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BRUSASCO. Elezioni: si candida anche Carlo Giacometto

Carlo Giacometto ci mette la faccia. O, per dirla alla maniera tanto cara al leader del suo partito di riferimento, scende in campo alle elezioni amministrative di Brusasco. “Sì, ho deciso di candidarmi nel gruppo dell’attuale minoranza. E’ arrivato il momento di rendere la notizia ufficiale”. Già consigliere provinciale di Forza Italia oggi Giacometto,  43 anni, non ricopre incarichi amministrativi, dopo essersi candidato alle ultime elezioni regionali, ma è coordinatore provinciale di Torino del partito di Silvio Berlusconi. Sposato, padre di una bimba di tre anni, lavora nella direzione risorse finanziarie e patrimonio della Regione Piemonte. In realtà, a Brusasco e dintorni non è che abbia bisogno di grandi presentazioni. Lo conoscono tutti. Allora Carlo, veniamo subito al dunque. Perché hai deciso di candidarti? Perché voglio dare il mio contributo al paese in cui vivo e perchè mi piacerebbe misurarmi con la sfida del governo di un’amministrazione pubblica, dopo essere stato per dieci anni all’opposizione nel Consiglio provinciale di Torino. Perché con il gruppo di opposizione uscente? Perché sono il mio riferimento. Insieme, abbiamo deciso di intraprendere questo percorso. Fino alla notizia di Massimiliano Irico candidato sindaco, pareva che il percorso potesse essere comune con quello della maggioranza uscente. Cos’è cambiato? Guarda, io sono uno che in politica è abituato a creare occasioni di accordo. Sempre. Ogni tanto capita però che non ci siano le condizioni. Questa è una di quelle volte. Mi è parso di capire che nel gruppo questa volontà di un’intesa con la maggioranza, con Irico candidato sindaco, non ci sia.  Il candidato sindaco lo fai tu? Assolutamente no. Mi candiderò in lista, mettendo a disposizione del candidato sindaco le mie conoscenze professionali e i contatti che ho maturato in tutti questi anni con gli enti superiori. Non ci sono le condizioni per cui io possa fare il sindaco: chi verrà dovrà essere presente in Municipio tutti i giorni, tutto l’anno. E’ un impegno che oggi non posso prendere. Anche perché voglio fare il padre. E con il lavoro e l’impegno nel partito, fidati che non è semplice. Un domani, con la pensione, chissà. Di sicuro se capitasse mai sarò un sindaco che non costerà nulla ai brusaschesi. Lo farò, volentieri, gratis. Torniamo all’oggi. Irico, Agusta, Trombadore e ora anche la lista della minoranza. Quattro candidati sindaco per Brusasco non sono un po’ troppi? No, perché? Le elezioni sono un esercizio di democrazia. Non credo si possa fissare un limite a quanti si vogliono candidare. Il candidato sindaco ce l’avete? All’interno del nostro gruppo c’è chi ha le caratteristiche per ricoprire al meglio il ruolo di sindaco di Brusasco. Chi è? Non posso dirlo. Stiamo facendo ragionamenti... Con Isabella Agusta ti sei mai incontrato? Ci siamo parlati, in più di un’occasione, ma solo a titolo personale. Non come lista. E con Luciana Trombadore? No, mai. Come vedi Brusasco tra qualche anno? Di sicuro è necessario invertire la rotta. La futura amministrazione non può limitarsi alla gestione dell’innegabile declino che stiamo vivendo, ma deve fare altro. Tipo? Intanto migliorando la percezione di sicurezza dei cittadini. Nei nostri paesi, oggi, la gente scappa. Va a vivere altrove, un po’ perché non viene offerto più nulla e un po’ perché qui non si sente più sicura, con tutti questi furti, truffe, rapine. La sicurezza sarà un punto focale del nostro programma elettorale. E poi i nostri comuni devono tornare ad essere attrattivi, devono offrire qualcosa a chi viene a vivere qui. Sicuro inizieremo a valutare un percorso di fusione, diverso da quell’unione nata male con Cavagnolo e Brozolo. Un’utima domanda. Quanto ha influito il percorso di tuo papà Carlo nella tua scelta di candidarti per Brusasco? Nulla. Non è una questione sentimentale. Lo faccio perché mi sento di dare qualcosa per il paese e basta.
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