Cerca

CHIVASSO. La città dice addio al giovane Tieri

Aveva 37 anni ed una lunga vita davanti da vivere. Aveva 37 anni e ancora tanti sogni nel cassetto da realizzare. Ma, lui, quei sogni li ha portati via con sé, per sempre. Ancora prima di vederli esauditi. Federico Tieri si è spento venerdì sera, 6 maggio. Un infarto fulminante lo ha colto all’improvviso senza lasciargli scampo poco prima di andare a dormire. Aveva origini chivassesi, Federico Tieri e tutto ciò che un uomo possa desiderare. Un lavoro come ingegnere. Una famiglia rinomata alle spalle, conosciuta in città grazie alla caffetteria che possedeva nei viali. La mamma Mariangela, a cui voleva un bene dell’anima. I bei ricordi dei momenti trascorsi col suo papà, scomparso quando lui era solamente un ragazzino. Tanti amici con cui condividere i momenti più belli. E poi c’era sua moglie, Laura Lupo. L’aveva sposata meno di due anni fa, nel settembre del 2014. Amavano viaggiare. Insieme erano stati a Minorca, alle Seychelles, in Sud Africa. Durante l’inverno adoravano invece rifugiarsi in montagna, in Valle d’Aosta oppure in Francia. Era un ingegnere, Federico Tieri. Nel ’97 aveva conseguito il diploma come perito meccanico, per poi proseguire i suoi studi al Politecnico di Torino. Nel capoluogo torinese, lavora per l’I.De.A. Institute, un’azienda italiana famosa in tutto il mondo specializzata nel disegno industriale e nella progettazione di automobili e motocicli oltre che di elementi d'architettura e di elettronica. Con i colleghi aveva instaurato un rapporto di amicizia, tanto da organizzare tante cene a casa, o al ristorante. Da persona scherzosa e solare qual era, Federico Tieri aveva anche partecipato al Carnevale di Chivasso verso la fine degli anni ’90. Aveva vestito i panni del Cavaliere. Smessi quei panni, non se n’era persa nemmeno un’edizione. Era un uomo che amava anche la vita all’aria aperta, Federico, soprattutto il calcio. Da ragazzino era stato giocatore del settore giovanile de La Chivasso, per poi passare al calcio a cinque nell’Aci Rondoletto, in ha giocato fino a due anni fa. Tra i suoi hobby, c’era anche la corsa. Con una persona così era prevedibile che ai funerali, celebrati ieri pomeriggio in Duomo, ci fossero centinaia di persone. Amici , ex compagni di scuola, colleghi, semplici conoscenti che hanno incrociato, anche per poco, il suo cammino. Toccante, il ricordo della mamma, lette al termine della funzione religiosa dalla cognata Stefania. “Mio figlio- sono le parole che hanno commosso tutti- era una persona speciale, di cuore e tutta la gente che presente qui oggi ce lo dimostra. Ora, Federico hai raggiunto tuo padre ed i tuoi nonni. Ti prego, da lassù, proteggici…”
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori