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CHIVASSO. Il paradosso di Identità Comune: una proposta che ammazza la democrazia

CHIVASSO. Il paradosso di Identità Comune: una proposta che ammazza la democrazia

Carlo Fontana

Come risulta da una recente delibera di giunta, con la propria attività di studio l’associazione Identità Comune di Carlo Fontana e Tomas Carini contribuisce, a titolo gratuito, all’elaborazione del progetto di  fusione dei Comuni di Chivasso e di Castagneto. Un progetto lanciato e sostenuto dalle due amministrazioni comunali e sul quale i cittadini potranno pronunciarsi nell’imminente referendum consultivo.  

Ma qual è la teoria o visione politica di Identità Comune? Come è noto l’associazione si batte per la realizzazione di “Comunità” di 120.000 abitanti, derivanti dall’accorpamento dei Comuni di popolazione inferiore. In tal modo le attuali 8.000 amministrazioni comunali italiane si ridurrebbero a sole 500 “Comunità”. In questa prospettiva, Identità Comune scaglia un furioso attacco ai piccoli Comuni. Citiamo dal libro Democrazia a KM0 di Carini. A proposito delle tante, a suo giudizio troppe, amministrazioni comunali l’autore scrive: “Farle cadere è il primo passo per riappropriarsi della democrazia”. Le 500 Comunità sarebbero addirittura “l’unica speranza per salvare l’Italia”. Manca poco all’appello a radere al suolo a cannonate Foglizzo, Mazzé, Verolengo e Torrazza, per non parlare di San Sebastiano,  Lauriano  e Cavagnolo.

Ma è proprio vero che per salvare la democrazia bisogna sopprimere i piccoli Comuni?

Tutto il pensiero politico democratico occidentale manifesta una convinzione completamente contraria: la piccola città, il piccolo Comune, sono i luoghi nei quali meglio può realmente venire esercitata la democrazia e praticata la partecipazione dei cittadini. La “polis greca”, principalmente l’Atene periclea, nell’immagine che ne è stata tramandata, è considerata la culla della democrazia. Basta ricordare il celebre discorso di Pericle riferito da Tucidide. O pensare all’ideale della democrazia diretta di Rousseau, un ideale che può realizzarsi soltanto in una dimensione così piccola da consentire a tutti i cittadini con diritto di voto di riunirsi nella pubblica piazza per deliberare. Nell’Ottocento il francese Tocqueville, ammiratore della democrazia nordamericana, esalta il piccolo Comune, la piccola e semplice realtà che consente la partecipazione dei cittadini al governo della cosa pubblica e stimola la formazione dello spirito civico: “proprio nel comune risiede la forza dei popoli liberi. Le istituzioni comunali sono per la libertà quello che le scuole elementari sono per la scienza: esse la mettono alla portata del popolo e, facendogliene gustare il pacifico uso, l’abituano a servirsene”. Carini non menziona questi autori, bensì un trattato di questioni militari, intitolato Il Generale. Manuale per l’esercizio del comando...

Ci sono tanti modi di ammazzare la democrazia: Identità Comune ha inventato la propria.

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