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23 Febbraio 2016 - 11:17
Venerdì scorso l’associazione Identità Comune, con il patrocinio del Comune di Chivasso, ha presentato il libro di Tomas Carini “Democrazia a Km0”. Principale relatore era il professor Sergio Conti della Società Geografica Italiana.
Identità Comune è molto attenta al modo in cui vengono spesi, soprattutto mal spesi, i soldi pubblici. Il suo progetto di riordinamento degli enti locali mira anche a risparmiare le poche e preziose risorse rimaste ai Comuni. Per questo suggerisco ai suoi dirigenti di invitare di nuovo il professor Conti per affrontare un altro interessante argomento: il cosiddetto “piano casa” della giunta regionale presieduta da Mercedes Bresso e della quale Conti fu assessore all’Urbanistica. Il piano, intitolato “10.000 alloggi entro il 2012”, fu approvato dal consiglio regionale nel 2006 e perfezionato dalla giunta l’anno dopo. Come leggiamo nella presentazione dell’assessore Conti pubblicata sul sito della Regione, la spesa prevista era di 750 milioni di euro di sovvenzioni erogati dall’ente regionale. Sovvenzioni a fondo perduto, come si ricava dall’allegato alla delibera del consiglio.
Oltre due milioni sono arrivati anche a Chivasso. Per la precisione si tratta di 2.822.177 euro: questa la cifra indicata dal Comune in una risposta al consigliere Marco Marocco del Movimento 5 Stelle. Quei soldi erano destinati alla costruzione di alloggi in via Berruti. Parte degli alloggi sarebbero stati venduti sul mercato dal costruttore, parte sarebbero stati affittati a canone “sociale” a famiglie con qualche difficoltà. Siamo arrivati al 2016, dall’approvazione del piano casa regionale sono passati dieci anni, l’edificio di via Berruti non è ancora finito e i lavori sono fermi. Le famiglie chivassesi vincitrici del bando aspettano ancora di entrare negli appartamenti. Perché è accaduto tutto questo? Dove sono finiti quei soldi? E soprattutto, visti i risultati, a che cosa sono serviti? Sarebbero domande interessanti da porre al professor Conti.
Così come sarebbe interessante conoscere se in Piemonte ci sono altri casi come via Berruti.
Quei 750 milioni sono stati tutti ben spesi? A parte Chivasso, gli alloggi finanziati sono stati tutti costruiti e assegnati?
A Identità Comune interesserà certo sapere che quello di via Berruti è un bell’esempio di cattivo uso del denaro pubblico. Dal principio alla fine della vicenda. Il terreno era il cosiddetto Podere San Marco dell’Ordine Mauriziano. Nel 2005 l’amministrazione guidata da Andrea Fluttero lo acquistò per 735.000 euro. Attingendo ai 10 miliardi di lire di compensazioni per il raddoppio della centrale Edipower.
Nei loro programmi elettorali, nel 2002 e nel 2006, Fluttero e Bruno Matola si impegnarono a costruire nel sito una residenza per anziani “che si sviluppa attraverso una struttura di alloggi indipendenti con servizi di sicurezza, sanitari, sociali, di ristorazione e pulizia della casa in comune”. Ma la residenza per anziani non è mai stata realizzata.
Al suo posto oggi c’è lo scheletro di fabbricato che possiamo ammirare passando da via Berruti. Costato oltre due milioni di euro sborsati dalla Regione.
Visto com’è finita, tanto valeva lasciare quel campo così com’era. Veniva utilizzato come parcheggio da coloro che, dalle frazioni e da Montanaro, raggiungevano Chivasso per il mercato. Inoltre, quel terreno assorbiva l’acqua piovana in un’area dove le falde sono alte. La relazione geologica commissionata dalla proprietà riconosceva che l’acqua di falda si trova ad appena 1,6 metri di profondità, e che potrebbe “periodicamente raggiungere quote molto prossime al piano campagna attuale”, tanto da rendere necessaria “una impermeabilizzazione dei piani interrati”. Da notare che il progetto, approvato dal Comune, permette di realizzare un seminterrato fino alla profondità di 1,05 metri, cioè a mezzo metro dalla falda in condizioni di riposo.
Conclusione: oltre due milioni di euro di sovvenzioni a fondo perduto, niente residenza per anziani, al suo posto alloggi non finiti realizzati su un terreno inadatto, in una via stretta che porta alle scuole e dove gli automobilisti tendono a viaggiare veloci.
Un pugno nell’occhio dal punto di vista paesaggistico. E un parcheggio, prezioso per il mercato, che è stato perduto. Un capolavoro.
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