Finalmente ci siamo! Mercoledì 13 gennaio 2016 è stato presentato al Ministero MiBACT (dei Beni, le attività Culturali e il Turismo), a Roma, il Dossier per la Candidatura Unesco di “Ivrea Città industriale del XX secolo”. E’ stato descritto come un documento di “ottocento pagine con ampia documentazione fotografica”, speriamo bene!. Per fine mese di gennaio si attende di conoscere dal Comitato Nazionale giudicante quale sito l’Italia proporrà per essere consegnato al Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. In questo modo potrà andarsi ad aggiungere agli altri oltre 50 siti Unesco già presenti sul territorio italiano. Si completerebbe così felicemente un lungo percorso iniziato nel 2008, su iniziativa del Comune di Ivrea, con la Delibera n.181 del novembre 2009 e della Fondazione Adriano Olivetti, da cui ha preso vita il progetto che aveva raggiunto un primo traguardo nel maggio 2012 con l’iscrizione di "Ivrea città industriale del XX secolo" nella lista propositiva nazionale (Tentative List) Unesco. La candidatura di Ivrea a sito UNESCO sarà il risultato di un lavoro di ricerca e valorizzazione avviato proprio nel 2008 con il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della Società Olivetti, che ha comportato la riflessione sul tema della valorizzazione del patrimonio architettonico lascito della Fabbrica alla Città. Con il contributo di esperti nazionali e internazionali, di un Seminario Internazionale che si è svolto il 23 e 24 marzo 2015, al quale non ho certo mancato di partecipare, e di altre iniziative collaterali, si è negli anni cercato di rafforzare la prospettiva della candidatura Unesco. Innegabilmente un secolo di Storia ha legato il nome Olivetti a Ivrea e al territorio Canavesano, unendo le vicende dell’Impresa alla vita quotidiana di questa terra. Basta leggere qualche pagina del libro scritto nel 1956 da Salvator Gotta – Ivrea e il Canavese - per rendersi conto di cosa ha rappresentato questo legame nel tempo dello sviluppo industriale prima e dopo la seconda guerra mondiale. Il fulcro della proposta avanzata all’Unesco è sicuramente rappresentato da quel modello, sostanzialmente unico, di Città Industriale che l’Ing. Adriano Olivetti ha pianificato e sviluppato a partire dagli anni Trenta e che si è concretizzato nell’esperienza di “Comunità”, una valente proposta anche nel campo amministrativo oltre che di relazioni sociali sorprendentemente moderne, che esulava dalla presenza dei partiti politici, proprio come necessiterebbe nella nostra realtà attuale. Questa esperienza unica che a mio modo di vedere è stata successivamente tradita e devitalizzata, ha generato un “patrimonio architettonico che copre il 70% del perimetro urbanizzato di Ivrea, e costituisce un esempio di costruzioni residenziali, industriali e sociali di straordinaria qualità”. Credo che sia indiscutibile che la candidatura di Ivrea “rappresenta un’opportunità per sollecitare importanti riflessioni non solo sulle trasformazioni di città con simili caratteristiche, ma soprattutto sui processi di innovazione sociale e di governance del territorio che il lavoro sul patrimonio architettonico moderno comporta”. Altra cosa è condivedere quelli che sono gli antefatti che hanno preceduto la Candidatura e quali potranno essere gli effetti dell’eventuale raggiungimento del traguardo dell’inserimento nell’Unesco. Sarà quindi sicuramente molto interessante partecipare alla presentazione, nell’incontro pubblico in programma martedì 19 gennaio, alle ore 18.00, presso la Sala Dorata del Palazzo municipale, del Dossier per la candidatura di Ivrea, Città Industriale del XX secolo per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, con la sua condizione esclusiva di risultare una novità per il nostro Paese che non vi ha ancora iscritto siti di architettura del Novecento. L’incontro, al quale saranno presenti i curatori della redazione del dossier, sarà l’occasione per conoscere contenuti e struttura del documento che nei prossimi giorni sarà al vaglio del Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Unesco. Una prima, banale osservazione va all’invito che L’Amministrazione comunale ha rivolto alla cittadinanza, ai consiglieri comunali e a tutti coloro che in questi anni a vario titolo hanno lavorato e dato il loro contributo per la definizione della candidatura. Forse l’occasione meritava ben altra pubblicizzazione e idoneo sito con ben altra capacità d’accoglienza. Può bastare ai Cittadini di Ivrea una limitata Sala Dorata per prendere atto di un atto che riveste un così importante significato per l’evoluzione della nostra Città? Mi pare che si ripeta lo stesso errore fondamentale di quando si è richiesta, solo ad inizio 2015, la partecipazione dei Cittadini sul tema Unesco con un Questionario sulla Candidatura. Un po’ tardi per attuare quella informazione e quel coinvolgimento dei Cittadini sugli effetti della Candidatura sul bene proposto. Sostengo che questo passaggio andava fatto verso i Cittadini prima ancora di avanzare la candidatura stessa. Ma l’aspetto che più mi lascia perplesso su questa iniziativa è aver constatato che in altri casi simili, negli anni precedenti la Candidatura, sul bene oggetto della stessa, venivano fatti rilevanti investimenti per presentare nelle migliori condizioni il bene stesso. Cosa si è fatto a Ivrea? Semplicemente nulla. Solo ora, con gravissimo ritardo si parla di una Variante Urbanistica per la zona di Via Jervis, sì proprio quella che rientra in quel Dossier Unesco che si gioca l’ammissione all’esame finale per la consacrazione di Ivrea Città Industriale del XX secolo. Nel frattempo possono essere stati realizzati interventi edilizi che possono avere snaturato proprio alcune peculiarità degli edifici Olivettiani. Nulla è stato fatto neppure a livello progettuale per ipotizzare e promuovere una nuova utilizzazione delle grandi superfici ex industriali nelle quali si ipotizza, senza concretezza, di giocare tutte le carte del nostro futuro cittadino. Non si può neppure sorvolare sui gravissimi errori delle Amministrazioni che si sono succedute con medesima colorazione politica, che hanno determinato il decadimento di edifici compresi nella Candidatura come Talponia o hanno determinato l’esclusione di altri, per manifesta improponibilità, come è purtroppo avvenuto per il Centro la Serra. Ci saranno sicuramente altre occasioni per tornare sulla vicenda Unesco. Occorre ancora menzionare un aspetto sul quale quella trasparenza amministrativa che sistematicamente si ferma a livello di intenzione, non potrà venir meno. Che li abbia spesi chicchessia, Fondazione Guelpa o Comune, di quei presunti 450.000 euro, che rappresentano il costo dell’operazione Unesco, la LISTA DEI CITTADINI vuole conoscere beneficiari, euro per euro. Ci auspichiamo i “conti della spesa” vengano resi di totale visibilità pubblica. Per i Consiglieri Comunali di Ivrea continua ad essere misterioso anche il rapporto tra la Candidatura e le implicazioni della stessa nel Piano Strategico dell’area omogenea Eporediese. Forse proprio dall’individuazione dei beneficiari della spesa per il Dossier, potranno giungere interessanti indicazioni anche su questo impenetrabile documento.
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