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A Chivasso Ciuffreda insulta, la minoranza se ne va

A Chivasso Ciuffreda insulta, la minoranza se ne va

Il sindaco di Chivasso parla alla fiera del Carletti (foto d'archivio)

C’è da dire che davvero l’altra sera, in consiglio comunale, Michele Scinica di Sel (se Niky Vendola sapesse...), le ha provate tutte per dare spettacolo, neanche fosse un comico di Zelig. Prima con la lettura di una lettera di scuse al sindaco ed alla maggioranza per quelle dichiarazioni a giornali unificati rilasciate contro l’assessore ai lavori pubblici Castello e un’amministrazione comunale a suo dire meno trasparante di quelle che l’hanno preceduta, poi con una “massima di vita” da far venire la pelle d’oca. Sentite questa: “La libertà non si ottiene con i carri armati ma educando alle regole...”. Da ricopiare, stampare e sparpagliare ai quattro venti. Sveglia ragazzi. Giù dalle brande. Se davvero Scinica ha detto quel che pensa a Chivasso esiste un chiaro rischio per la democrazia. Vabbè, dai, se arriva da Scinica, magari tra un po’ ci ripensa... Tant’è. Ce ne faremo una ragione, anche perché, a dirla proprio tutta, non è stata di certo questa la maggiore attrazione della serata. Con all’ordine del giorno l’istituzione della “Consulta comunale per la legalità” c’era da aspettarselo. Un nuovo organismo, composto da un minimo di 7 ad un massimo di 25 componenti individuati tra le associazioni di volontariato, i commercianti, Libera, le banche, più 7 consiglieri comunali, l’assessore delegato e, infine, una rappresentanza dell’Università della legalità. Una consulta per fare le “regole” e senza soldi da gestire, da affiancare ad un’associazione (l’Università) che invece i soldi ce li avrà e li spenderà per alcune iniziative di carattere culturale. Da qui in avanti un dibattito su due diversi modi di pensare all’amministrazione della cosa pubblica. “Faccio una premessa per evitare poi dei clamorosi inviti a vergognarmi - ha inforcato il capogruppo Pdl Adriano Pasteris, paragonando Ciuffreda a Mao Tze Tung -. Siamo tutti per la legalità e faccio un mestiere che si fonda su questi presupposti. C’è però a mio parere una sovversione delle priorità...”. E quel che non piace al Pdl è questa idea che la politica debba educare prima ancora di aver messo in campo azioni concrete sulla sicureza. “Oltre ad essere educati i cittadini hanno il diritto ad essere protetti. Noi insegnamo a rispettare le regole ma non siamo in grado di tutelarli da coloro che le regole non le rispettano.?Ma come si fa a chiamare i commercianti per chiedere loro di darci dei suggerimenti sulla cultura della legalità? Quelli hanno bisogno di essere difesi da chi sfonda le vetrine... Questa è aria fritta...” . Dello stesso avviso il collega Gianfranco Scoppettone. “Crediamo anche noi nella legalità ma non crediamo nella consulta - s’è lanciato come un missile... - E poi vedo nei vostri banchi sedute delle persone che siedono in giunta pur non potendo ricoprire l’incarico da assessore. De Col lavora all’ufficio per l’impiego e fa l’assessore agli Affari Sociali. Secondo il decalogo non è possibile...”. E sono bastate queste frasi, di uno - è bene dirlo - un po’ poverino dal punto di vista lessicale com’è peraltro la maggior parte dei consiglieri seduti tra le file della maggioranza e della minoranza, a scatenare quel diavolo che c’era dentro il sindaco Ciuffreda. E’ andato fuori di testa, come peggio non avrebbe potuto fare. Talmente annebbiato da mettere in bocca a Scoppettone (poveretto) la parola “incombatibilità” e costruirci su una polemica becera, vergognosa, inutile, antipatica, sconcertante e qualunquista. Atteggiamento tipico di chi ha delle colpe da farsi perdonare. Di chi non sa che cavolo dire. Di chi “ma io che ci sto a fare qui...”. Di un medico qualunque prestato alla politica, a tempo perso, insomma. Giù come una tagliola. “Suggerisco al consigliere Scopettone e al consigliere Pasteris di essere meno superficiali...”. E poi ancora: “Vi inviterei a studiare un po’ di più. Capisco che ci vada molto tempo. Penso che le vostre modalità di intervento siano ingiuriose nei confronti delle persone. Lei ha appena detto che l’assessore è incompatibile e che ci sono altri consiglieri che non possono stare seduti qui perchè sono coinvolti nell’operazione Minotauro. Prima di fare affermazioni così banali, il consigliere dovrebbe avere le compiacenze di leggere le cose, di studiarle, perdere un po’ di tempo per la sua città e poi intervenire in Consiglio comunale. Invito il consigliere Scopettone ad approfondire. Certe affermazioni le faccia al bar...”.    

