Confesso che a volte ci fa cadere le braccia. Ci capita quando lo sentiamo descrivere come fatti nuovi, con slancio ed entusiasmo, iniziative, eventi, storie, associazione, fatti e misfatti, in realtà “vecchi come il cucco”. E’ successo in occasione della festa del Beato Angelo Carletti, decantata come l’avesse inventata lui, minuto per minuto, in tutte le sue imperdibili occasioni di svago: dalla fiera, alle mucche, ai borghi in via Torino. E’ successo con la villetta confiscata alla mafia, che fino a due minuti prima della lettura del nostro giornale neanche sapeva che esistesse. Più che un primo cittadino, un bambino allo zoo o, se si preferisce, un marziano atterrato sul pianeta terra. E’ lui. E’ Libero Ciuffreda. Nella versione “Paese delle meraviglie” del mitico Maurizio Crozza, un uomo a metà strada tra il Presidente della Campania Vincenzo De Luca (“Questo l’ho inventato io”) e il sindaco di Roma Ignazio Marino solo che al posto delle rastrelliere il nostro si è concentrato sui murales del figlio suo. Eppure questa città è sempre stata la sua. Eppure questo territorio e le cose che si fanno avrebbe dovuto conoscerle a prescindere, eventualmente anche amarle. E invece? E’ come se Chivasso, il chivassese e il Canavese non li avesse mai frequentati, mai capiti. L’ulteriore conferma che non sa chi è, e dove vuole andare, è arrivata nel corso dell’ultimo consiglio comunale. Ha raccontato di essere stato a Ivrea in occasione all’assemblea dei 70 anni di Confindustria Canavese. Ci è andato ed è ritornato, anche in questo caso, con l’entusiasmo di Cristoforo Colombo dopo aver scoperto l’America... Della serie: cazzo a Ivrea c’è la Confindustria... Confuso. Frastornato. E sono mille le domande che si è fatto dopo il seratone. Perché a Chivasso non ce l’abbiamo? Chivasso sta con Ivrea o con il Monferrato? Abitiamo o non abitiamo nell’ultima cintura della periferia di Torino? Anche in questo caso però, Ciuffreda è arrivato, ahìlui, buono ultimo, non foss’altro che i confini ci sono già e a tracciarli non sono stati i politici bensì i giornali, creando identità e appartenenze che una volta non c’erano, per certi versi rafforzandole così tanto da renderle oggi addirittura inossidabili. Così è più facile che un crescentinese si senta anche chivassese, ma difficilmente si troverà lo stesso feeling in un cittadino di San Benigno, che dista da noi pochissimi chilometri. Perchè? Semplicemente perchè a San Benigno, da quasi mezzo secolo si legge “Il Canavese” e a Crescentino “La Nuova Periferia”. Stesso discorso vale per Gassino legata a Settimo e San Mauro più di quanto non lo sia con il restante oltrepo e via di questo passo, comune dopo comune. E sono sempre stati i giornali a condizionare i confini dell’ex città dell’informatica, in questo caso con l’aiuto di un giornale centenario quale è La Sentinella. Provi il nostri sindaco a chiedere ad un cittadino di Caluso, di Mazzè o di Candia a quale territorio si sente di appartenere… Non abbiamo dubbi che risponderebbe “Ivrea” e in realtà fino a qualche decennio fa, gran parte dei comuni tutt’intorno a noi erano governati da uomini dell’Olivetti e da un’idea politica che guardava alle rosse torri come capitale vera, dell’economia ma anche del pensiero politico. Quello che vogliamo dire a Libero Ciuffreda è che un chivassese, in realtà, già esiste e per conoscerlo basterebbe sfogliare le pagine dei giornali. Sempre che trovi il tempo, oberato com’è dall’ospedale, dalle visite private, dal municipio e dalle riunioni Anci, . Capito chi siamo, evidentemente sì, si potrebbe cominciare a lavorare ad un disegno, come in realtà Ivrea ha sempre fatto, tra le altre cose investendo in un sistema di trasporti cittadino che abbraccia anche i comuni della pedanea, della Dora Baltea e intorno al lago di Viverone. Sotto le rosse torri di recente, a parte l’idea di fondere Ivrea e i comuni tutt’intorno, stanno studiando forme di collaborazioni che diano il senso del nuovo collegio elettorale disegnato con l’Italicum che vedrà Ivrea, con Biella e con Vercelli. Ecco si potrebbe cominciare da qui. Nel collegio di cui fa parte Chivasso ci sono anche SettimoTorinese, Moncalieri, Nichelino e Rivoli... Proviamo adesso a immaginarci Ciuffreda che dialoga con il sindaco di Settimo Puppo o con l’ex sindaco di Settimo Corgiat.... Settimo? Corgiat? Pd? Un incubo! No! Meglio lasciar perdere... E allora perchè non l’Unione di Chivasso con Cavagnolo, Rondissone, San Sebastiano, Brandizzo? Occorrerebbe un altro sindaco, non certo quello che ha passato gli ultimi due anni del suo tempo libero a bastonare piccoli sindaci, con la spocchia, il nervosismo e l’impronta del dittatorello da strapazzo.
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