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CHIVASSO. Libertà di pensiero…

CHIVASSO. Libertà di pensiero…

Dal 2013 che il mercato del pesce al foro Boario di Chivasso non si fa più di venerdì eppure... un cartello mai aggiornato ne vieta il parcheggio. Sarà colpa del Salmerino, dichiarato patrimonio del territorio dal nostro Sindaco, ma l'attenzione di questa amministrazione al rispetto delle regole continua ad essere “a senso unico”: sempre in barba ai cittadini. Al foro Boario c'è qualcosa di più pericoloso che un divieto di sosta. Ci sono tutte le colonnine della corrente elettrica aperte e accessibili da chiunque. I bambini, i più curiosi e indifesi, possono toccare e correre pure il rischio di folgorarsi. Ora chi farà la multa al Sindaco, unico responsabile della salute pubblica di tutti noi chivassesi? In attesa di una risposta prendiamo atto che questa amministrazione ci prova gusto a sanzionare sempre e solo i cittadini. Ma i chivassesi che dicono di queste prepotenze? Poter dire quello che uno pensa della gestione del bene comune, che piaccia o no, è politica! Chi si definisce apolitico e se ne vanta lo fa per compiacere il potere, qualunque esso sia. E c'è chi addirittura lo riporta anche nello Statuto dell'associazione, “apolitica” a garanzia per chi è al potere. La libertà di pensiero, di espressione – quindi di critica – appartiene alla dignità stessa dell’uomo e dell'intera nostra comunità. Avere proprie idee anche diverse è tollerato dal potere. Diverso è il poterle sostenere, divulgare o farle conoscere. Bisogna anche dire che non esiste un diritto all’offesa, alla denigrazione, alla derisione altrui. Non esiste un diritto alla diffamazione, alla calunnia. Non vi è alcun diritto alla persecuzione né all’istigazione. La libertà di pensiero non è libertà al male gratuito, all’ingiuria. La libertà di pensiero non è detenuta da alcuni a svantaggio di altri e non esiste una categoria che interamente la possieda. Ancora oggi è un diritto rimasto troppo sulla carta. Esprimere il proprio pensiero significa esercitare un proprio diritto. È di difficile realizzazione nel concreto, non sempre è opportuno e possibile infatti parlare a cuore aperto, esprimere opinioni e questo non solo a causa della diversa cultura dei popoli ma a motivo della diversità del cuore di ciascuno. Il problema è soprattutto educativo, culturale, sociale e anche religioso. Ecco perché la prima rivoluzione in questo paese è avere una propria idea e poterla dire senza dover subire ritorsioni come purtroppo è successo a Walter Tamagnini, un nostro attivista, diffidato perché ritenuto scomodo per l'associazione che gestisce a Caluso un canile. Se vogliamo dare un futuro a questo paese non basta aspettare e sperare, occorre partecipare! Che ognuno si impegni in prima persona se vuole che le cose cambino, perché solo insieme possiamo farcela!

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