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CHIVASSO. Discariche: i risultati della bonifica solo nel 2021

CHIVASSO. Discariche: i risultati della bonifica solo nel 2021

Una foto d'archivio della discarica di Chivasso

Con la determina n. 131 del 22 marzo il Comune ha approvato “l’aggiornamento” del progetto di bonifica delle discariche presentato da SMC. Si tratta di un nuovo progetto, che la società proprietaria delle discariche ha dovuto elaborare perché la bonifica che sta eseguendo non ha conseguito i risultati attesi.

Le operazioni di “messa in sicurezza” della Chivasso 1 e della Chivasso 2 erano cominciate nel luglio 2013. Ma già nell’anno successivo le analisi periodiche effettuate dalla stessa società, e trasmesse al Comune, ad Arpa e Città Metropolitana,  avevano rivelato due fattori di preoccupazione: 1. nella falda acquifera superficiale era ancora presente una quantità di ammoniaca e di nichel superiore al livello di guardia: 2. il battente, cioè il livello del percolato al fondo delle discariche, non scendeva nonostante la continua asportazione.

Comune e Provincia avevano chiesto chiarimenti a SMC e, non avendoli giudicati del tutto soddisfacenti, avevano imposto alla società di predisporre un “aggiornamento” del progetto. Quello che il Comune ha appunto approvato il mese scorso.

Il livello del percolato

Il nuovo progetto si articola nelle parti seguenti. In primo luogo, SMC si impegna ad abbattere entro 13 mesi il livello del percolato nella misura prevista dal progetto originario. Seguiranno due anni più altri due di operazioni di controllo. Se nel 2021 l’abbattimento sarà stato raggiunto, l’area otterrà la “certificazione di bonifica”. Altrimenti comincerà la “fase 2” del progetto.

Il miglioramento  del capping

In secondo luogo, SMC dovrà migliorare il sistema di impermeabilizzazione (capping) che, sulla sommità delle discariche, deve impedire all’acqua piovana di penetrare nel corpo delle discariche medesime. Se il capping non è abbastanza efficiente, l’acqua piovana filtra nelle discariche e va a gonfiare il volume di percolato che si deposita sul fondo. SMC ha sostenuto che gli ultimi anni sono stati particolarmente piovosi, ma ha ammesso che il capping potrebbe avere bisogno di qualche ritocco.  Si impegna quindi a migliorare lo stato del manto erboso della Chivasso 1, a inserire al disotto un telo HDPE e un geotessile drenante, e ad effettuare la manutenzione delle canaline di drenaggio lungo le sponde e alla base delle discariche.

Le nuove mappe  dell’inquinamento

In terzo luogo, SMC ha ridisegnato il perimetro delle aree (esterne alle discariche) sotto le quali si trovano le falde inquinate da ammoniaca, manganese e nichel. Quando nel 2014 fu rilevato il superamento del livello di guardia di tali sostanze in due piezometri a valle della Chivasso 3, Provincia e Arpa ipotizzarono che anche questa vasca fosse responsabile dell’inquinamento della falda, e non solo la Chivasso 1 e la Chivasso 2. In tal caso l’area della bonifica avrebbe dovuto venire allargata. SMC ha replicato in questo modo: le falde acquifere hanno cambiato direzione e ciò può aver fatto pensare che anche la Chivasso 3 “perdesse”. Ma non è così: l’inquinamento è e resta imputabile solo alla Chivasso 1 e alla Chivasso 2. Comune, Città Metropolitana e Arpa hanno accettato questa spiegazione, pur raccomandando per precauzione un costante monitoraggio della Chivasso 3. Ma la tesi del “cambiamento di direzione” delle falde ha avuto una conseguenza: bisognava ridisegnare i confini delle aree di contaminazione (esterne alle discariche). SMC ha provveduto a ridisegnarli. E in base alle nuove mappe il Comune ha emanato le 15 nuove “ordinanze pozzi” del 31 marzo, che sostituiscono quelle del 2012: alcuni immobili – terreni e case – escono dalle aree di contaminazione e nuovi cinque vi entrano.

Rapporti trimestrali sulle  acque di falda

In quarto luogo, SMC si impegna a trasmettere alle autorità competenti, Comune compreso, rapporti trimestrali sulla qualità delle acque di falde. Rapporti che si aggiungono a quelli quadrimestrali, semestrali e annuali già previsti dal progetto originario e dalla normativa. Si spera che il Comune si decida a pubblicare tempestivamente tutti questi rapporti nel proprio sito informatico.

Le garanzie finanziarie a carico di SMC

Infine, l’aggiornamento del progetto ha comportato un adeguamento delle garanzie finanziarie che SMC deve depositare. Nel progetto originario la cifra era di 3.627.035,50 euro. Ora la società dovrà aggiungere 1.976.734,35.

Il Comune è un sommergibile

Oltre ad approvare tutto ciò, la determina 131 del 22 marzo ci regala una sorpresa. Essa afferma che nella conferenza dei servizi del 21 settembre 2015 è stato concordato di non convocare ulteriori conferenze e di condurre a termine il procedimento mediante scambio di documenti fra gli enti e SMC. Veramente noi non ci eravamo accorti di questo “concordato”. E non se ne è accorto nemmeno il verbalizzatore della conferenza, che è un dipendente del Comune: nel verbale infatti non c’è traccia di tale decisione. Però il risultato di questa pretesa decisione condivisa lo conosciamo: da settembre in poi il procedimento è proseguito “in subacquea”. Nessuna informazione è stata comunicata in questi mesi alla consulta ambientale, al consiglio comunale, ai cittadini. L’amministrazione si è ben guardata dal convocare la consulta delle associazioni ambientaliste, dove ci sono sempre dei rompiscatole che fanno domande. Così il procedimento è continuato in immersione ed è tornato a galla a sorpresa con la determina del mese scorso. A giochi fatti, come al solito.

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