Osservando con attenzione una carte topografica in scala 1:25.000 del Piemonte occidentale, tra le province di Torino e Cuneo, precisamente a sud del centro di Cavour, si può notare la presenza di quattro strade che si riuniscono a ventaglio in un punto del territorio dove non c'è nulla... ma nell'antichità doveva certamente esistere un importante centro abitato.In Italia erano già state compiute ricerche archeologiche sondando con un aereo munito di speciali macchine fotografiche. La stessa Soprintendenza di Torino aveva già effettuato una ricognizione aerea sul territorio di "Augusta Bagiennorum", preso Bene Vagienna, già in parte scavato. Il risultato finale confermava l'esistenza di insediamenti sparpagliati nel raggio di 1000-1500 metri dalla base della Rocca. Insomma "Forum Vibii Caburrum" era una specie di città-territorio dilatata in tutte le direzioni e troppo atipica per essere soltanto una città romana. Un pezzo molto significativo, conservato nel Museo di Antichità a Torino, è stato ritrovato ritrovato nel paese di Busca, ed ha una forte attinenza con la nostra ricerca poichè la località dista da Cavour una trentina di chilometri verso sud e si trova ai piedi delle Alpi in una posizione non troppo dissimile alla Rocca di Cavour. Si tratta di una grossa pietra di quarzite, minerale presente nelle bassi valli del Pellice, Po, Varaita,Grana e Maira, sulla quale fu inciso nella lingua e con l'alfabeto trusco. "Mi suthi Larthial Muticus" , che significa "Io sono la tomba di Larth dei Muti". Sappiamo che Larth era un nome molto comune che significa "Sacri agli dei dei Lari" e i Lari erano divinità minori tenute in gran considerazione dai popoli Italici, come protettori della casa e del focolare domestico. Il nome di questa famiglia , invece, fa pensare ai percorsi effettuati dagli Etruschi, che partendo dalle loro città, nell'attuale Toscana, valicando l'Appennino, andavano ad esplorare l'Italia settentrionale. Il sepolcro di Larth conferme il fatto che gli Etruschi, dalle loreo avanzate basi nella Pianura Padana, dirante il VI sacolo avanti Cristo, dovettero tessere rapporti pacifici con le popolazioni Gallo-Liguri del Piemonte. Chi poteva mai essere il nostro Larth? Un ambasciatore presso il popolo dei Liguri? Un mercante? E'cosa lo portò a morire ed essere sepolto ai piedi delle Alpi occidentali? Nessuno è mai riuscito a dare una risposta a quesi quesiti, ma ritrovamenti simili in altre città abitate dagli Etruschi ci potrebbero ad azzardare un'ipotesi. Dunque, in origine la città di "Mutina" divenne in seguito l'attuale Modena; non è quindi possibile o direi probabile che "Larth dei Muti" fosse una personalità importante che provenisse dalla città di Modena? Comunque la sua tomba testimonia che ben prima di ogni penetrazione romana, la zona di Cavour era frequentata de genti che affrontavano viaggi relativamente lunghi e e assai poco agevoli attraverso il piemonte selvatico ed acquitrinoso, per recarsi proprio nella zona della Rocca. Comunque una massa di roccia isolata e dominante la pianura per chilometri, come quella di Cavour, rivestisse una granande importanza per quelle popolazioni. Non è un caso che su alcune rocce della Rocca siano state scoperte delle serie di incisioni rupestri, in particolare coppelle, cioè incavi di pochi centimetri, dall'incerta destinazione. Sono stati anche rinvenuti grtaffiti tracciati in color rosso ocra, raffiguranti simboli magici in forma di ventaglio o di doppia freccia, e in un certo punto ben preciso rivolto verso ovest. Nella viva roccia è stato scolpito un disco in rilievo, perfettamente arrotondato e forato al centro. Viene chiamato "Pèra d'la pansa" per similitudine con un ombelico umano, ma non è escluso che si trattasse di una rappresentazione solare, un punto magico ed astronomico usato dai sacerdoti dai sacerdoti del tempo. Poi arivano i Romani. Il personaggio più importante fu Caio Vibio, un fedelissimo luogotenente di Giulio Cesare, che nel 45 avanti Cristo, lo aveva fatto nominare governatore della Gallia Cisalpina. Purtroppo nella battaglia svoltasi a "Forum Gallorum" (Castelfranco Emilia), anche se vinta, Caio Vibio perì. E fu una grande perdita, perchè Vibio aveva fatto tracciare nuove strade nel nord Italia e fondato città popolandole di coloni romani, sceti tra i legionari congedati. Una di queste era "Forum Vibii". Plinio usa per lo stesso luogo di "Forum Vibii", anche il nome di una popolazione gallo-celtica: i "Caburriates", dai quali discendde chiaramente la denominazione di Cavour. L'esistenza del Municipio viene confermata dal testo di due lapidi romane: l'una rinvrnuta presso la fontana a lato della chiesa parrocchiale di Cavour nel 1552, l'altra a Caraglio nel 1730. In entrambe viene citato chiaramente "Forum Vibii" come sede municipale. Uscendo dal paese dopo circa un chilometro si trova l'Abbazia intitolata a Santa Maria. Qui stroviamo la stele di Quinto Mannio, un notabile di "Forum Vibii". Lo vediamo avvolto nella toga, vissuto ai tempi dell'imperatore Augusto ed aveva un figlio militare. Scendiamo per una scala nel sotterraneo della chiesa risalente alla prima metà dell'XI secolo. In questa cripta il pavimento è in lastre di marmo di Carrara e lastre di marmo cipollino, che si trovano solamente sulle Alpi Apuane della Toscana. Ma quando l'abbazia venne fondata, furono riutilizzati i materiali provenienti da un tempio romano. L'altare è infatti con due capitelli sovrapposti. Esaminando il piano superiore troviamo il bassorilievo con la lupa di Roma che allatta Romolo e Remo e un grosso frammento con incise le lettere OTI, che doveva far parte dell'epigrafe dedicatoria sul frontone del tempio. Forse il tempio demolito si trovava sulla sommità della Rocca, come usavano fare i Greci, che collocavano i templi sopra l'acropoli. La città romana doveva avere una popolazione di circa tremila abitanti, perlomeno tra il 45 avanti Cristo e il 920 dopo Cristo. Intorno a quest'ultima data i Saraceni irruppero nel Piemonte dai loro punti di sbarco di Frassineto, in Provenza e valicando le Alpi, danneggiarono "Forum Vibii", dove già si trovava la sede di un Vescovato, che allora fu assorbito dalla diocesi di Torino. Fu anche questa la probabile cvausa del successivo spostamento del paese verso nord. La comparsa dell'abbazia nel 1037 dovette sostituire nel suo precedente luogo la chiesa vescovile. La comparsa dell'abbazia dovette sostituire, nel suo precedente luogo, la chiesa vesvile, rimanendo un complesso isolato nella campagna. Non possiamo finire senza citare un'altra curiosità: la lapide, sulla quale è scritto "Attia Seconda, figlia di Marco, moglie di Aspro, sacerdotessa della dea Drusilla, fece dono ai suoi concittadini della piscina e del bagno sul suo suolo". La dea Drusilla non era altro che la sorella di Caligola, che aveva sposato, e dopo la sua morte nel 38 dopo Cristo, ne aveva ordinato l'adorazione ed il cultoQuesti fatti fissano l'inaugurazione delle terme pubbliche di "Forum Vibii" tra il 38 ed il 41 dopo Cristo.
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