeva alla proprietà di rinunciarvi in cambio di un terreno in un’altra zona della città. Non abbiamo più avuto notizie di tali colloqui. In mancanza di atti o dichiarazioni in consiglio, non siamo nemmeno sicuri che i colloqui ci siano stati veramente: più o meno come i colloqui con Amazon ecc. A parte queste dichiarazioni del sindaco, per qualche anno non si è quasi più parlato del PPE Mauriziano. Il silenzio è stato rotto soltanto, per quel che ne sappiamo, da una lettera che gli avvocati della Vale Immobiliare mandarono nel febbraio 2012 al Comune di Chivasso e alla Regione Piemonte. La lettera partiva dai ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato, ancora pendenti, presentati “dall’Associazione Legambiente e da tale Meaglia Pietro”. Giudicava i loro atti “pacificamente finalizzati ad illegittimamente bloccare l’iter procedurale e la conseguente attuazione del Piano Particolareggiato Edilizio”. Sollecitava il Comune a provvedere “senza indugio... a completare l’iter procedurale e attuativo del Progetto”. Invitata Comune e Regione a costituirsi in giudizio contro i ricorsi. Avvertiva Comune e Regione che la proprietà avrebbe potuto chiedere loro il risarcimento dei danni al momento “prudentemente quantificati per un importo non inferiore complessivamente ad euro 10.000.000 (diconsi euro diecimilioni)”.
Come dicevamo, negli ultimi anni la questione del Parco Mauriziano è quasi scomparsa dal dibattito pubblico. L’amministrazione Ciuffreda ha rinunciato a rivedere il piano regolatore, dopo avere speso 40.000 euro in studi preparatori. Ma le elezioni si avvicinano. La fissazione della data dell’udienza davanti al TAR potrebbe riaprire la discussione. Cosa intendono fare i futuri candidati sindaci per tutelare la più bella area verde della città?
LA VOCE DEL CANAVESE
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