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IVREA. CIC. "Ecco perché mi sono dimesso dalla commissione d'indagine"

IVREA. CIC. "Ecco perché mi sono dimesso dalla commissione d'indagine"

Consiglio comunale di Ivrea

Al Sindaco Alla Presidente del Consiglio Comunale Alla Presidente della Commissione di indagine CIC Ai Consiglieri Comunali       Commissione di indagine CIC - Dimissioni   La questione riguardante l'assurda, quanto evitabile, fine del CIC, almeno come azienda pubblica, ha lasciato sul campo molti dubbi e responsabilità non chiarite. Con insistenza ci siamo battuti, come lista civica Viviamo Ivrea, perché venisse istituita una Commissione di Indagine per “analizzare le motivazioni ed eventuali responsabilità oggettive e soggettive all'origine delle perdite di CIC scrl”. In data 4 febbraio 2015, oltre un anno fa, il Consiglio Comunale esprimeva la volontà di istituire tale Commissione individuando al 30 giugno 2015 il termine dei lavori. Soltanto due mesi dopo, il 31 marzo 2015, venivano nominati i 5 componenti e precisamente i consiglieri: Ballurio, Perinetti, Sassano (PD), Comotto (Viviamo Ivrea), Tognoli (Lista dei cittadini-MPP), ma per definirne il Presidente si è dovuto attendere il successivo Consiglio Comunale dell'11 maggio 2015. Solo dopo diversi solleciti verbali la Commissione veniva convocata per la prima volta il 17 settembre 2015 seduta in cui ci sono state solo alcune schermaglie formali, riguardo i “margini di manovra” della commissione stessa, ma nella quale già si poteva leggere un chiaro segnale riguardo l'effettiva volontà di una certa parte politica di andare a fondo sulla questione. Poco tempo dopo, il 01 ottobre 2015, la Commissione si è di nuovo riunita per ascoltare in audizione il Presidente del Collegio dei Revisori dei conti del Comune di Ivrea, Dott. Delfino, che ha delineato un quadro a tinte fosche riguardo il comportamento tenuto dagli attori coinvolti nella vicenda. A partire dall'incomprensibile silenzio seguito alla dichiarazione di crisi aziendale datata addirittura 30 maggio 2014 seguita dalla “Relazione sulla situazione economico-patrimoniale al 31.08.2014” che accertava la perdita di 530.445 euro tale da far rientrare la società nella fattispecie di cui all'art. 2842 ter c.c. Silenzio da parte degli amministratori e del collegio sindacale, nei confronti dei soci, e del Sindaco della Città di Ivrea, nei confronti del proprio Consiglio Comunale. Può essere utile ricordare che la legge stabilisce in questi casi la convocazione dell’Assemblea dei soci “senza indugio” da parte degli amministratori, e in caso di loro omissione da parte del Collegio sindacale, entro 30 giorni dalla data in cui sono venuti a conoscenza della perdita. L'audizione del Dott. Delfino mi aveva molto colpito per la gravità dei rilievi da lui esposti e, in coda alla riunione, proposi di calendarizzare una serie di incontri ravvicinati (anche uno a settimana per alcune settimane) per districare l'ingarbugliata matassa dando la mia disponibilità a partecipare in qualunque orario nel rispetto delle aspettative che l'istituzione della Commissione aveva generato nei confronti dei lavoratori e dell'opinione pubblica. Non solo da allora, il 01 ottobre 2015, non è stato fatto nulla, ma non abbiamo avuto nemmeno il piacere di ricevere i verbali delle due sedute precedenti per valutare, con particolare riferimento alle segnalazioni evidenziate dal Dott. Delfino, la necessità di promuovere, se di nostra competenza, l'attivazione di un'azione di responsabilità. Tutta questa vicenda è stata gestita, nella migliore delle ipotesi, con eccessiva superficialità da diversi attori in gioco compresa l'Amministrazione Comunale che di certo non può dire di non essere stata a conoscenza della questione se non altro perché, il lontano 26 giugno 2014, le liste civiche Viviamo Ivrea, Lista dei Cittadini-MPP e il M5S hanno presentato una mozione in Consiglio Comunale dal titolo: “CIC. Una crisi annunciata e mai affrontata” il cui deliberato, riferito alla dichiarazione di crisi aziendale del 30 maggio 2014, recitava testualmente: “... il Consiglio Comunale, esprime profonda preoccupazione per la situazione venutasi a creare e sollecita la costituzione di una commissione di indagine, ai sensi dell’art.21 del Regolamento del Consiglio Comunale, finalizzata a salvaguardare i posti di lavoro e a ricercare eventuali errori e responsabilità nei confronti di una società partecipata che occupa 153 dipendenti e che il nostro territorio non può permettersi di veder fallire. L’Amministrazione Comunale dovrà fare di tutto, alla luce del carattere di azienda pubblica di CIC, della quale la Città di Ivrea è l’azionista di maggioranza, per risollevare una situazione che si sarebbe dovuta affrontare prima, ma che si è ancora in tempo a prendere in mano ora senza però esitare ulteriormente e mettendo sul tavolo tutte le carte in ossequio agli obblighi di trasparenza sanciti dalla recente evoluzione normativa”. Questa mozione, seppur affossata dall'astensione dei 10 componenti di maggioranza presenti, metteva in tutta evidenza i problemi, allora in nuce, che sarebbero poi stati la causa del fallimento del CIC per il quale finora non sono state individuate responsabilità nonostante sia di fatto scomparsa dalla proprietà pubblica una società che fatturava circa 7 milioni di euro l'anno. Un altro passaggio utile da ricordare, sempre di iniziativa della Lista civica Viviamo Ivrea, è il deposito agli atti di una memoria in una Commissione Lavoro svoltasi il 28 luglio 2014 nella quale erano contenute una serie di domande rispondendo alle quali in maniera puntuale e solerte forse la situazione si sarebbe ancora potuta recuperare. Domande che avrebbero potuto essere una buona base di partenza, seppur non esaustive, per i lavori dell'attuale Commissione di indagine e che riportiamo qui sotto in maniera sintetica:
