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22 Giugno 2016 - 09:01
Come abbiamo scritto la settimana scorsa, nel 2013 ARPA, l’Agenzia Regionale Protezione Ambiente, aveva rilevato la presenza di nichel nelle falde acquifere sotto e nei pressi del PiChi, il comprensorio industriale ex stabilimento Lancia di via Caluso. In quantità superiore ai “valori di concentrazione soglia di contaminazione nelle acque sotterranee del parametro nichel”.
La presenza di nichel è stato riscontrata a monte e a valle delle due "vasche melme" site nel comprensorio. Nelle vasche veniva convogliata l’acqua di lavaggio del reparto verniciatura della Lancia. Quando Orazio Toscano e Ugo Franchi del Comitato Vivi Chivasso si sono trovati fra le mani il documento ARPA del 2013, hanno chiesto spiegazioni al Comune di Chivasso: il nichel proviene dalle vasche melme? E se non proviene da lì, da dove arriva? L’ufficio ambiente del Comune ha risposto: come potete leggere nel documento ARPA, il nichel non si trova solo a valle, ma anche a monte delle vasche. Pertanto non sono le vasche a rilasciarlo nel terreno. Ma il Comune non ha chiarito la provenienza del metallo. Il nichel è pericoloso? Citiamo da Wikipedia: il nichel “non è causa di intossicazioni da accumulo, tuttavia le dosi massicce o l'esposizione cronica possono rappresentare un rischio professionale a causa della sua tossicità acuta e della sua cancerogenicità”.
Abbiamo telefonato ad ARPA per avere maggiori informazioni. Sono stati molto disponibili, ma per prima cosa ci hanno consigliato di rivolgerci al Comune, che detiene tutta la documentazione: FIAT PARTECIPAZIONI, tuttora proprietaria delle vasche, manda al Comune rapporti periodici sulla qualità delle acque. Inoltre il Comune deve avere anche i documenti relativi a eventuali operazioni di bonifica o di messa in sicurezza. Sul sito del Comune, nella sezione Ambiente, non troviamo nulla: ma si può chiedere la pubblicazione dei dati in base alla cosiddetta “legge trasparenza”, cioè il decreto legislativo 33/2013. Per scrupolo, nella sezione Ambiente abbiamo anche provato a cliccare sulla sottosezione “Informazioni e dati ambientali detenuti dalla Provincia di Torino”. Ci è apparso un sito con la scritta: “La pagina richiesta non è stata trovata”.
ARPA, ha continuato il tecnico dell’Agenzia, è intervenuta nel 2013 su richiesta del Comune che voleva un controllo sui rapporti di FIAT. Effettuati i rilievi, l’agenzia ne ha tratto due conclusioni: 1. poiché c’è n’è anche a monte, il nichel non è prodotto dalle vasche; 2. il superamento della “soglia di contaminazione” è minimo e tale da non destare preoccupazione. Potrebbe anche essere semplicemente contenuto “naturalmente” nel terreno come tante altre sostanze. Abbiamo replicato: anche se così fosse, non sarebbe opportuno accertare la provenienza o fonte del nichel? Risposta: perché no? Però deve chiederlo il Comune. Inoltre i valori riscontrati dall’agenzia hanno tre anni: è legittimo chiedere al Comune i dati rilevati da FIAT e contenuti nei rapporti recenti.
Il tecnico ARPA ci ha infine riferito che nel 2012 FIAT PARTECIPAZIONI ha eseguito una “manutenzione straordinaria” delle vasche. L’agenzia l’ha giudicata un lavoro adeguato. Ovviamente tutto l’impianto deve venire tenuto sotto controllo, perché le “melme” sono ancora lì. E infatti è questa la domanda alla quale non abbiamo ottenuto risposta: perché le melme non sono state asportate?
Al riguardo, il Comitato Vivi Chivasso ritiene che la legge imponga la rimozione delle melme e delle vasche stesse e il ripristino del sito, che significa riportarlo nelle condizioni in cui si trovava prima della costruzione dello stabilimento: “ARPA ha fatto tutto il suo dovere?”. Orazio Toscano prosegue: “Il sottosuolo di Chivasso è talmente pieno di inquinanti che la Campania ci fa un baffo. In città c’erano industrie chimiche come la Tazzetti: dove sono gli attestati delle bonifiche? Si dovrebbero localizzare con una mappatura tutte le ex fabbriche e chiedere le relazioni ad ARPA”. Abbiamo sentito anche Paolo Zandarin dell’associazione Terrasana: “Nella Consulta ambientale di maggio il Comune ha fatto finta di nulla, sul sito non c’è nulla (amministrazione trasparente?), ARPA delega al Comune. Dati i precedenti e il solito atteggiamento degli enti, noi come Terrasana faremo la nostra parte, come sempre. La situazione ambientale di Chivasso è sempre più grave e l’amministrazione non fa altro che minimizzare”.
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