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08 Aprile 2016 - 09:45
All’inizio era parso un po’ a tutti come il classico pesce d’aprile a scoppio ritardato. L’inagurazione della “Nuova sede” dei vigili del fuoco intitolata al Brigadiere “Francesco Petratto”. E invece no. L’han fatto davvero. Sabato e domenica scorsi, in pompa magna, con tanto di taglio del nastro e discorsi altisonanti per rendere la festa davvero una cosa seria. In prima fila il sindaco Libero Ciuffreda, l’assessore regionale Gianna Pentenero e una dozzina di sindaci della collina e del basso canavese. Insomma siamo alle comiche, non foss’altro che la caserma dei vigili del fuoco è già stata inaugurata una volta, la bellezza di una decina di anni fa, ai tempi del sindaco Andrea Fluttero. Finita e inaugurata grazie ai soldi (circa un miliardo e cento milioni delle vecchie lire) raccolti da “Specchio dei Tempi” e dal Tg5 dopo l’alluvione del 1994. Soldi consegnati sull’unghia al Circolo Santa Barbara di Camillo Vaj promotore del progetto di un centro di protezione civile in un’area messa a disposizione dall’allora amministrazione comunale, la stessa in cui poi si insedieranno anche la Croce Rossa e i carabinieri. C’è qualcuno che riesce a spiegarci il senso di questa festa? Ci abbiamo provato, chiedendo un po’ di qua e un po’ di là. Nessuno se lo è chiesto e tutti, sabato scorso, si sono precipitati in via XXIV Maggio senza sapere bene il perché. Forse perché la si è intitolata a Petratto? No: si chiamava già così! Forse per celebrare un anniversario? Macchè! Qualche manutenzione straordinaria? Un mezzo nuovo? La sostituzione dei pneumatici sui mezzi? No!?No! No! Semplicemente un’inaugurazione perché all’ingegner Camillo Vaj gli andava di tagliare un nastro. Tutto qui.,,, E si potrebbe andare avanti così anche nelle prossime settimane. Con l’isola pedonale di via Torino o, perché no, anche con il Canale Cavour, esempio sempreverde di ingegneria italiana da promuovere nel mondo. Cos’è alla fine della fiera un’inaugurazione? Si prendono un paio di forbici ed un nastrino tricolore. Si chiama la banda e se non c’è pazienza. E poi zac, un taglio netto e via con gli applausi scroscianti per la felice rappresentazione. Un’idea geniale, peraltro leggermente scopiazzata, considerando che anche la biblioteca è stata inaugurata tre volte, la seconda e la terza, giustificate dagli arredi provvisori acquistati con il contributo della Smc e poi per quelli definitivi. Più che una città un set teatrale a tutte le ore del giorno. Ci fosse ancora in vita il nostro amico e collaboratore Alberto Faraudello, “Bertu” per gli amici, andremo avanti a scrivere per almeno un paio di anni. Lui, ex comandante dei vigili volontari che fino all’ultimo si battè per trattenere sul nostro territorio, così delicato da un punto di vista idrogeologico, lo stanziamento di un presidio permanente. Lui che il nome di Camillo Vaj neanche riusciva più a pronunciarlo. E in verità non ce ne sarebbe stato il bisogno, considerando che Vaj con i vigili del fuoco, per almeno una decina anni non ha più avuto quasi nulla a che fare. Scomparso da tutti i radar, dicono i maligni per uno screzio con il comandante Piero Rosolon, andato in pensione sul finire del 2014, ma anche per una convenzione tra il suo Circolo Santa Barbare e l’Amministrazione Comunale a guida centrodestra che non riuscì mai a digerire, perchè non era come lui se l’era immaginata. Però adesso Vaj c’è e “sarà tre volte Natale e festa tutto l’anno...”.
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