Giovedì 24 ottobre. Chivasso, frazione Torassi. Via Maestra, strada principale, lunghissima da percorrere a piedi, priva di marciapiedi e di ogni segnaletica stradale. C’è nel mezzo un passaggio a livello, ma nemmeno quello è segnalato. Le sbarre e i semafori sono seminascosti da piante ed alberi. Oltre a questo, è necessario avere i riflessi pronti per scansare le macchine che sfrecciano a grande velocità. Una strada che è pericolo per gli adulti, figuriamoci poi se a percorrerla sono dei ragazzini delle medie... Ma questo è ciò che gli alunni chivassesi che vivono ai Torassi sono costretti a fare ogni giorno, dal lunedì al venerdì, alle sette del mattino. E lo fanno per raggiungere la fermata dell’autobus situata in Corso Galileo Ferraris, nonostante un’altra fermata sia presente in un grande parcheggio di via Maestra. Più sicura. Più vicina alle loro case. Ma tant’è. Lo scuolabus qui non ferma. Almeno per loro. A detta degli uffici di Palazzo Santa Chiara, quella fermata è destinata solo ai bambini delle elementari. Non a loro. Che hanno qualche anno in più. “E’ una situazione indecente, è una lotta che combattiamo inutilmente da tre anni”, afferma uno dei genitori di questi ragazzi che, insieme ad altri, hanno voluto riunirsi giovedì pomeriggio per manifestare pubblicamente la propria rabbia. “E’ vergognoso che i nostri figli, dalle medie in poi, siano costretti a percorrere ogni mattina quella strada che passa anche su un passaggio a livello”. E aggiunge: “Viviamo nella costante paura che si facciano male”. Soprattutto, si interrogano sul perché i bambini delle elementari e quelli di Boschetto e Castelrosso possano usufruire del servizio scuolabus nella fermata di via Maestra e i loro figli no. “Perché loro hanno la possibilità di prendere l’autobus in quella fermata e i nostri ragazzi no?”, continua un padre. Domande senza risposta, perché, nonostante i ripetuti reclami agli uffici del Comune e innumerevoli lettere, hanno ricevuto, ogni volta, rifiuti o ridicole giustificazioni. Persino il sindaco Libero Ciuffreda non li avrebbe ascoltati.“Gli abbiamo chiesto un appuntamento, non ce l’ha dato”, allarga le braccia una mamma. “Una volta ci hanno addirittura risposto che non era possibile allungare la tratta dello scuolabus per carenza di autisti”, affermano i genitori. Già, perché per caricare i ragazzi dei Torassi l’autobus dovrebbe fare un chilometro in più, metro più metro meno, per raggiungere la fermata di via Maestra. “Paghiamo 43 euro a figlio ogni tre mesi per questo servizio - spiega un’altra mamma -,vorremmo che ci fossero anche le necessarie garanzie di sicurezza per i nostri ragazzi”. Molti, pur di evitare che i figli percorrano via Maestra a piedi, pagano alcune ragazze affinché la mattina li accompagnino a scuola. O sono loro stessi a portarli. “Chiediamo solo che i nostri figli ricevano lo stesso trattamento degli altri”. Per riceverlo, però, dovrebbero essere ascoltati. “Se non lo faranno nemmeno stavolta, ci rivolgeremo al Gabibbo....
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