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15 Aprile 2016 - 08:50
LIbero Ciuffreda
Adesso basta! Il sindaco Libero Ciuffreda faccia eseguire l’indagine epidemiologica sulle condizioni di salute dei chivassesi. Una prima indagine costerebbe molto meno dei 70.000 euro spesi per Exposizione, Chef Kumalè e il salmerino alpino.
Mettiamo insieme anche solo una parte dei dati e delle informazioni che suggeriscono l’opportunità dell’indagine epidemiologica: l’aumento delle richieste di esenzione ticket per patologie tumorali; l’inquinamento dell’aria; l’eternit che ancora copre e riveste parte dei capannoni dell’area ex Lancia; i fumi della centrale termoelettrica; l’inquinamento delle falde acquifere nelle aree circostanti le discariche. Ecc. ecc.
Si dirà: l’indagine epidemiologica costa! Invece non costa molto. Meno di un euro per abitante. I tre piccoli Comuni di Santhià, Tronzano Vercellese e Alice Castello, paesi di cave e discariche, l’hanno commissionata ad un ricercatore universitario di Novara. Costo 13.000 euro per circa 10.000 abitanti. Si ribatterà: così poco? Forse quello è uno studio poco approfondito. Bene, le caratteristiche dello studio le può spiegare l’autore stesso. Possiamo regalare all’amministrazione il suo numero di telefono e il suo indirizzo email. Così in Comune non perdono tempo. Se all’amministrazione non piace quell’epidemiologo, ne può interpellare altri.
L’ARPAM, l’equivalente marchigiano della nostra ARPA, ha svolto un’indagine epidemiologica dal titolo: “Stato di salute delle popolazioni residenti in aree prossime ad impianti di smaltimento di rifiuti solidi urbani”. Gli autori precisano ripetutamente che non è possibile stabilire un rapporto di causa / effetto fra discariche e patologie osservate. Però hanno potuto riscontrare in alcune aree intorno alle discariche “eccessi statisticamente significativi” delle patologie che una ventennale letteratura scientifica associa alla presenza di discariche: tumori emolinfopoietici, polmone, vescica, fegato e malformazioni congenite. Pertanto auspicano l’effettuazione di “ulteriori e più dettagliate indagini epidemiologiche per la migliore conoscenza del problema”.
Una curiosità: i ricercatori rilevano che in Italia molti impianti di smaltimento sono allocati lungo i confini dei territori comunali: esattamente come le discariche di Chivasso, che sono vicine al confine con Montanaro. Per questa ragione non hanno studiato solo i Comuni sede degli impianti, ma anche quelli limitrofi. Anche perché talora – fanno osservare - l’impatto negativo su aria, acqua e suolo si manifesta più nei Comuni adiacenti che in quello che ospita la discarica.
Dunque non è impossibile eseguire un’indagine epidemiologica. Certo che bisogna volerla. Il sindaco di Chivasso la vuole? Sì e no. Quando alla fine del 2014 fu depositato il primo progetto Wastend, Ciuffreda la chiese. Ma pochi mesi dopo, quando fu presentata la seconda versione, non la chiese più. Per quale ragione? Oltretutto non basta scrivere una letterina a Città Metropolitana e poi non pensarci più.
E’ previsto per maggio il deposito del terzo progetto Wastend: vedremo se questa volta Ciuffreda tornerà a chiederla, e soprattutto se si batterà per ottenerla, e in caso di insuccesso se la farà eseguire a spese del Comune. Sarebbero soldi ben spesi, molto meglio spesi di quelli sprecati nelle consulenze per la fusione con Castagneto o nelle piste ciclabili costruite e poi subito smantellate.
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