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Processo per l'apertura dell'emodinamica. Tocca ai testimoni di Secreto

Processo per l'apertura dell'emodinamica. Tocca ai testimoni di Secreto

Renzo Secreto, ex commissario dell'Asl To 4

Dal 1° maggio 2011 al 30 giugno 2011 abbiamo eseguito 56 angioplastiche coronariche. Se il laboratorio non fosse stato chiuso, in un anno ne avremmo potute eseguire 300. In linea con la fase di avvio di un servizio così...”. Il dottor Francesco Pinneri, primario di cardiologia all’ospedale di Chivasso, martedì 29 ottobre è stato sentito dal collegio giudicante e dai pm Toso e Demontis nell’ambito del processo “Sanitopoli”. Pinneri è stato citato dalle difese di Renzo Secreto, ex commissario dell’Asl To 4, coinvolto per il filone di inchiesta che riguarda l’apertura, per soli due mesi, dell’emodinamica all’ospedale di Chivasso. Il sospetto della pubblica accusa è che il laboratorio - la cui attrezzatura è stata definitivamente trasferita la scorsa estate - sia stato aperto solo per soddisfare “fini elettorali”, visto che in quel periodo nella città dei Nocciolini si votava per eleggere sindaco e consiglio comunale e considerato che l’apertura di un altro centro sarebbe stata in controtendenza con le disposizioni regionali che prevedevano la chiusura di sei emodinamiche già aperte nel territorio piemontese. La Procura punta il dito sul fatto che la direzione dell’Asl To 4 ha “esternalizzato” il servizio con affidamento diretto e non con un bando di gara alla clinica Villa Pia. “Procedemmo così perché l’apertura dell’emodinamica sarebbe stata solo per sei mesi, nelle more della definizione del Piano socio sanitario regionale, che sarebbe arrivato di lì a qualche mese”, s’è difeso nell’udienza precedente l’ex commissario Secreto. “Fino al 2006 l’attività di emodinamica a Chivasso era stata solo di tipo diagnostico, mai interventistico - ha spiegato Pinneri -. Poi, un gruppo di lavoro di cardiologi, su incarico dell’amministrazione regionale, nel 2007 realizzò un rapporto sulle emodinamiche in Piemonte. In quel lavoro si stabiliva che l’apertura di un centro sarebbe stata giustificato qualora vi fossero state almeno 600 coronografie e 400 angioplastiche all’anno. Valutammo che, data l’utenza che gravitava sul nostro ospedale, avremmo potuto eseguire in dodici mesi più di 900 coronografie e 500 angioplastiche. Queste valutazioni a nostro avviso giustificavano l’apertura del laboratorio”. Da lì una serie di incontri, anche nell’assessorato regionale. “Ne parlammo una volta anche con Gambarino, in Regione, ma la necessità di avere un servizio del genere la spiegai anche a Cota e a Ferrero, attraverso lettere firmate e protocollate”. Pinneri, nella sua deposizione, ha confermato quanto dichiarato da Secreto la settimana prima. “Avevamo un solo emodinamista - ha riferito ai pm e al collegio giudicante -, che stava completando un periodo di formazione e solo con questo medico non saremmo potuti partire con il servizio”. In buona sostanza, necessitava di un periodo di “tutoraggio”. “Dopo i no ricevuti da strutture pubbliche come il Giovanni Bosco, il Mauriziano e il Maria Vittoria, pensammo di rivolgerci a cliniche private - ha riferito -. Il dottor Secreto mi chiese se ne conoscevo qualcuna: per la competenza e l’esperienza, pensai a Villa Pia, i cui emodinamisti in un solo anno eseguivano oltre mille coronografie. Lo dissi a Secreto, poi seppi che venne sottoscritta una convenzione. Così riuscimmo ad aprire il centro: avevamo un operatore, che era il nostro emodinamista, e il dottor Brsch di Villa Pia, che svolgeva l’attività di tutoraggio”.
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