Lo show sul nulla

      In verità che Ciuffreda volesse piantar casino sul “nulla” è stato chiaro fin dal suo primo intervento o “sermone” come da più parti è stato definito. Un “pippone” che, come tante altre volte, non si poteva stare ad ascoltare, cominciato con una lezione magistrale sulla contraffazione e finito con una serie di insulti all’indirizzo di Pasteris, colpevole e reo confesso di pensarla sulla ‘ndrangheta come la maggior parte dei chivassesi, e cioè che se la città s’è macchiata di quest’infamia è tutta colpa della classe politica e di chi nel 2011 e poi ancora nei mesi successivi se ne andava a braccetto con alcuni degli imputati del processo “Minotauro”. Ma questa, alla fine della fiera, è storia processuale, nota a tutti. “Mi stupisce che un educatore come lei metta in secondo piano l’aspetto educativo - aveva premesso Ciuffreda rivolgendosi a Pasteris, con la solita prosopopea - Io comprendo che lei è abituato a vivere in un ambiente dove l’aspetto disecutivo della politica che fanno i suoi riferimenti nazionali è palese. Ma noi non siamo a Roma e sono convinto che lei non faccia parte di quel club magico di cui spero si discosti anche ufficialmente... Se la politica che lei intende è quella che educa all’elusione, al libertinaggio, alla malavita (ecc... ecc...) mi spiace per lei ma io penso che la politica debba educare in altro modo. Legalità non è solo combattere qualche parchegiatore abusivo. E’ ben altro. E non può essere banalizzata. Se è aria fritta lo vedremo. Le assicuro che c’è sostanza....” Chiara e forte la risposta di Pasteris. Prima bomba: “I cittadini hanno un’idea chiara. Pensano che Minotauro sia un’operazione che ha coinvolto la politica. Questo è il dato di fatto. Ci dicono: all’Università andateci voi perchè voi vi sieti fatti infinocchiare....”. Seconda bomba: “Sono contento che il sindaco abbia scoperto che esiste il problema della contraffazione. Fa il paio con quella volta che scoprì, con grande sorpresa, che a Chivasso c’erano i Paleologi. Visto che gli piace studiare, prenda appunti. E allora. Se la contraffazione è un problema faccia un’ordinanza, faccia qualcosa di concreto, come i suoi colleghi delle località marittime. Però quelli sono sindaci a tempo pieno, noi facciamo con quello che abbiamo...”. Terza bomba: “Mi spiace che lei si sforzi di educarmi, ma io l’educazione l’ho appresa da mio padre e dalla scuola e non l’accetto da lei. Va bene? Possiamo parlare, dibattere, ma sull’educazione ha sbagliato proprio tasto...”. Non c’è l’auditel, ma considerando che subito dopo questo battibecco, il centrodestra ha abbandonato l’aula in segno di protesta, chissà se c’è stata un’impennata negli ascolti ... In solitaria il capogruppo del Pd Gianni Pipino. Sul battibecco (“Non so se è l’effetto dello streaming, sicuramente non è stato un bello spettacolo. Vorrei che evitassimo le banalizzazioni da campagna elettorale che forse la telecamera ha scatenato”) e su Minotauro (“Non è vero che il problema Minotauro è rispetto alla politica... E’ molto più profondo ma ha riguardato senz’altro la politica....”)... Infine l’ex comandante Filippo Novello: “Devo complimentarmi con il sindaco perchè era da tantissimi anni che non ascoltavo un discorso politico così pregnante....”. Domanda: ma quali discorsi politici ha ascoltato fino ad oggi Novello per considerare di spessore la demagogia a cucchiaiate, infarcita di tanti aggettivi qualificativi, di magneficenza, bravura e abilità del sindaco Ciuffreda....?  
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