Anche se si spendono parole su parole per dimostrare il contrario, le persone che seguono le regole, o che tentano di seguirle (perché errare è umano), nel nostro paese sono dei fessi. Dopo circa trenta mesi nella pubblica amministrazione ho capito che le regole ci sono e devono essere rispettate, ma solo se sei fuori dal Cerchio Magico(*). Se sei all'interno invece puoi tranquillamente interpretarle, piegarle alle tue esigenze e comodità, ignorarle, modificarle al volo, insomma si può fare un po' di tutto. Volendo dare un tocco di teatralità si può concludere con un “io me ne frego!”. Per accedere al Cerchio Magico devi superare tutta una serie di lunghe prove, ma solo dopo essere diventato veramente ipocrita vieni considerato membro onorario e ricevi i “pieni poteri”. A questo punto dovrai vagabondare per riunioni, comizi, assemblee raccontando della lotta alla Mafia, delle stragi impunite , dei diritti delle minoranze calpestati e della causa morale tirando in ballo di volta in volta personaggi che se fossero ancora vivi abbandonerebbero subito la sala. Se provate a far notare la sottile contraddizione inizia subito il sacro mantra: ostruzionista, strumentale, populista ecc ecc. Dissentire è ancora concesso, ma solo sotto forma di rievocazione storica. Per tutta la durata della rievocazione, i partigiani sono gli eroi caduti per sconfiggere la dittatura, ma appena tornati alla realtà guai ad essere partigiani con le dittature “degli altri”. Insomma c'è posto è spazio per tutti, preferibilmente nel passato o in posti lontani. Credo che le regole e il loro rispetto siano i pilastri delle democrazie autentiche. Quando vengono meno, inizia il conto alla rovescia che riporta le lancette delle nazioni indietro nel tempo, facendo riscoprire ai popoli barbarie e soprusi ormai dimenticati. Per lavarsi di dosso queste responsabilità, le coscienze richiamano le formule dell'eccesso di zelo,della pignoleria e dell'ostruzionismo scaricando virtualmente sull'oppositore le proprie colpe. L'auto assoluzione non è mai prova di non coinvolgimento. Faber direbbe: «Anche se ora vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti». Concludo con le parole di Norberto Bobbio che oltre a calzare perfettamente con la tematica, sintetizzano in poche righe concetti per i quali ci vorrebbero pagine e pagine per esplorarli nel profondo. «Le così spesso derise regole formali della democrazia hanno introdotto, per la prima volta nella storia, delle tecniche di convivenza volte a risolvere i conflitti sociali senza ricorrere alla violenza. Solo là dove vengono rispettate tali regole, l’avversario non è più un nemico (che deve essere distrutto) ma un oppositore che domani potrà prendere il nostro posto. » (N. Bobbio) Ps: sentite condoglianze ai famigliari di Gino. Nella speranza che le autorità competenti verifichino le eventuali responsabilità terze con rigore e fermezza per dare così Giustizia ai parenti,ai defunti e assicurare incolumità e sicurezza agli abitanti di San Bernardo. (*). Luogo immaginario ed astratto in cui la coscienza non distingue il bene dal male.
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