“Cosa faccio adesso? Io? Nulla! Faccio il pensionato. Vado a prendere mio nipote a scuola. Vado in montagna. Vado per mostre. Ecco quello che faccio...”. E’ lui! E’ proprio lui! Fiorenzo Grijuela, l’ex sindaco Grijuela. Un po’ ci mancava. La sua loquacità. Il suo “pane al pane e vino al vino”. Incredibile ma vero, non è cambiato neanche un po’ pur facendo una vita completamente diversa, ritirata, fuori dai giri politici, fuori da tutto. Dall’alto dei suoi 77 anni guarda con distacco a quei tanti anni passati ad amministrare la città, peraltro con un curriculum di indiscutibile spessore. Dal ‘63 al ‘75 nella commissione interna e nel consiglio di gestione Olivetti. Poi dal ‘75 all’85 assessore all’istruzione. Capogruppo del Pci e Presidente dell’ex Usl dall’85 al ‘90. Poi in consiglio provinciale fino al ‘98. Infine sindaco per due legislature. E in poche righe siamo già arrivati al 2008. E dopo? Poi basta. Questione di principio. Quando uno ha finito una sua funzione e si avvicina a un’eta veneranda è giusto che si ritiri. Credo non si sia mai più vista, in questi anni, una mia intervista. Io la ritengo un questione di postura… In realtà, a Ivrea, in tanti continuano a solcare la scena... E rischiano di risultare retorici, di dire solo delle stronzate. Questo discorso ci pare di averlo già sentito ... Sarà mica diventato un po’ renziano? “Renziano” da Renzi, s’intende. Un po’ renziano io? No! Non lo sono. Però apprezzo alcune cose di Renzi. Apprezzo che abbia il coraggio di scegliere. Per il resto la decisione è tutta mia. Quando io decidevo cosa fare della mia vita Renzi non lo conosceva nessuno... Mi creda... E’ davvero poco interessante stare ad ascoltare quelli che a 80 anni vanno a in giro a dire quel che pensano con grande saccenza. Il protagonismo dei nessuno non fa per me. Non è Renziano, ma sarà rimasto nel Pd... La verità? Siamo tutto orecchi. Io non sono mai stato iscritto al Pd. Quando c’è stata la fusione tra i Ds e la Margherita ho deciso che non avrei più preso la tessera. Punto.. Epperò un po’ s’interesserà alle cose della sua città, all’economia, all’Italia? Sì! Leggo i giornali e constato che in questi anni non è cambiato molto. La produzione che non decolla, il problema dell’occupazione, i contributi Inps per le future generazioni. S’aggiunge che è peggiorato il sistema del finanziamento degli Enti locali con i patti di stabilitià che hanno prodotto (e questo è l’unico merito) un contenimento della spesa pubblica. E a Ivrea? E’ cambiato anche di più, perchè nei piccoli centri dove c’erano grandi fabbriche le crisi si sono percepite molto prima e molto di più che nelle grandi città. L’impatto è stato grande e oggi siamo di fronte ad un nuovo sistema economico. Intende dire dopo l’Olivetti, immagino... Io ho vissuto in prima persona quella tragedia. E quindi oggi che si deve fare? Oggi tutto ruota intorno alle piccole aziende. Da un punto di vista pratico si devono mettere in campo tutte le energie per supportarle. Non con i soldi (sono tutti bravi a chiederli) ma creando le condizioni perchè possano ben operare. Una cosa che avrebbe voluto fare ma... Sistemare l’area di piazza castello, ma c’era un problema di soldi... ... e poi? Poi speravo partisse il peduncolo.... La ferrovia Chivasso Aosta, insomma. Questo problema è centrale: il resto è poesia. Per il futuro del Canavese e di Ivrea una ferrovia che funziona è indispensabile. La pendelarità aumenterà sempre di più e se non si interverrà questo territorio sarà destinato a impoverirsi. E la colpa di chi è? Guardi Di tutti e di nessuno. Dei comitati. Degli amministratori comunali. Quando c’erano i soldi si dovevano rifare i progetti e quando c’erano i progetti mancavano i soldi e non si sapeva se tutti sarebbero poi stati d’accordo. Insomma, il nulla… Anche perchè le Ferrovie non hanno mai dimostrato grande attenzione alle linee secondarie. C’è chi vede un futuro con il turismo ... Ci credo poco. Manca il prodotto per il grande turismo di massa. Non abbiamo vini. Non abbiamo l’enogastronomia. Non c’è una cultura sul turista. Abbiamo il paesaggio, i cavalli, qualche castello e possiamo puntare, questo sì, sul turismo non residenziale. Con questo dico che facciamo bene a spingere su alcuni argomenti, per esempio la canoa, che però interessano una nicchia di mercato, troppo piccola per fare la differenza. E l’Unesco? E i 450 mila euro spesi per il dossier sulla candidatura? Gli edifici sono interessanti, sarebbe giusto valorizzarli, forse avrei fatto anche io la stessa cosa e tutti sappiamo che queste cose qui costano. Dico che per Ivrea sarebbe un biglietto da visita importante, ma non credo sia arrivato il tempo del 900. L’Unesco ha fatto passi in avanti sul paesaggio ma non sull’architettura moderna. E’ ancora ferma in una logica che privilegia le antichità. Anche in questo caso poi non ci sarebbe la cultura e l’interesse necessario. In quanti visitano il Maam e il Castello di Rivoli? E quanti il museo Egizio? Vero! S’aggiunge un altro fondamentale problema. Quale? Per valorizzare le Langhe io posso fare, per esempio, un piano regolatore che limita o vieta le costruzioni. Per valorizzare gli ex edifici Olivetti che cosa faccio? Sono tutti di proprietà privata. Peraltro proprio sulla candidatura Unesco ci sono state un mucchio di polemiche, anche all’interno del Pd Polemiche da quattro soldi e mi fanno un po’ sorridere se a farle sono i personaggi di paese. Alla gente non gliene può fregare di meno. E’ un modo sbagliato di fare politica. I partiti hanno bisogno di compattezza e di elaborazione culturale e politica sui grandi temi. Solo questo crea una classe dirigente. In assenza di dibattito si scivola nella dittatura. Ai tempi dello scontro tra democristiani e comunisti (e io ero comunista) il dibattito era forte sui grandi contenuti. La Città metropolitana... Ci credo. E’ necessaria. Io non sono mai stato per le piccole province e quella del Canavese sarebbe stata un errore. Il problema della Città Metropolitana sono le risorse e le gambe per camminare. Senza soldi resta una schema tecnico, la bozza di un’idea. Chiarissimo... Ci faccia ora il nome di un politico di oggi che lei stima. Senza dubbio Alberto Avetta. E’ stato un mio assessore. Valido e con grande senso dei rapporti. Uno che sa ascoltare e guardarea le cose con un occhio laico. Una persona intelligente...
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