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BRUSASCO. Quattro liste alle elezioni? Esercizio di democrazia

BRUSASCO. Quattro liste alle elezioni? Esercizio di democrazia

elezioni

A Brusasco si  sta entrando nel vivo della campagna  elettorale per le amministrative di (probabilmente) giugno. Al punto che si parla di 4 liste elettorali: una facente capo a Isabella Agusta, una a Luciana Trombadore,   una a Massimiliano Irico. A queste ormai note si aggiungerebbe quella guidata da un esponenti della attuale minoranza, Marco Rigazzi e  Daniele Testore, ed avrebbe anche l’appoggio di Carlo Giacometto. Addirittura 4 liste. Qualcuno vede male questa proliferazione, troppa dispersione. Ma da un altro punto di vista significa ricchezza di partecipazione. Significa altre 10 persone che si interessano ai problemi del Comune, che discutono almeno un po per vedere le soluzioni migliori, significa che sono pronte a dedicare parte del loro tempo al bene comune. Libertà è partecipazione, cantava Giorgio Gaber. Ed anche solo l’attenzione ai vari problemi che comporta la creazione della lista, la raccolta firme, la presentazione, e poi la propaganda, le discussioni..ma ben vengano questi momenti, in cui praticamente tutte le famiglie, tutti i cittadini in  qualche modo si sentono coinvolti. Con due problemi: la campagna elettorale tende ad accentuare le divisioni, si capisce, competition is competition,. tutti corrono per vincere, ed a volte i toni possono diventare  pesanti. E questo ingrandisce  il secondo problema: perchè dopo le elezioni, c’è l’amministrazione, c’è la gestione quotidiana. E i solchi scavati durante la campagna elettorale, che a volte vengono riempiti di scheletri o scheletrini o presunti tali, impediscono poi il dialogo, il confronto, il contributo, la collaborazione. Tutto si limita ad una maggioranza che decide, ed una minoranza che presenta interrogazioni, perché altro non può fare, concretamente. Il resto , sparisce. Perché, ci si chiede, dovrei aiutare il mio avversario, che pure mi ha trattato male in campagna elettorale? Perché, anche durante le elezioni, ma sopratutto dopo, siamo tutti cittadini dello stesso comune. Perché il bene del Comune è il bene di tutti. E tutti possono, se vogliono, contribuire. In realtà, il senso civico   la democrazia e la Costituzione insegnano e dichiarano che tutti i cittadini possono concorrere all’amministrazione del bene comune. L’importante è aggiungere un piccolo paragrafo: con onestà  ed onore. Si potrebbe per esempio ritrovare, riunire i 30 cittadini che non sederanno in consiglio comunale, e invitarli ad esprimersi sui temi comuni, che so, dal bilancio a nuove iniziative? E’ un modo, non certo l’unico. Queste persone, insieme alle associazioni di volontariato, rappresentano il terreno di coltura, il brodo entro cui si sviluppa la democrazia, la partecipazione.

Insomma, pur nella diversità, si può  pensare che si possa collaborare, con idee proposte e aiuto concreto. Questa è cultura. Utopia? Bè era utopia anche quella di Galileo Galilei, quando dichiarò che il centro del sistema solare non era la terra. Era utopia anche la carta dei diritti dell’uomo, visto che ancora oggi non è accettata in molti luoghi del pianeta terra. E’ utopia    credere che i comportamenti umani siano guidati in minima parte dal nostro conscio, ed in gran parte dal nostro inconscio, come ha dimostrato Freud. Insomma, tutti i sogni di miglioramento dell’essere umano sono utopia, ma solo finche non diventano concreto patrimonio di tutti. Sarebbe un gran gesto di cultura e di emancipazione, se, dopo le elezioni, fosse possibile superare le divisioni e provare a collaborare insieme. Vincitori tutti, a quel punto, pur  nella differenza delle funzioni.  Chissà, mai dire mai….

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