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PARIGI. Inaudite barbarie

PARIGI. Inaudite barbarie

Parigi

Scrivere di questioni di casa nostra, a volte anche di una certa banalità, diventa estremamente complicato di fronte a eccidi efferati come quelli di venerdi scorso a Parigi. Atti disumani e vigliacchi perpetrati colpendo a casaccio persone inermi e indifese e, nel caso del teatro Bataclan, di età media molto giovane. Vite stroncate senza un motivo, senza colpe, ma per il solo fatto di essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. Se violenza chiama violenza e sangue chiama sangue la società del terzo millennio non potrà far altro che rielaborare questo assunto e unire le proprie forze sane per fare sì che siano invece la pace a chiamare la pace e la fraternità tra gli uomini a prendere il sopravvento sull’odio: sia esso religioso, politico o razziale. Questi accadimenti ci fanno molto ragionare sul nostro ruolo di donne e uomini all’interno della comunità globale come sull’aleatorietà della vita che, nel caso delle sorelle e fratelli francesi, ha fatto sprofondare nel dolore centinaia di famiglie che solo fino a qualche ora prima mai avrebbero potuto immaginare di perdere in quel modo così assurdo e disumano i propri cari. Non dobbiamo arrenderci a questa barbarie, ma dobbiamo farlo senza farci trascinare da un odio indiscriminato perché in un mondo ormai globalizzato solo l’integrazione e la comprensione reciproca, tra popoli uniti in un abbraccio fraterno e universale, potrà garantire alla razza umana la propria sopravvivenza pacifica.
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