  • la presenza del Vice-Sindaco Capirone nel cda del CSI Piemonte (socio e debitore nei confronti di CIC) non evidenzia un conflitto di interessi divergenti rischiando di depotenziare l'efficacia della sua azione all'interno dell'Amministrazione eporediese?
  • quante persone sono state assunte e con quali profili professionali o consulenze esterne affidate negli ultimi tre anni?
  • quali procedure e quali meccanismi di pubblicità sono stati attivati per tali assunzioni/consulenze?
  • qual è il costo degli organi gestionali quali il Consiglio di Amministrazione e il Presidente? E quello dei consulenti?
  • quanti e quali sono stati gli oneri sostenuti per consulenze legali per affrontare i ricorsi dei dipendenti licenziati senza giusta causa e poi reintegrati?
  • qual è stato l’avanzamento delle retribuzioni per singolo livello lavorativo a fronte del fatto che nel 2013 alcuni lavoratori hanno rinunciato ad una mensilità per consentire il pareggio di bilancio? Tutti hanno avuto lo stesso trattamento?
  • sono stati attivati tutti i controlli necessari per garantire la compatibilità di nomina e di retribuzione del Presidente e dei componenti del cda?
  • perché la sezione “Amministrazione trasparente”, obbligatoria per legge, magicamente apparsa sul sito del CIC nei giorni seguenti il succitato Consiglio Comunale, oltre all’indice e qualche sparuto collegamento non contiene tutto quanto richiesto espressamente della normativa vigente?
Tutte domande rimaste senza risposta anche dopo l'attivazione della Commissione di indagine. E' evidente come si sia persa l'ennesima occasione per ridare un minimo di dignità ad una politica più preoccupata delle beghe di partito che delle sorti di un'azienda pubblica, fino a qualche anno fa fiore all'occhiello dell'ICT Piemontese, o della necessità di rendere trasparente il proprio agire nei confronti della collettività amministrata. Ciò che lascia esterrefatti in questa triste vicenda è che esistono documenti scritti, verbali di pareri o assemblee, dichiarazioni ed elementi oggettivi incontrovertibili che evidenziano chiaramente le falle del sistema, ma che incredibilmente non sono stati considerati da nessun organismo di controllo compreso il Comune che, come evidenziato dal Collegio dei Revisori dei conti con verbale del 02 febbraio 2015: “ai sensi dell'art 147-quater del TUEL ha l'obbligo di definire, secondo una propria autonomia organizzativa, un sistema di controlli sulle società non quotate, partecipate dallo stesso ente locale. Tali controlli sono esercitati dalle strutture proprie dell'ente locale, che ne sono responsabili”. A semplice titolo di esempio non esaustivo ricordiamo:
  • Osservazioni del sindaco (d.ssa Bordin) alla relazione sulla situazione patrimoniale al 31 ottobre 2014 della società CIC scrl ai sensi dell'art. 2842 ter c.c.
  • Verbale n°1 del 2 febbraio 2015 - Parere dell'Organo di Revisione sulla proposta di deliberazione consiliare di ripiano perdite e ricostituzione del capitale minimo legale della società CIC scrl
  • Verbale n°3 del 26 febbraio 2015 - Parere dell'Organo di Revisione sulla proposta di deliberazione consiliare avente ad oggetto: “CIC scrl - Ripiano perdite e ricostituzione del capitale minimo legale e relativa variazione di bilancio – determinazioni”.
Riprendendo la curiosa storia della Commissione di indagine dobbiamo ancora dire che il 27 luglio 2015 è stata approvata in Consiglio Comunale una proroga del termine dei lavori fino al marzo 2016 ed eccoci qua. A pochi giorni dalla scadenza del termine già prorogato non possiamo che rimarcare l'inutilità della commissione stessa e l'assoluta mancanza di volontà da parte della maggioranza che appoggia l'attuale esecutivo di arrivare ad individuare responsabilità sia politiche che amministrative. Va evidenziato che la Commissione è composta da tre rappresentanti del partito, il PD, che ha le maggiori responsabilità, se non altro politiche, di quanto accaduto e non parliamo del solo livello locale. Responsabilità talmente evidenti che avevano spinto alcuni rappresentanti della stessa maggioranza consiliare e dello stesso partito a chiedere le dimissioni del vice-Sindaco con il solo risultato che la questione, seppur posta pubblicamente, non è nemmeno arrivata nell'aula consiliare. Tutto caduto nel vuoto e senza neanche un briciolo di giustificazione. Alla luce di quanto sopra non credo sia opportuna la mia permanenza in una Commissione di indagine alla quale, con ormai chiara evidenza, non interessa entrare nel merito di quanto accaduto alla ricerca di evidenti responsabilità che ancora una volta rimarranno impunite. Con la presente, non reputandone più credibile l'operato, rassegno quindi le mie dimissioni dalla Commissione di indagine istituita il 4 febbraio 2015 e richiedo che mi vengano trasmessi quanto prima i verbali delle uniche due sedute finora svoltesi.

                                                                                             Francesco Comotto

Ivrea, 21 marzo 2016

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