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20 Gennaio 2016 - 13:48
“La Giunta regionale mi ha negato la possibilità di continuare ad occuparmi dei Parchi Reali che in questi quattro anni ho imparato ad amare in tutte le loro sfaccettature”.
Roberto Rosso, commissario dei Parchi Reali - fra cui il parco naturale La Mandria, il parco naturale di Stupinigi, la riserva naturale della Vauda, la riserva naturale del Ponte del Diavolo di Lanzo e Riserva naturale del Monte Lera, tra Givoletto e Varisella, ma anche la Palazzina di Caccia di Stupinigi – non riesce a capacitarsi del “siluramento” dalla guida dell'Ente.
La Regione, attraverso l'assessore Alberto Valmaggia, sta per attuare il piano di nomine per la gestione dei parchi piemontesi e proprio in queste ore sta vagliando i curriculum dei professionisti che hanno deciso di tentare la scalata al prestigioso Ente che prima di Rosso era gestito da Emanuela Guarino.
Tra i curriculum anche quello di Rosso, subito escluso perché la Regione ha applicato alla lettera la legge anti corruzione del 2013, visto che l'ex commissario ha anche ricoperto il ruolo per il Centro Internazionale del Cavallo di Druento. Per gli uffici regionali il Centro è un Ente privato, e Rosso – come da legge – non potrà governare Enti pubblici per i prossimi due anni.
Eppure la gestione del Centro del Cavallo gli venne affidata, in via straordinaria, prima dalla Giunta Cota e poi da quella Chiamparino, riuscendo a far risparmiare alla Regione quasi 1 milione di euro. Ma, come spesso avviene in politica, ci si dimentica molto velocemente di certi atti quando si ha intenzione di mettere su un determinato scranno qualcun altro.
Con una lettera, 17 sindaci su 25 hanno scritto a Valmaggia per rivedere la decisione: “Ringrazio i sindaci – conclude Rosso in un breve comunicato – e gli amici per l'appoggio morale, esprimendomi solidarietà e vicinanza. Grazie ai dipendenti del Parco che mi hanno seguito e si sono sacrificati in questi anni. Grazie alla giunta Regionale che mi ha fatto definitivamente capire che non importa quanto ti impegni, quanti risultati ottieni, quanti riconoscimenti hai. Conta solo il colore politico (e lui proviene dal centrodestra, ndr), che in questo paese è diventato più discriminante del colore della pelle, della religione o del genere”.
Sono 17 su 25 i sindaci che avrebbero voluto la riconferma alla presidenza del parco de La Mandria di Roberto Rosso.
Tra questi il sindaco di Venaria Roberto Falcone e il collega di Robassomero, Antonio Massa, attuale presidente dell'assemblea dei sindaci dei Parchi Reali.
“In questi quattro anni abbiamo lavorato molto bene assieme – spiega Massa – e la sua riconferma avrebbe garantito la continuità di un percorso mirato a valorizzare i polmoni verdi di competenza, e soprattutto la nostra Mandria”.
In attesa dell'incontro chiarificatore con l'assessore regionale Alberto Valmaggia, Massa non ha intenzione di entrare nel merito della vicenda: “Mi limito, alla pari dei miei colleghi, ad accettare il provvedimento anche se vorremmo qualche spiegazione in più. In Val di Susa, i sindaci hanno scritto per la riconferma del commissario e l'hanno ottenuta senza troppi problemi. Qui no. E ne prendiamo atto. Eppure Rosso di cose ne ha fatte: dal recupero di immobili come Cascina Oslera. E invece ha pagato per il Centro del Cavallo, anche se le colpe non sono sue”.
Oltre ad eleggere il nuovo presidente si dovrà anche votare il consiglio, composto anche da componenti del mondo agricolo, ambientalista oltre che politici.
“Ma dovranno rappresentare il territorio – spiega ancora Massa – perché questo è un momento davvero delicato per la gestione dei parchi”.
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