Un albergo in via delCollegio? Quale albergo? Sarebbe stata più o meno questa la risposta data, dai responsabili dell’ufficio tecnico, all’architetto Germano Tagliasacchi in rappresentanza dell’Immobilare Sant’Andrea, confermata qualche giorno dopo dai legali del Comune. Non c’è! Non esiste. E’ un abbaglio. Un abbaglio che però dura da tempo immemore considerando che l’albergo super lusso, cinque stelle, con tanto di centro benessere, in via del Collegio, è stato per molti anni al centro delle cronache bianche di questa città, ai tempi dell’imprenditore “spendi e spandi” Mario Bonardo, pronto a raccontare sui giornali i suoi sogni, e i suoi progetti. Salvo poi zittirsi per sempre, con il fallimento per bancarotta delle sue aziende. E quindi? Adesso che si fa? Resta tutto così? Una cattedrale in costruzione in pieno centro cittadino? “Io non ho comprato l’immobile da Totò, l’ho acquistato ad un’asta e me lo hanno venduto come albergo in costruzione. Il Comune ha incassato gli oneri di urbanizzazione per un albergo. Siamo alla follia...” aveva già più volte denunciato l’attuale amministratore dell’Immobiliare Sant’Andreaa Pierluigi Caramellino. Nei giorni scorsi, per l’ennesima volta, ha preso mouse e tastiera e ha scritto a tutti i consiglieri comunali e agli assessori. Chiede un incontro urgente con il sindaco. “Un incontro - dice - che aspetto da due anni”. Morale della “brutta storia”. “Se il Curatore mi ha venduto una cosa per un’altra, peraltro garantita da una dichiarazione di congruità dell’Ufficio Tecnico, ora deve essere di nuovo l’Ufficio Tecnico a scrivere che le cose non stavano così. Vorrà dire che prenderò atto che l’albergo non è mai esistito, né mai potrà esistere e che anche le superfici indicate nella convenzione con il Comune sono un falso pur essendo state riportate nero su bianco nell’atto di vendita...”
Bonardo: "Avevo pagato la tangente"
E questa cos’è. Toh guarda! Una richiesta di archiviazione in seguito a prescrizione, datata 13 aprile 2010 e firmata dal Pm Arnaldi di Balme di Torino, in un procedimento penale per corruzione e concorso in corruzione. L’inchiesta aveva preso le mosse da alcune dichiarazioni dell’imprenditore fallito Mario Bonardo e della convivente , in rappresentanza dell’Immobiliare Smeg proprietaria del Convento di San Bernardino. Secondo l’accusa, avevano consegnato 15 mila euro ad un noto professionista e poi altri 10 mila euro ad un altro professionista che a loro volta li avrebbero utilizzati per compiacere un responsabile dell’ufficio tecnico del Comune. Tra le altre cose “per compiere un atto contrario ai doveri del proprio ufficio, atto consistito nel rilasciare il permesso di costruire 151/04 per l’intervento di restauro e risanamento conservativo finalizzato alla realizzazione di una struttura alberghiera (...) che nella parte relativa al centro benessere al piano interrato, fondandosi sul falso presupposto che i locali del sottotetto avessero caratteristiche tali da permetterne la translazione della cubatura utile, consentiva illecitamente la realizzazione della volumetria necessaria al centro stesso...”. In verità (ed è per questo che abbiamo omesso i nomi) la tesi del denaro che passa da una mano all’altra non è mai stata provata, anche per la difficoltà di svolgere accertamenti bancari a distanza di tanti anni. Di sicuro è esistita una “soluzione tecnica” che ha portato al rilascio di un permesso di costruire “falso” ma apparentemente legittimo. “La costruzione del centro benessere - scriveva il pm - non poteva avvenire per carenza di metrature. Il problema veniva aggirato utilizzando una inesistente cubatura. In particolare si assumeva che i locali del sottotetto presentassero i requisiti di legge per valere quale idonea cubatura e con false dichiarazioni di Giuliana Gaglia si dichiarava che i locali erano stati storicamente abitati ed utilizzati...”
La cronistoria
• 29.06.2004 il Comune rilascia un permesso di restauro e risanamento conservativo (non ristrutturazione) dell’ex Convento di San Bernardino all’Immobiliare Smeg di Mario Bonardo. Le opere dovranno essere ultimate entro 3 anni • 10.05.2006 L’Immobiliare Smeg viene dichiarata fallita e lo Studio Vietti, come curatore, mette in vendita l’immobile sulla base degli elaborati predisposti dall’Ing. Martinelli. Nella perizia si rileva la presenza di opere eseguite abusivamente. Il Curatore però dà atto che le opere sono tutte sanabili con il pagamento di 700 mila euro. Intanto il Comune incassa tutti gli oneri di urbanizzazione garantiti da polizze fideiussorie della Loyd Adriatico (circa 600 mila euro). • 10.06.2009 La Procura della Repubblica di Torino, attraverso l’architetto Marco Vaudetti, rileva che sotto l’occhio vigile e attento dell’ufficio tecnico comunale, con il permesso di costruire del 29 giugno del 2004, si è autorizzato lo spostamento di superfici inesistenti dal sottotetto al seminterrato, sulla base di disegni non corrispondenti al vero. • 18.02.2011 L’immobilare Sant’Andrea di Pierluigi Caramellino acquista all’asta l’immobile al prezzo di 1.357.200 e il 10 maggio del 2011 viene depositato il relativo decreto di trasferimento. • Nei mesi successivi L’immobiliare Sant’Andrea di Pierluigi Caramellino si accorge che il permesso di costruire del 2004 è scaduto (durava 3 anni), e si fa restituire l’Iva versata sostenendo per l’appunto che gli era stato venduto un albergo in costruzione e l’albergo in costruzione non c’era più. Si accorge anche che mancano all’appello circa 645 metri e chiede ed ottiene indietro 110 mila euro dal Curatore . • 16.09.2013 Inizia il braccio di ferro con il Comune. L’immobiliare Sant’Andrea, chiede al comune la restituzione degli oneri di urbanizzazioni pagati dall’Immobiliare Smeg oltre agli interessi. Il Comune sostiene che quei soldi possono essere restituiti solo al Curatore fallimentare. In ogni caso sul bilancio di previsione non sono mai stati indicati
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