I vincitori della Start Cup Piemonte e Valle D’Aosta 2015. Il secondo da sinistra è Daniele Michelini
La Sintol srl, la ditta che aveva ricevuto un'ordinanza di fermo delle attività per la realizzazione di un impianto di pirolizzazione da parte del sindaco di Front Andrea Perino, ha fatto ricorso al Consiglio di Stato. Nelle scorse settimane la società aveva tenuto un incontro con la Città Metropolitana e il Comune di Front, con l'intenzione di trovare un accordo per poi indire una Conferenza di Servizi, strumento che ha lo scopo di semplificare l’azione amministrativa attraverso la raccolta dei pubblici interessi coinvolti in un procedimento. Durante la riunione la Sintol avrebbe presentato un nuovo progetto con tutte le specifiche delle materie prime utilizzate nel processo di pirolizzazione, tanto discusso. Poi però il cambio di rotta: la Sintol decide di ricorre in appello al Consiglio di Stato. Il sindaco Perino è pronto a costituirsi in giudizio di fronte e con lui lo è anche la Città Metropolitana, con delle spese legali non indifferenti. La ragione per cui il sindaco Perino aveva emesso quell'ordinanza, il 25 settembre 2015, è basata sulla convinzione che Epica srl, proprietaria dello stabilimento, e il locatario Sintol srl avrebbero dovuto fornire alla Città Metropolitana la documentazione necessaria per svolgere una valutazione ambientale dell’impianto, al fine di “garantire la necessaria tutela ed incolumità pubblica”. Questo anche secondo il parere emesso dall’Area Sviluppo Sostenibile e Pianificazione Ambientale e dall'Area risorse Idriche e Qualità dell’Aria della stessa Città Metropolitana. Questi pareri, secondo l'Amministratore delegato della Sintol Valter Michelini, erano basati su “un'inesatta informazione”, stando a quanto ci ha dichiarato in un'intervista, rilasciata nel novembre 2015. Secondo Michelini il progetto dovrebbe impiegare materie prime seconde, biocombustibili che, in questo caso, corrisponderebbero a biocarburanti di seconda generazione. Il materiale di scarto che vorrebbero utilizzare sarebbe selezionato dalla COREPLA, il consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi di plastica. Ma guai a parlare di rifiuto! Perché il materiale di scarto dovrebbe essere rimpiegato in un processo produttivo ottenuto grazie ad una pirolisi, “che è ben diversa da un inceneritore”, aveva affermato Michelini nell'intervista. Un biocarburante del tutto diverso da quello che proviene dalle sostanze organiche ma ritenuto come tale dal momento che “il materiale si distingue dal rifiuto perché diventa "materia prima seconda", poliolefine, sottraendo materiale che altrimenti resterebbe in discarica”, aveva dichiarato Michelini. Insomma stando alla Sintol, l'ordinanza del sindaco era stata emessa sulla base di informazioni scorrette e con le intenzioni di bloccare il pirolizzatore. Quindi, avvalendosi del parere favorevole emesso dal SUAP, lo Sportello Unico delle Attività Produttive, e dai Vigili del Fuoco, nel gennaio 2015 la Sintol decide di fare ricorso. Il TAR però non è stato persuaso: si tratta di rifiuti o meno? Inoltre l'area in cui si realizerebbe il progetto è classificata come RIR, ovvero a Rischio di Incidente Rilevante. Per queste ragioni, respingendo il ricorso, il TAR ha invitato la società a fare chiarimento. Poi ha seguito l'incontro in Città Metropolitana. Quando una società ricorre in appello al Consiglio di Stato significa che intende tutelare i propri diritti e i propri interessi nei confronti della Pubblica Amministrazione. Una mossa che immobilizzerà la questione per un bel periodo di tempo, considerando i tempi giudiziari dell'organo. L'anno scorso il progetto aveva vinto la "Start Cup Piemonte Valle d'Aosta", un concorso per le idee di business supportate dagli atenei delle università delle due regioni. La società aveva presentato la propria idea innovativa ad opera dei suoi soci, e riconosciuta tale da una giuria composta da esperti delle Università, tra le più rinomate di Italia: il Politecnico di Torino e del Piemonte Orientale e l'Università della Valle d'Aosta. Vuol forse dire che, nel giudizio, gli esperti non abbiano considerato tutto ciò che il progetto comporterebbe?
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