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Francesco vs deserto (Diario dall'Australia)

Francesco vs deserto (Diario dall'Australia)
Lasciata Cairns con un po' di nostalgia, e il portafoglio più leggero ci siamo diretti verso il tanto atteso deserto. La prima tappa prevedeva l'attraversamento dell'outback del Queensland per finire nello stato del North Territory. Superata Townsville il paesaggio si è subito presentato di un'altra veste. Al posto degli alberi in stile giungla jurassic park della zona di Cairns solo campi aridi, savana e segnali di pericolo incendio. Non a caso dopo pochi chilometri ci siamo trovati davanti un cartello con scritta la temperatura più alta mai raggiunta in Australia, attorno ai 50 e fischia gradi. Sulla strada sono iniziati ad apparire le carcasse dei canguri morti investiti la sera dagli automobilisti, con gli avvoltoi attorno e una puzza di cadavere allucinante. Dopo esser fuggiti ad una rest area piena di corvi e rapaci pronti a mangiarci abbiamo deciso di passare la notte in un campeggio di Pentland, un paesino tristissimo tra i boschi, in stile film horror di Carpenter. La tappa successiva è stato il campeggio di Tennent's Creek. Qui è iniziato lo show in stile the italian job per pagare meno i caravan park.  La scena è questa: in macchina due di noi dietro nascosti tra gli asciugamani (" un posto r tenda per due persone, grazie), gli altri due infiltrati dentro il bagno fino al calar del buio uscendo poi per mangiare ed infilarsi in tenda. Il mattino seguente ci siamo svegliati prima dell'apertura della reception, ci siamo goduti la spettacolare alba nel deserto, doccia e via. E' qui che abbiamo conosiuto un simpatico vecchietto super navigato tutto barba e sigarette, tale Rob.  Uno che vive solo in mezzo al bush, al deserto: niente casa, niente letto e passa il tempo a fumare ottima ganja che lui stesso si coltiva. Ogni tanto un paio di amici vanno li a "trovarlo". Credo che con tutta quell'erba possa ormai parlare con i serpenti e gli altri animali.  E' stato molto divertente parlarci... Nei giorni successivi siamo stati ad Alice Spring la "capitale del deserto" (e degli aborigeni) affrontando il caldo che man mano andava aumentando, l'acqua diventava sempre più un bene raro e costoso. Siamo arrivati a pagare due litri d'acqua piu di 10 dollari!! Peccato che diventava calda dopo una ventina di minuti, sostanzialmente bevevamo piscio. L'unica attrazione gli aborigeni vaganti senza una meta precisa, come gli zombie di walking dead, infatti dopo aver pranzato in fretta e furia siamo ripartiti alla volta del Monte Uluru: la famosa roccia sacra. Quando siamo arrivati nei pressi del parco nazionale abbiamo scoperto che per entrare e vedere il monte avremmo dovuto pagare la bellezza di 25 dollari a testa. Nonostante le bestemmie varie uscite dalla nostra macchina abbiamo deciso di pagare, sapendo che in Italia le bellezze naturali sono praticamente gratuite. Un po' come andare vicino alle dolomiti e dover pagare per avvicinarsi...assurdo. Bè il monte è bellissimo, vista e tramonto mozzafiato, ti senti quasi alienato. C'è tutta una storia dietro, è sacro per gli aborigeni e proprio per quello si sconsiglia di scalarlo perchè sono morte già molte persone, come fosse una maledizione. Ovviamente la sera per rientrare dalle spese un po' a sfregio abbiamo deciso di usare il solito barbatrucco per il campeggio. Visitato il monte la prima cittadina da visitare andando verso sud era a due giorni di viaggio: Coober Pedy. Un paesino famoso per le miniere sotterranee, l'estrazione dell'opale e i paesaggi quasi marziani. Non a caso sono stati girati diversi film tra cui Pitch Black con Vin Diesel. Il caldo cominciava a darci in testa e la fretta di arrivare subito nei pressi di Adelaide in un posto piu mite ci ha portati ad una ripartenza veloce. Passati altri due tre giorni di deserto siamo arrivati appunto ad Adelaide, lascio immaginare la nostra gioia nel vedere tutto quel verde e sentire quell'aria fresca. Gioia trasformata in bestemmia la notte stessa. Passare nel giro di un giorno da 30 a 8-9 gradi con folate di vento non è proprio il massimo. Mettiamoci anche il nostro accampamento di fortuna sotto un gazebo dei Lions (ebbene si) in un parco di bambini e avrete idea di come sia stata una tragedia dormire in pantaloncini dentro una tenda sull'oceano aperto....quella sera ho rimpianto il caldo del deserto. Insomma questo viaggio lo ricorderò anche per aver dormito nei modi e nei posti più assurdi, nelle condizioni peggiori, con una nuvola di fantozzi ad accompagnarci. Basta prenderla sul ridere e pensare giustamente: tutto fa esperienza e morale e soprattutto non è morto nessuno. Il mattino successivo alla bufera siamo andati verso la Great Ocean Road. Una strada lungo le maestose rocce che danno sul mare creando paesaggi spettacolari e nello stesso tempo spaventosi, ideali per famose storie di fantasmi e antichi navi naufragate. Avrei pouto passare tutto il giorno a rilassarmi rimanendo a guardare queste onde sbattere contro questi alti massi in mezzo al mare, è stato bellissimo. Come al solito la pioggia ha rovinato un po' i nostri piani e viste le condizioni di merda del tempo siamo ripartiti subito per Melbourne in cerca di un ostello dove passare due giorni dormendo al calduccio. Un miraggio per certi versi. L'ostello che abbiamo trovato adesso è in centro a Melbourne, vicino a Chinatown. Siamo in una camera da sei, noi quattro italiani e un puzzolente inglese (mamma mia). E' carino qui, c'è un botto di gente, non fosse che per il 70% sono italiani e dobbiamo fare attenzione a discorsi e commenti vari. Il dialogo comunque non va oltre ad un ciao come va, proprio per evitare di continuare a parlare in italiano pure in Australia. Questa città rimane bellissima ma il vento insopportabile e la mia voglia di arrivare a Sydney a ercare un lavoro mi farà ripartire già domani in giornata... Non vedo l'ora di parlare con tanta gente nuova e tuffarmi nella realtà australiana da ragazzo e non da turista!!
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