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Scontro tra Governo e Tar sulle miniere d’oro autostradali

Scontro tra Governo e Tar sulle miniere d’oro autostradali

autostrada

  La vicende autostradali locali rispecchiano in toto la situazione del Sistema Italia. Se fosse un film il titolo potrebbe essere “La Matassa”. Un denso groviglio di leggi, controleggi, interpretazioni, necessità reali, necessità inventate, mezze verità è un territorio da “mungere”. Tutto inizia da un presupposto fisso ed inalterato. Le autostrade sono una miniera d'oro per chi le gestisce ed è naturale che nessuno vorrebbe mai vedere la propria concessione finire nelle mani della concorrenza per molti anni. Da questo presupposto si creano le situazioni necessarie per rendere qualcosa di temporaneo in qualcosa di permanente. Si parte da un fatto drammatico e reale, come l'alluvione del 2000, si usa l'evento per creare un “piano di opere” per mettere in sicurezza il territorio, delle quali il 95% realmente necessarie, il restante 5% per “opportunità”. Non fatevi ingannare dalle percentuali, una piccola può contenere al suo interno opere a sei zeri. Aggiungete ora una serie di leggi poco chiare, alcune che dicono che allo scadere della concessione le autostrade vanno messe a bando internazionale, altre, come lo sblocca Italia, che aggiungono eccezioni, proroghe e cavilli che tornano sempre utili in queste situazioni. Cose accade poi lo sapete tutti, il più forte vince, è non è mai la rappresentanza del popolo (il Governo), ma le lobby. Chi ci rimette? Provate a indovinare. Nel sistema capitalistico il vantaggio per il consumatore è dato dalla libera concorrenza che calmiera i prezzi e induce un miglioramento del servizio per mezzo della competizione. Se qualcosa non vi torna è normale, il nostro è un sistema capitalista molto particolare. Ci sono monopoli ovunque, concorrenze fittizie, molto simili a cartelli, prezzi che aumentano sempre e servizi sempre più scadenti. Siamo il paese dei compromessi, nessuno dei quali a vantaggio del cittadino comune. La soluzione non è poi così difficile, leggi chiare, nessuna zona d'ombra e il sacrosanto principio secondo il quale l'interesse collettivo deve prevalere su quello del singolo privato. Quando ciò non avviene, si apre la strada dei monopoli economici e contemporaneamente degli oligopoli politici. Così, tra un ricorso e l'altro, il paese sprofonda sempre più nella stagnazione economica e si riconferma lo zimbello d'Europa, i cui vertici politici vengono derisi e rimossi a piacimento dai vertici della BCE. In tutto ciò il cittadino, divenuto spettatore, osserva passivo dal suo monolocale il deteriorarsi dello stato sociale.
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