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VENARIA. “Non serve essere degli eroi”

Abbiamo passato una intera giornata nella sede venariese della Croce Verde in via Nazario Sauro 18. Una storia lunga. Tutto nasce nel 1978 in un locale interrato dell’Unità Sanitaria Locale, ad opera di un gruppo di amici, in seguito ad un tragico incidente e alle negligenze di soccorsi. 

Da allora di anni ne sono passati tanti e anche di sedi. Dall’interrato si è passati ad un baracca in via Picco, poi ad alcuni locali dismessi di una scuola in piazza Costituente, infine alla bella villetta che ha ospitato, anni or sono, una scuola per l’infanzia, la ex OMNI, la guardia medica e ora la postazione urgente per l’area di Venaria  e comuni limitrofi di Torino Nord Ovest , del 118. Anche questa, a dire il vero, non sarebbe più funzionale alle esigenze attuali, ma tant’è...  

Ci accoglie il responsabile Giuseppe De Carolis, che a luglio ha raccolto il testimone  di Gianni Zambon.  

In sede sono a disposizione due autolettighe  una di base la Msb, ovvero mezzo soccorso di base e una medicalizzata, la “Tango” Msa, mezzo soccorso avanzato, con a bordo medico e infermiere, pronte ad intervenire per qualsiasi necessità. 

Quella dei volontari è una risorsa molto preziosa e permette di fare crescere professionalmente la categoria dei soccorritori e che per quanto è possibile assicura la presenza per le molteplici esigenze del servizio 24 ore si 24 

“Sono il motore del gruppo - spiega De Carolis - trovarne di nuovi per noi è una priorità per coprire meglio i turni di servizio e dare un miglior servizio sul territorio”. 

Molte le cose cambiate nel corso della “vita” dela Croce Verde; ma la regola che ha caratterizzato e caratterizza tutt’ora l’Ente è la puntuale e continua formazione rivolta sia ai nuovi volontari sia a chi già opera nell’ambito del soccorso. 

La formazioni procede  di pari passo con gli intenti che sono stati e sono alla base dell’opera di tutti i volontari.

“Non serve essere degli eroi per aiutare il prossimo ma solo un po’ di tempo a disposizione. Riesco a capire meglio la gente , conoscere il loro animo - spiega Michele Danesin 51 anni di cui 29 dedicati al volontariato e alla formazione - Guardo i loro occhi occhi: esprimono gratitudine. Essere volontario mi ha fa star meglio”. 

E essere volontari non significa solo salire in ambulanza, ma condividere valori, esperienze, obiettivi, capacità di lavorare in team.

Un sacrificio ripagato dall’entusiasmo e dalla voglia di fare. 

Molti i giovani che si avvicinano al volontariato con la speranza di acquisire competenze lavorative o sviluppare contatti di lavoro.

“Ero affascinata - racconta Giulia Anselmi 22 anni, da due milite della Verde - studiavo e non sapevo ancora bene quale strada intraprendere ed è qui che ho capito che cosa volevo fare. Amicizia, gruppo e squadra. Una esperienza che ti da tanto dal punto di vista umano”.  

I volontari infatti sono particolarmente affiatati tra loro sia in servizio sia all’esterno dell’associazione. L’età media è di 31 anni, 28 sono donne , 62 gli uomini ed il 53% è di Venaria, il 39% di Torino e il restante 8.57% di altri Comuni. 

Al fianco di Giuseppe De Carolis i vice responsabili Erica Agatau, Paolo Zanibellato e Enrico Elliana. 

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