Si parla di profughi e in Consiglio comunale volano gli stracci tra i banchi della maggioranza e quelli dell’opposizione. Al centro del dibattito, la delibera con cui viene definito il cambio di destinazione d’uso della villa confiscata di corso Galileo Ferraris 122. Solo lo scorso maggio l’amministrazione Ciuffreda decideva di destinare l’immobile a sede della Libera Università della Legalità, del centro studi permanente “Nati per la legalità”, realizzato nell’ambito del progetto “Chivasso città dei bambini”, di uno sportello di sensibilizzazione contro l’usura e di uno di prevenzione contro le ludopatie e di una “casa rifiugio” per donne e bambine vittime di violenza. Neanche tre mesi dopo il sindaco cambiava idea: dopo un incontro con il prefetto Paola Basilone, avuto in agosto, Ciuffreda metteva a disposizione la villa per ospitare una decina di richiedenti asilo. Così, l’altra sera in Consiglio, dopo che il Ministero dell’Interno ha concesso una deroga al patto di stabilità e il Comune potrà investire 120 mila euro per la ristrutturazione dell’immobile, che saranno poi restituiti alle casse di Palazzo Santa Chiara dalla Prefettura di Torino, quella disponibilità è diventata realtà. “Sarà a disposizione della Prefettura per cinque anni - ha spiegato il sindaco al Consiglio -, cercheremo comunque di portare avanti uno dei progetti che avevamo in mente per la villa e che non siamo riusciti a realizzare a causa del blocco agli investimenti imposto dal patto di stabilità”. Appena si è aperto il dibattito, è cascato il cielo e, a noi, le braccia. Matteo Doria, consigliere del Nuovo Centrodestra, ha provato a metterla sul piano politico-ideologico. “Nella consulta della legalità avevamo iniziato a lavorare ad un progetto che potesse portare delle proposte concrete per l’utilizzo della villa - ha inforcato il consigliere di opposizione -, come ad esempio metterla a disposizione delle emergenze abitative del nostro territorio. Ma l’amministrazione ha ignorato il nostro lavoro, ci ha completamente bypassati senza nemmeno informarci. E’ una grave mancanza di rispetto nei nostri confronti. Nel merito, dico solo questo: c’è tanta gente che a Chivasso non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena, e noi anziché aiutare loro pensiamo a dare una casa a persone che non sappiamo neanche chi sono. Per me le priorità sono altre...”. Apriti cielo. Dopo l’intervento di Gianfranco Pipino, segretario cittadino del Pd, che ha invitato Doria ad una lettura del libro “Nel mare ci sono i coccodrilli” di Fabio Geda, per “approcciare in maniera meno ideologica al problema di come nascono questi esodi”, la discussione è via via scemata, assumendo sempre più i contorni di un dibattito da bar. Per non dire di un confronto su facebook. “Ma come si fa a dire certe cose quando su facebook si vedono ogni giorno foto di bambini che scappano dalla guerra - ha puntato il dito, per l’appunto, Domenico Scarano, ex rappresentante in Consiglio di Rifondazione Comunista -. Siamo un popolo di migranti, non dimentichiamocelo mai”. “Sono persone che muoiono di fame e questa amministrazione aiuta tutti”, ha “sloganeggiato”, urlando, Giovanni Scinica del Pd. Ma il “top” s’è raggiunto nel finale, quando un “serafico” Michele Scinica di Sel ha fatto la predica a Doria, buttandola sul personale: “Tu sei cattolico e tutte le domeniche ti fai vedere a Messa. Non puoi predicare bene la domenica e razzolare male il lunedì”. Tra i richiami all’ordine del presidente del Consiglio Claudio Careggio, Doria ha sbottato: “Basta, è una vergogna! Cosa centra il mio credo religioso con questo? Cosa centra il mio impegno per gli altri? E’ un’offesa altamente lesiva della mia dignità!”. Chissà se il dibattito avrà anche strascichi giudiziari.
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